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41. Un Giudizio del tutto 'particolare' sugli uomini di Chiesa e sull'Umanità in genere: l'Anticristo prossimo venturo, sconfitto e giudicato.
Tutti i peccati mortali sono gravi, ma ce ne sono alcuni che lo sono più di altri.
Ad esempio l'empietà, peccato grave contro Dio quando è di un singolo ma enormemente più grave e foriero di calamità naturali e spirituali quando coinvolge una intera collettività.
Empio è chi disprezza ciò che è sacro, chi è contrario alla credenza religiosa, chi è sacrilego. E' pure empio chi volutamente trascura il culto di una religione ed ogni pratica religiosa.
L'empio non ha insomma alcuna fiducia in Dio e talvolta anche se ne vanta.
Quale sarà dunque il Giudizio particolare sugli empi?
Il giudizio di Dio sarà molto duro perché costoro portano su di sé la responsabilità della uccisione di molte anime.
Il più Empio degli empi sarà però l'Anticristo: un uomo in carne ed ossa simboleggiato dal numero 666 citato nell'Apocalisse, perfezione dell'Orrore come Gesù fu perfezione della Perfezione.
Costui, non alla fine del mondo ma nel corso della attuale Storia, regnerà sugli uomini e sul mondo per tre anni e mezzo (cioè 42 mesi oppure, usando espressioni profetiche: due tempi, un tempo e la metà di un tempo, per non dire anche un tempo, più tempi e la metà di un tempo) ma verrà sconfitto e anch'egli avrà il suo Giudizio particolare.
Si può rimanere sbalorditi nell'apprendere che nel corso della storia, forse in un periodo futuro non troppo lontano - dopo tanti anticristi del passato, i 'precursori' - si instaurerà sulla Terra un Regno dell'Anticristo vero e proprio.
Eppure profezie lontane nel tempo e altre vicine ne parlano con sempre maggiore frequenza e autorevolezza.
Se quelle lontane sono scaglionate nei secoli, quelle più recenti si manifestano negli ultimi anni in un susseguirsi di lampi che diventano man mano un rombo di tuoni sempre più minacciosi e assordanti come per farci capire che il tempo di una sorta di Giudizio collettivo intermedio, non solo sull'Anticristo ma anche sull'Umanità che si appresterà ad applaudire ed a seguirlo, è sempre più incombente.
Non sarà la fine del mondo, come molti paventano male interpretando l'Apocalisse, ma sarà comunque un'epoca tragica della storia dell'Umanità in cui essa - come già accaduto in occasione del Diluvio universale, che fu in definitiva anch'esso una specie di  Giudizio 'collettivo' pur diverso da quello che sarà il Giudizio finale - verrà chiamata a rendere conto del proprio ateismo e - per quanto concerne i cristiani - della propria apostasia, cioè del proprio abbandono della Fede ed allontanamento da Dio.
Allontanamento, quest'ultimo, ovviamente molto più grave per un cristiano che per un non cristiano.
Si può dire che il messaggio centrale dato da San Giovanni Apostolo nell'Apocalisse, con tutti quei 'segni' tremendi che riguardano l'Umanità del futuro, sia dunque proprio e soprattutto quello del tempo o 'regno' dell'Anticristo, plenipotenziario in terra di Satana, oltre che della collegata instaurazione del Regno di Dio in terra nel cuore degli uomini a seguito della sconfitta dell'Anticristo.
Tale tempo è anche figura di quello che si ripeterà in forma più ampia con lo scatenamento di Satana, questa volta in persona, alla fine del mondo.
Di questo 'regno dell'Anticristo' parla il Gesù valtortiano in vari 'dettati' dati alla mistica Valtorta, che Egli chiamava affettuosamente 'piccolo Giovanni', ma anche in uno specifico Dettato nel corso del quale Gesù le spiega una antica visione avuta dal Profeta Daniele, visione che - salvo la spiegazione data dal Gesù valtortiano - ancora ad oggi è di misteriosa interpretazione.1
A Daniele - a dire il vero - era stata anche data una prima spiegazione dall'Angelo della sua visione, spiegazione che tuttavia ha continuato fino ai nostri tempi a mantenere anch'essa elementi di mistero, per cui è il Gesù valtortiano che rompe qui di seguito i 'veli' residui2:
Dice Gesù:
«Daniele è colui che ha la medesima nota di Giovanni, e Giovanni è colui che raccoglie e amplifica la nota iniziale di Daniele. Ecco perché, piccolo Giovanni, a te piace tanto.
