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47. Anime del Purgatorio, Indulgenze e Comunione dei santi. Gesù: «Se Io dunque ho dato facoltà al mio Pietro, e a coloro che da lui vengono, di assolvere dalle colpe, e sciogliervi perciò dal nodo del Maligno, è logico che Io gli abbia dato anche la facoltà di prendere fra i tesori del Cielo quelle ricchezze che vi condonano anche il debito, o parte dello stesso, che resta dopo la assoluzione dalla condanna».
Gesù insegnava alla mistica che tutti gli uomini, a qualsiasi razza essi appartengano, sono fra di loro fratelli 'nello spirito' avendo essi un unico Padre, in quanto spiriti creati da Dio ed infusi in una 'carne' umana.
Ma se i figli più 'cari e coeredi' sono quelli rigenerati dal Battesimo che toglie la Macchia del Peccato originale, anche se di questo rimangono nell'uomo le conseguenze come una cicatrice che ce lo ricorda, non bisogna disprezzare gli uomini di altre religioni che credono giusta la loro religione e il loro 'dio' e comunque osservano nel loro cuore la Legge naturale dei dieci comandamenti, comportandosi da cristiani nell'anima anche senza sapere di esserlo già in qualche modo.
San Pietro aveva ricordato come Dio non faccia distinzione di persone, perché Egli guarda al nostro 'cuore' e - in qualunque nazione - gli è accetto chi lo teme e pratica la giustizia.1
La Comunione dei santi - aveva detto una volta Gesù alla mistica, e questo forse sorprenderà qualcuno - non è limitata ai fratelli di Fede cristiana ma si effonde su tutti i viventi perché Egli aveva effuso il suo Sangue per tutti2.
Avendo accennato più sopra al valore della preghiera in genere per i viventi, ma in particolare per i defunti del Purgatorio con riguardo alle indulgenze ed alla Comunione dei Santi, ecco cosa dice ancora in proposito Gesù3:

«... O quale dolce catena unisce e rinserra fra le sue maglie d’oro caritativo Terra e Cielo e i santi del Cielo e i giusti della Terra, per circondare di un abbraccio, il cui frutto è aiuto e salvezza, i poveri della Terra: i veri poveri, coloro che sono privi o ben poco dotati di Grazia!
Troppo poco conosciuta nella sua verità questa sublime Comunione degli spiriti “vivi” della Terra e del Cielo, i cui programmi sono quelli di comunicare ai poveri fratelli malati, morenti, e talora già morti, la Vita di cui essi sono pieni essendo una sola cosa con Me-Vita.
Preghiere per ottenere una ancor più longanime pazienza da Dio, preghiere per ottenere da Lui folgori non di punizione ma d’amore che convertano i peccatori come lo fu Saulo sulla via di Damasco4, offerte per essi, segrete e non mai abbastanza benedette immolazioni che vanno come flutto di imponente fiume a riversarsi nei bacini delle grazie celesti, per cui più da essi bacini vengono tratti tesori e più essi ne rigurgitano, perché ogni giusto che vive e ogni santo che ascende alimentano questo oceano formato inizialmente dal Sangue mio a cui associo le vostre lacrime e i vostri meriti, perché voi siate “una sola cosa con Me” nel redimere come nell’amare, nel patire e nel godere.
Vi fu chi ti chiese come e per quale luce vengono date quelle indulgenze che non sono state convalidate da un miracolo notorio5.
È uno degli scogli contro i quali dànno di picco o si incastrano gli animi non sapienti nella Fede. Ecco che Io, Maestro buono che voglio la vostra sapienza e non l’ignoranza vostra - perché conoscere è amare, conoscere è salvarsi, ed Io, Re oltre che Maestro, vi voglio salvi perché sono il Re buono, e un re buono ama i suoi sudditi e li vuole salvi nei confini dei suoi regni, non preda al dolore, all’indigenza, alla morte - ecco che Io vi istruisco in questa verità.
Le indulgenze vengono applicate traendone i mezzi dai tesori della Comunione dei Santi. Dal6 Santo fra i santi, Io, Gesù, a quello dei giusti.
