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57. Il Limbo dei 'giusti non battezzati': Gesù: «Che ve ne pare? Che quando un gentile uscirà dal mondo, giusto al cospetto di Dio per aver seguito la retta legge che la sua coscienza si è imposta, Dio lo giudicherà demone? Io ve lo dico: Dio giudicherà le azioni degli uomini, e il Cristo, Giudice di tutte le genti, premierà quelli nei quali il desiderio dell'anima ebbe voce di intima legge per giungere al fine ultimo dell'uomo, che è riunirsi al suo Creatore, al Dio ignoto per i pagani, ma al Dio che sentono essere vero e santo al di là dello scenario dipinto dei falsi Olimpi...»
Sempre a proposito dei giusti 'non battezzati' che, essendo nel Limbo, un giorno potranno accedere al Paradiso, ne 'L'Evangelo come mi è stato rivelato' vi è narrato un episodio che avviene nel periodo di tempo dei 40 giorni in cui Gesù si trattenne sulla terra, dalla Resurrezione alla Ascensione al Cielo.
Dopo la Resurrezione - anche se nei Vangeli non se ne fa cenno - emerge dall'Opera della Valtorta che Egli era apparso prima di tutti a sua Mamma.
Quindi era apparso alla Maddalena, la più ardente discepola, alle Pie Donne, a Lazzaro ai Pastori, ai due discepoli di Emmaus e a molti altri, incluso alcuni romani che in vita lo avevano rispettato almeno come Maestro.
Solo dopo – alla fine della giornata - nel Cenacolo apparve per ultimo agli apostoli che all'inizio della cattura erano fuggiti e per di più - rimessisi dallo shock e ritornati al Cenacolo - non si erano mostrati molto 'credenti' nella sua Resurrezione anche dopo la testimonianza della Maddalena e della altre donne che si erano recate quel mattino al Sepolcro.
La Domenica successiva alla Resurrezione, poi, era nuovamente apparso agli apostoli, sempre nel Cenacolo, per farsi vedere anche dall’assente Tommaso e ancora sulle rive del lago di Genezareth dove aveva riconfermato il 'mandato' a Pietro.
Infine – secondo l’ 'Evangelo come mi è stato rivelato - era apparso sia sul monte Tabor per gli ultimi ammaestramenti agli apostoli ed a numerosi discepoli ed ancora su un altro monte vicino a Nazareth dove aveva tenuto una Lezione sui Sacramenti e fatto predizioni sulla Chiesa.
Terminato quest'ultimo ammaestramento Gesù - dicendo ad apostoli e discepoli che quelle erano le sue ultime lezioni - li aveva invitati ad approfittarne per fargli delle domande.
È allora Pietro che prende la parola e dice (sottolineature e grassetti miei): 1
«Ecco... Ieri sera, dopo che ci hai lasciato, parlavamo fra noi su quanto avevi detto. Ora altre parole si affollano in noi per quanto hai detto. Ieri, e anche oggi, se si riflette bene, Tu hai parlato come se eresie e separazioni dovessero sorgere, e presto. Questo ci fa pensare che dovremo essere molto prudenti verso quelli che vorranno venire fra noi. Perché certo in quelli sarà il seme dell'eresia e della separazione».
«Lo credi? E non è già separato Israele nel venire a Me? Tu questo vuoi dire: che l'Israele che mi ha amato non sarà mai eretico e diviso. Non è vero? Ma fu forse unito mai, da secoli, neppur nella antica formazione? Ed è forse stato unito nel seguirmi? In verità vi dico che la radice dell'eresia è in esso».
«Ma...».
«Ma idolatra e eretico è da secoli sotto l'apparenza esterna di fedeltà. I suoi idoli li conoscete. Le sue eresie pure. I gentili saranno migliori di esso. Per questo Io non li ho esclusi e vi dico di fare ciò che Io ho fatto. Questa sarà per voi una delle cose più difficili. Lo so. Ma ricordate i profeti. Essi profetizzano la vocazione dei gentili2 e la durezza dei giudei3. Perché vorreste chiudere le porte del Regno a quelli che mi amano e vengono alla Luce che la loro anima cercava?
Li credete più peccatori di voi perché sino ad ora non hanno conosciuto Dio, perché hanno seguito la loro religione e la seguiranno sinché non saranno attratti dalla nostra?
Non dovete. Io vi dico che molte volte sono migliori di voi perché, avendo una religione non santa, sanno essere giusti.
Non mancano i giusti in nessuna nazione e religione.
Dio osserva le opere degli uomini, non le loro parole. E se vede che un gentile, per giustizia di cuore, fa naturalmente ciò che la Legge del Sinai comanda, perché dovrebbe averlo abbietto?
Non è ancor più meritorio che un uomo, che non conosce il comando di Dio a non fare questo o quello perché è male, si imponga da sè un comando di non fare ciò che la sua ragione gli dice non buono e lo segua fedelmente, rispetto al merito molto relativo di chi, conoscendo Dio, il fine dell'uomo e la Legge che permette di conseguirlo, fa continui compromessi e calcoli per adeguare il comando perfetto alla volontà corrotta?
Che ve ne pare? Che Dio apprezzi le scappatoie che Israele ha messo all'ubbidienza per non avere molto a sacrificare la sua concupiscenza?
Che ve ne pare? Che quando un gentile uscirà dal mondo, giusto al cospetto di Dio per aver seguito la retta legge che la sua coscienza si è imposta, Dio lo giudicherà demone?
Io ve lo dico: Dio giudicherà le azioni degli uomini, e il Cristo, Giudice di tutte le genti, premierà quelli nei quali il desiderio dell'anima ebbe voce di intima legge per giungere al fine ultimo dell'uomo, che è riunirsi al suo Creatore, al Dio ignoto per i pagani, ma al Dio che sentono essere vero e santo al di là dello scenario dipinto dei falsi Olimpi...»


1  M.V. 'L'Evangelo come mi è stato rivelato' - Vol. X, Cap. 635.17 - C.E.V.
2 Vocazione dei gentili. Is 45,14-17;Is 49,5-6; Is 55,5;60; Ger 16,19-21; Mic 4,1-2; Sof 3,9-10; Zac 8,20-23
3  Durezza dei Giudei, ad esempio: Es 32,7-10; Es 33,5;34,8; Dt 9,1-14; Dt 31,24-27; 2Cr 30,7-8;2 Cr 36,14-16; Ger 3,6-25; 4,1-4; Ger 7,21-28; Ez 2,3-8; 3,4-9; Ez 6,11-14; Ez 7,15-27; Ez 8;11,2-12; Ez 20;22   

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