Come pesce in limpida peschiera, tu sei felice quando ti muovi nell’atmosfera del tuo Cristo, il quale avrà il suo supremo trionfo nell’ora in cui Satana, il suo figlio e i suoi cortigiani, saranno per sempre resi impotenti. E in Daniele vi è quest’atmosfera.
Se Isaia è il pre-evangelista che parla del mio avvento nel mondo per la salute del mondo3, Daniele è il pre-apostolo, il pre-Giovanni che annuncia le glorie del mio eterno trionfo di Re della Gerusalemme imperitura.
Ora vedi come nelle quattro bestie descritte da Daniele4 siano anticipati i segni dei ministri diabolici dell’Apocalisse.5
I commentatori si sono affannati a dare un significato storico-umano a quei quattro mostri. Ma occorre spingere lo sguardo molto più avanti, e molto più in alto. Sollevatevi, quando meditate i libri santi, dalla terra, staccatevi dal momento presente, spingete lo sguardo nel futuro e nel soprannaturale. Lì è la chiave del mistero.
Le quattro bestie: i quattro errori che precederanno la fine. I quattro errori che saranno quattro orrori per l’umanità e che partoriranno l’Orrore finale.
L’uomo era un semidio per la Grazia e per la Fede. Come aquila e come leone sapeva affrontare e vincere i pericoli del senso e sollevare se stesso a spaziare nel clima di Dio, là dove l’anima si congiunge in nozze soprannaturali col suo Signore in continui e rapidi congiungimenti di ardori, da cui scende sulla terra ogni volta rinnovellata nella forza, nella gioia, nella carità che effonde sui fratelli e poi slancia nuovamente, ancor più impetuosamente, verso Dio, poiché ogni congiungimento è aumento di perfezione che si compie quando il congiungimento diviene eterno nel mio Paradiso.
L’ateismo strappò all’uomo le sue ali d’aquila e il suo cuore da semidio e lo fece animale camminante sul fango e portante sul fango, verso il fango, il suo pesante cuore tutto carne e sangue. Un pondo pesante più del piombo porta l’uomo nel suo ioprivo delle spirituali penne dello spirito, un pondo che lo curva, lo stende, lo sprofonda nel fango.
L’uomo era un semidio per la Carità vivente in lui. Amando Dio e la sua Legge, che è legge di Carità, egli possedeva Dio, e con Dio la Pace, che è un principale attributo di Dio, e con la pace tanto bene universale e singolo.
L’uomo respinse la Legge di Dio per assumere molte altre dottrine. Ma nessuna era ed è da Dio e perciò in nessuna è Carità vera. Onde l’uomo, che aveva abbracciato l’ateismo divenendo da aquila e leone semplice uomo, per un sortilegio infernale partorì se stesso divenuto orso, feroce divoratore dei suoi simili.
Ma orrore chiama orrore. Per scala ascendente. Sempre più grande l’orrore perché nei maledetti connubi con Satana l’uomo, che il Cristo aveva riportato alla sua natura di semidio, genera mostri sempre più mostri. E sono i figli del suo errare che si vende a Satana per averne terrestre aiuto.
Dall’uomo semidio venne l’uomo, dall’uomo l’orso, dall’orso il nuovo mostro feroce e falso come il leopardo, dotato da Satana di ali multiple per essere più veloce nel nuocere.
Vi ho detto6 che Satana è lo scimmiottatore di Dio. Anche esso dunque volle dare alla “sua” creatura, ormai sua creatura, all’umanità senza Fede e senza Dio, dare delle ali.
Non di aquila, di vampiro perché fosse incubo dell’umanità stessa e fosse rapido nel suo correre ad abbattersi sulle parti di sé, vittime di sé, per suggerne il sangue.
Io, mistico pellicano, mi sono aperto il cuore per darvi il mio sangue. Satana fa dell’uomo, al quale Io ho dato il mio sangue, il vampiro che sugge parti di se stesso e si dà morte con tormento.
Non pare una leggenda di incubo? È invece la vostra realtà. Non è un mostro mitico.