Come prati a primavera dopo una tepida acquata notturna, che appaiono al bacio del sole tutti costellati di fiori, così Io vedo, sotto la rugiada della Grazia, fiorire sugli aridi campi della terra le anime giuste e vivere, olezzare e morire con la corolla tesa al Cielo in cui riversano vita e fragranze che poi, fuse a quelle luminose dei beati, ridiscendono a santificare la terra. Fortunate quelle zolle che le accolgono e sull’arida selce sanno far fiorire un nuovo spirito figlio di Dio.
Avete forse timore che i milioni e milioni di giorni di indulgenze non trovino riscontro nella somma dei meriti?
Oh! non temete! Io moltiplico all’infinito i meriti dei santi perché li fondo coi miei che sono infiniti.
Se anche ogni uomo ne fruisse ogni giorno, e per la somma totale di tutti i giorni di indulgenza di tutte le preghiere della terra, i tesori dei meriti non ne apparirebbero diminuiti tanto sono grandi.
Temete invece che chi li applica li applichi con errore?
Io ho detto a Pietro: “Ciò che scioglierai in terra sarà sciolto anche nei Cieli”.7
Se Io dunque ho dato facoltà al mio Pietro, e a coloro che da lui vengono, di assolvere dalle colpe, e sciogliervi perciò dal nodo del Maligno, è logico che Io gli abbia dato anche la facoltà di prendere fra i tesori del Cielo quelle ricchezze che vi  c o n d o n a n o anche il debito, o parte dello stesso, che resta dopo la assoluzione dalla condanna.
Se è possibile all’investito del mio spirito di giudicare e assolvere, come non deve esser possibile di applicare ricchezze certe?
Una colpa può esser giudicata personalmente. Ciò non avviene che raramente al mio Tribunale, perché Io sopperisco alle lacune dei miei giudici e li illumino nel vedere.
Solo quelli che sono indegni d’esser tali li lascio senza lumi. Ma per le anime questo non ha pericolo, perché Io supplisco con la mia misericordia verso le stesse, guidandole ad altri sacerdoti degni di guidarle. Io veglio sempre.
Una colpa può esser giudicata personalmente. Perciò vi sono differenze e differenze nella severità dei giudici. Ma i meriti dei santi sono certi e sicuri nella loro vastità.
Non vi è dunque da temere che, attingendone a piene mani, il Capo della Chiesa e i capi delle diocesi si abbiano a trovare un giorno ad applicare ciò che non esiste più. State sicuri, dunque.
Mi si obbietta: Ma è poi giusto mettere questa o quella indulgenza a questa o quella preghiera, pratica o festività?.
Non ve ne preoccupate. Anche nel caso non fosse giusto - ma vi faccio notare che nelle cose del culto i miei Pastori sono divinamente guidati - anche in questo caso, Io non permetterei mai che le anime fossero ingannate nella loro fiducia.
Perciò quella o quell’altra preghiera, pratica o festività, daranno alle anime quella indulgenza ad esse applicata per il merito della fede delle anime, merito e fede che Io non trascuro mai ma premio infallantemente.
Prendiamo dunque in considerazione anche il caso che un Pastore conceda indulgenza ad una cosa che non la meriti.
Più ancora: ad una cosa che sia errore.
Più ancora: che il Pastore sia privo della luce perché morto nello spirito per colpa mortale.
Le anime vengono per questo defraudate del tempo di indulgenza concesso a quella cosa?
No. Mai. Esse, le anime buone, compiono quella cosa con retto e santo fine. Parte perciò la loro opera da un punto santo per venire ad uno ancor più santo: la Comunione dei santi.
Se a mezza via si alza il pilone di un errore, non ne ostacola il venire, poiché la loro opera vola e non striscia, sorvola, supera ben alto lo scoglio e viene a tuffarsi direttamente nei tesori celesti senza menomazione di sorta.
Io premio la vera fede. E ricordatevi di una grande verità: ogni atto di fede è frutto dell’amore. L’amore è per se stesso la indulgenza totale che annulla la moltitudine dei peccati.8
Anche se senza nessuna autorità fosse stata applicata un’indulgenza, per l’anima che per amore mio cerca di acquistarla è serbato e applicato l’indulto del mio amore infinito, che la libererà da ogni ombra di spirituale morte per vivere e vedere la Luce.
Va' in pace. Io sono con te...»
Ecco, dunque, la grande Misericordia di Dio! C'è da restare senza parole.
Questo del Gesù valtortiano è un discorso complesso, tutto da meditare riga per riga cercando di comprenderlo a fondo.
Se ho ben capito, e semmai rileggete bene anche voi, le indulgenze non finiscono mai perché vengono tratte dalla Comunione dei santi e Gesù moltiplica all'infinito i meriti dei santi perché Egli le fonde con i suoi meriti che sono infiniti.
Quando poi un sacerdote assolve, comminando una penitenza, l'assoluzione produce i suoi effetti anche se in ipotesi il sacerdote - che di norma in tali casi è sempre particolarmente assistito dall'Alto - fosse indegno o non avesse l'autorità per dare quella assoluzione.
Parimenti succede per l'applicazione di una indulgenza che una persona cerca di acquistare per amore di Dio perché - dice Gesù - ad essa «...è serbato e applicato l’indulto del mio amore infinito, che la libererà da ogni ombra di spirituale morte per vivere e vedere la Luce'».
Non c'è pericolo che il pozzo profondo delle indulgenze possa esaurirsi perché esso viene continuamente alimentato, in particolare dai meriti infiniti del Sangue di Gesù Cristo.
Quella che conta è la fede con cui chi crede attinge con il suo 'secchio' al 'pozzo' della Comunione dei santi.
Facciamo ora una digressione per rilassarci.
Navigando in internet ho infatti trovato una piccola 'catechesi' sul Purgatorio che spiegava come si possono aiutare le anime che vi si trovano:
[...]
Possiamo offrire il nostro aiuto alle povere anime che si stanno purificando in vari modi: con la preghiera, col sacrificio, con l'elemosina, con le indulgenze e... tenendo viva la fede nel purgatorio.
Il Signore gradisce la preghiera per i defunti, così come gradisce quella che possiamo fare per noi stessi o per altre persone viventi. Però dev'essere fatta con fede, con grande amore e con perseveranza.
A ogni sacerdote la Chiesa affida il compito di pregare e di offrire il Sacrificio Eucaristico "per i vivi e per i defunti" e in ogni Santa Messa ricorda al Signore i suoi figli che non sono più sulla terra e non sono ancora in paradiso.
Alla preghiera comunitaria è bene che si unisca anche la nostra preghiera personale.
Non deve passare alcun giorno senza che ci ricordiamo dei nostri fratelli defunti e parliamo di loro al Signore.
Se il Signore sollecita le nostre preghiere per le povere anime, ancor più sollecita e gradisce l'offerta dei nostri sacrifici: quelli che ci cascano addosso non scelti da noi e quelli scelti liberamente. La preghiera, infatti, può essere facile e gradita all'anima, ma il sacrificio è sempre ripugnante; la preghiera può consolare, ma il sacrificio costa sempre fatica.
E del resto, se il Padre ha accettato il sacrificio di Gesù per liberare l'umanità dal peccato, perché non dovrebbe accettare anche i nostri sacrifici, se patiti e offerti in unione a quello di suo Figlio?
Il Signore dice: "L'acqua spegne un fuoco acceso, l'elemosina espia i peccati" (Sir 3, 29)... i peccati nostri e quelli dei nostri fratelli.
"Sconta i tuoi peccati con l'elemosina e le tue iniquità con atti di misericordia verso gli afflitti" (Dn 4, 24)...
"L'elemosina libera dalla morte e salva dall'andare tra le tenebre" (Tb 4, 10).
Dunque, il primo beneficiario dell'elemosina è colui che la fa, perché riduce o forse annulla del tutto il suo debito con Dio e il carico di dolore che dovrebbe sopportare nell'altra vita prima di entrare in paradiso.
Ma poi ne traggono vantaggio anche le anime del purgatorio, soprattutto se quell'atto di carità lo offriamo per loro.
La Chiesa ha ricevuto dal suo Signore, tra gli altri compiti, anche quello di amministrare i meriti che Gesù ha guadagnato per noi con la sua passione e morte.
Sappiamo che la Confessione toglie la colpa, ma non toglie del tutto il debito che abbiamo contratto con Dio a causa dei nostri peccati. E, in questa vita, si può pagare questo debito con la preghiera, col sacrificio e con l'elemosina e quel che resta, se preghiera, sacrificio ed elemosina sono scarsi... lo si paga in purgatorio.
Ma Gesù, per la sua onnipotenza, può far giungere l'efficacia del suo Sacrificio anche in purgatorio e lo fa per mezzo della Chiesa che amministra i suoi meriti a vantaggio delle anime che si stanno purificando.
Per poter ottenere delle indulgenze dobbiamo fare alcune pratiche di pietà che la Chiesa ci indica, pratiche che devono innestarsi ovviamente su un sincero spirito di conversione.
In cambio la bontà del Signore ci dona o, per mezzo nostro, dona alle anime del purgatorio, grandi vantaggi spirituali.
Un esempio può aiutarci a comprendere meglio.
Una mamma dice al suo bambino: "Non andare a giocare fuori perché in cortile c'è troppo fango, ci sono delle pozzanghere e ti sporcheresti". Ma il bambino, incurante di quanto gli ha detto la mamma, disobbedisce e va a giocare in cortile. Le previsioni della mamma si avverano: il bambino risale in casa col vestito tutto sporco. Questa sua disobbedienza provoca due conseguenze:
- si incrina la serenità di rapporto tra la mamma e il suo bambino, tanto è vero che volano due sberle e...
- inoltre, ora c'è il vestito da lavare.
Prima di mandarlo a letto la mamma perdona al figlio quella sua disobbedienza; ma il perdono della mamma elimina uno solo dei guasti causati dal figlio e cioè il loro rapporto ridiventa sereno; non elimina però l'altra conseguenza e cioè il vestito resta sporco e c'è ora da lavarlo. E a lavarlo dovrebbe provvedere chi lo ha sporcato, ma la mamma, vedendo che suo figlio non sa farlo, si sostituisce a lui e pur con sacrificio lava quel vestito.
La mamma è la Chiesa... il bambino è ogni cristiano peccatore... la disobbedienza del bambino rappresenta i nostri peccati... la rottura del rapporto tra la mamma e il bambino indica la rottura del nostro rapporto col Signore e la perdita della grazia... il vestito sporco è la condizione della nostra anima dopo il peccato... lavare quel vestito rappresenta il debito che dobbiamo pagare o di qua o di là... il perdono della mamma a suo figlio è ciò che produce in noi la Confessione: ci riporta tra le braccia dei Signore... e infine che la mamma lavi il vestito sporco di suo figlio sta a indicare la purificazione che la Chiesa, nostra madre, ottiene con le indulgenze per i suoi figli vivi o defunti.
Se dunque l'infinita misericordia di Dio è messa a nostra disposizione grazie al Sacrificio di Gesù e alla mediazione della Chiesa, perché non approfittarne, in senso buono, per il bene nostro e delle anime del purgatorio? Non è forse crudeltà lasciare che quelle anime soffrano pene indicibili visto che anche per mezzo delle indulgenze ci è data, dalla bontà del Signore, la possibilità di alleviare il loro immenso dolore?
È nostro dovere informarci bene sulle indulgenze per non lasciare che vada sprecato un tesoro così grande.
[...]
Poiché la conclusione della suddetta piccola catechesi è che 'è nostro dovere informarci bene sulle indulgenze per non lasciare che vada sprecato un tesoro così grande', attiro la vostra attenzione - parlando sempre di anime del Purgatorio - sulla nota qui a fondo pagina in merito ad una indulgenza che mi ha colpito e che è chiamata 'Orazione di San Gregorio Papa per la liberazione delle anime sante dal Purgatorio'9 il cui testo si reperisce facilmente anche in internet.
Si tratta di un Papa famoso del VI° secolo d.C. (Papa Gregorio Magno), dottore della Chiesa, venerato anche dalle Chiese ortodosse, il Papa che 'inventò' il famoso 'canto gregoriano'.
In sostanza vi si promette che - dopo aver recitato consecutivamente per un intero mese questa preghiera - anche un'anima che fosse stata in ipotesi condannata a rimanere nel Purgatorio fino al giorno del Giudizio, verrebbe anticipatamente liberata lo stesso giorno finale della preghiera.
Può sembrare 'incredibile', un effetto di questo genere, ma anche le indulgenze plenarie producono effetti per altri versi 'incredibilmente' analoghi: l'importante è la Fonte e l'avere fede, e questa preghiera, quanto alla Fonte, è suggerita da un grande Papa, un Papa Santo.
Anche in caso di dubbi sulla fonte, mi meraviglio che nelle chiese questa orazione non venga insegnata, come anche molte altre autorevoli di Santi e - a meno che non si metta volutamente in dubbio trattarsi di preghiera del Papa Gregorio - mi sembrerebbe rientrare proprio nella 'casistica' delle indulgenze valide di cui parlava il Gesù valtortiano come quando poco sopra alla fine del suo discorso diceva, e qui lo ripeto (sottolineature e grassetti miei):10
[...] «Mi si obbietta: “Ma è poi giusto mettere questa o quella indulgenza a questa o quella preghiera, pratica o festività?”.
Non ve ne preoccupate. Anche nel caso non fosse giusto - ma vi faccio notare che nelle cose del culto i miei Pastori sono divinamente guidati - anche in questo caso, Io non permetterei mai che le anime fossero ingannate nella loro fiducia.
Perciò quella o quell’altra preghiera, pratica o festività, daranno alle anime quella indulgenza ad esse applicata per il merito della fede delle anime, merito e fede che Io non trascuro mai ma premio infallantemente.
Prendiamo dunque in considerazione anche il caso che un Pastore conceda indulgenza ad una cosa che non la meriti.
Più ancora: ad una cosa che sia errore.
Più ancora: che il Pastore sia privo della luce perché morto nello spirito per colpa mortale.
Le anime vengono per questo defraudate del tempo di indulgenza concesso a quella cosa?
No. Mai. Esse, le anime buone, compiono quella cosa con retto e santo fine. Parte perciò la loro opera da un punto santo per venire ad uno ancor più santo: la Comunione dei santi.
Se a mezza via si alza il pilone di un errore, non ne ostacola il venire, poiché la loro opera vola e non striscia, sorvola, supera ben alto lo scoglio e viene a tuffarsi direttamente nei tesori celesti senza menomazione di sorta.
Io premio la vera fede. E ricordatevi di una grande verità: ogni atto di fede è frutto dell’amore. L’amore è per se stesso la indulgenza totale che annulla la moltitudine dei peccati.11
Anche se senza nessuna autorità fosse stata applicata un’indulgenza, per l’anima che per amore mio cerca di acquistarla è serbato e applicato l’indulto del mio amore infinito, che la libererà da ogni ombra di spirituale morte per vivere e vedere la Luce.
Va’ in pace. Io sono con te...»
Se - dice sempre Gesù - Egli ha dato facoltà alla Chiesa di assolvere dalle colpe e di sciogliere dai nodi del Maligno, è logico che Egli le abbia dato anche la facoltà di prendere dai tesori del Cielo quelle ricchezze che ci condonano anche il debito, o parte dello stesso, che resta dopo la assoluzione dalla condanna.
C'è da rimanere senza parole di fronte a questa Misericordia di Dio: è proprio vero che per dannarsi bisogna proprio volerlo, perché altrimenti - con un poco di nostra buona volontà - le possibilità di salvezza che ci offre il Signore sono praticamente illimitate: basta volerne con fede approfittare.
Gesù potrebbe salvare da solo le anime che soffrono. Egli è Dio e non ha bisogno di 'intermediari', ma - Perfetto in tutto, nell'Intelligenza come nell'Amore - Egli sa quanto è necessario per noi al fine di spronarci e farci sentire quanto ci ama.
Per questo chiede la nostra collaborazione per compiere i suoi prodigi di salvezza.
Non è prova di una Sua incapacità ad operare da solo, né prova di debolezza da parte Sua ma è prova di amore e di intelligenza. Egli si abbassa a chiederci di aiutarlo perché sa che questa richiesta ci sprona e ci dà dei meriti.
Io - accennando prima alla Comunione dei santi - avevo parlato di una 'cooperativa di mutuo soccorso', ed in effetti Gesù ha fondato una 'società' i cui membri nel pensiero di Dio dovrebbero essere guidati dal motto 'uno per tutti, tutti per uno' come i quattro famosi moschettieri di Alexandre Dumas.
Sempre sulla Comunione dei santi, Gesù aveva detto una volta12 che essa unisce i cattolici che furono con quelli che sono, i cattolici che penano con quelli che lottano e con quelli che godono. Cioè le anime dei santi morti e vivi, siano esse in Purgatorio o in terra, nella Chiesa militante, o ovviamente in Paradiso. Cielo, terra e purgatorio si aiutano e completano vicendevolmente, e nello stesso modo i membri della Chiesa militante devono aiutarsi e completarsi vicendevolmente, e poi aveva soggiunto: «...Oh! sublime carità che sei nata dal mio Cuore, squarciato dal tradimento prima che dalla lanciata, segno vivo dell’appartenenza a Me! Se poteste vedere il valore che ha, agli occhi dei celesti, l’amarvi come fratelli, secondo il mio comando d’amore13, nessuno, fra i dotati di intelligenza, non vorrebbe non amare il fratello con purezza, con vista spirituale e spirituale ardore. Così si amavano i miei primi seguaci e questo loro amarsi ha fatto convinto il mondo della verità del Cristo...».

1 Atti 10, 34-35.
2  M.V.: 'I Quaderni del 1944' - 12.1.44 - C.E.V.
3  M.V.: 'I Quaderni del 1944' - 4.8.44 - C.E.V.
4  Atti 9, 1-6.
5  Richiamando con una crocetta, la scrittrice così annota in calce alla pagina: Questa persona era mia cugina Paola, che fece tale domanda il 30-7.
6  Forse dovrebbe essere inserito: tesoro del.
7  Matteo 16, 19; 18, 18.
8  Pietro 4, 8.
9 Orazione di san Gregorio Papa in suffragio delle anime purganti
in Anime del Purgatorio - http://www.stellamatutina.eu/category/preghiere-novene/anime-del-purgatorio/
Dopo aver recitato per un intero mese questa preghiera anche quell’anima che fosse condannata fino al giorno del giudizio, verrà liberata lo stesso giorno.
Signore Gesù, questa orazione sia fatta a lode della tua ultima agonia, di tutte le tue piaghe, dei dolori, dei sudori e delle pene che tu hai sofferto sul Calvario per amore nostro. Ti prego di offrire tutto il tuo sudore, il tuo Sangue, le tue piaghe al Padre per i peccati commessi da…(nome)…
Padre Nostro, Ave Maria, Eterno Riposo
Signore Gesù, questa orazione sia fatta a lode della tua ultima agonia, delle tue grandi pene, dei tuoi martirii e di tutto ciò che hai sofferto per noi, specialmente allorchè il tuo Cuore fu squarciato. Ti prego di offrire tutte queste pene al Padre tuo per tutti i peccati che ha commesso l’anima di …(nome)…in pensieri, parole, opere ed omissioni.
Padre Nostro, Ave Maria, Eterno Riposo
Signore Gesù, questa orazione sia offerta in lode al grande amore che hai avuto per il genere umano e che ti ha fatto venire dal cielo in terra a patire pene e martirii e la morte stessa. Ti prego per quell’amore con cui hai aperto il Paradiso all’uomo che con il peccato l’aveva perduto, degnati di offrire al Padre i tuoi infiniti meriti per liberare l’anima di…(nome)…da tutte le pene del Purgatorio.
Padre Nostro, Ave Maria, Eterno Riposo
Amabilissimo Gesù, ti offro l’anima di …(nome)… ed imploro sopra di lei ad uno ad uno tutti i momenti, i patimenti, le azioni, le virtù, i meriti, le suppliche, i sospiri ed i gemiti della tua vita santissima, passione e morte penosissima sulla Croce, il prezioso Sangue che hai sparso per la nostra salvezza e redenzione, con tutti i meriti del tuo Cuore divino, di Maria Santissima, di S. Giuseppe e di tutti i Santi. Amen.
10  Maria Valtorta: 'I Quaderni del 1944' 4.8.1944 - C.E.V.
11  Pietro 4, 8.
12  M.V. - 'I Quaderni del 1944' - 14.8.43 - C.E.V.
13 comando d'amore che è in Giovanni 15, 12-17.     

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