Siete voi che con fame diabolica divorate parte di voi stessi, svenandovi, mutilandovi per poi generare le nuove parti mentre divorate le già formate, con una continuità che ha in sé qualcosa di maniaco, ma di un maniaco diabolico.
La potenza voluta, spinta, imposta sino al delitto, è la terza bestia.
Dato che è potenza umana, ossia vendutasi a Satana pur di esser sempre più potente, contro ogni legge divina e morale, essa genera il suo mostro che ha nome Rivoluzione e che, come è della sua natura, porta nelle protuberanze della sua mostruosità tutti i più biechi orrori delle rivoluzioni, naufragio sociale del Bene e della Fede.
Onestà, rispetto, moralità, religione, libertà, bontà, muoiono quando questo mostro alita su una nazione il suo fiato d’inferno, e come pestifera emanazione esso si spande oltre i confini contagiando di sé popoli e popoli, sinché contagerà il mondo intero preparando sui brandelli delle vittime, da lei uccise e sbranate, sulle rovine delle nazioni ridotte a macerie, la culla per il mostro finale: l’Anticristo.
Ve l’ho detto che esso sarà il figlio della lussuria dell’uomo, nato dal connubio della stessa con la Bestia. Ve l’ho detto. Non muto nel mio dire. Ciò che dico è vero. Lo conosco senza bisogno di leggerlo, lo ricordo senza bisogno di rileggerlo. È scritto nella mia mente di Dio davanti alla quale scorrono incessantemente, e l’uno sopra l’altro, senza che l’uno impedisca la visione dell’altro, tutti gli eventi dell’uomo nel tempo.
Esso Anticristo, perfezione dell’Orrore come Io fui perfezione della Perfezione, con le sue infinite armi, simboleggiate nelle dieci corna, nelle mascelle dentate di ferro, nei piedi feroci e infine nel piccolo corno, simbolo dell’estremo livore di cui Satana doterà il suo figlio per intossicare l’umanità mentre con la bocca di menzogna la sedurrà facendosi adorare per dio, tormenterà a dismisura coloro che, piccolo gregge fedele, mi resteranno seguaci.
D’ora in ora il piccolo corno crescerà per nuocere, crescerà l’intelligenza satanica per far dire alla bocca le più turbatrici menzogne, crescerà in potenza come Io crescevo in sapienza e grazia,7 armato di occhi per leggere il pensiero degli uomini santi e ucciderli per esso pensiero.
Oh! i miei santi dell’ultimo tempo! Se eroico fu il vivere dei primi fra le persecuzioni del paganesimo, tre volte, sette volte, sette volte sette volte eroico sarà il vivere dei miei ultimi santi. Solo i nutriti con la midolla della Fede potranno aver cuor di leone per affrontare quei tormenti e occhi e penne d’aquila per affissare Me-Sole e volare a Me-Verità, mentre le tenebre li soverchieranno da ogni parte e la Menzogna cercherà persuaderli ad adorarla e credere in essa.
Dopo i precursori dell’Anticristo verrà l’Anticristo stesso.
Il periodo anticristiano, simboleggiato dalla Bestia armata di dieci corna - i dieci servi, che si credono re, di Satana, dei quali tre (nota bene) saranno strappati e gettati nel nulla, ossia nel baratro dove non è Dio e perciò dove è il Nulla, l’opposto di Dio che è Tutto - culminerà nella nascita e crescita, fino alla sua potenza massima, dell’undecimo corno, ragione della caduta di tre precursori, e sede del vero Anticristo, il quale bestemmierà Dio come nessun figlio d’uomo mai fece, calpesterà i santi di Dio e torturerà la Chiesa del Cristo; crederà, poiché è figlio del connubio della superbia demoniaca con la lussuria umana, “di poter fare grandi cose, di mutare i tempi e le leggie per tre anni a mezzo sarà l’Orrore regnante sul mondo.
Poi il Padre dirà: “Basta” davanti al gran coro che, per il “rumore delle grandi parole” dei santi, si farà in Cielo; e la Bestia malvagia sarà uccisa e gettata nel pozzo d’abisso e con essa tutte le bestie minori per rimanervi con Satana8loro generatore, per l’eternità. 9
Io sarò chiamato allora10 dal Padre per “giudicare i vivi ed i morti” 11 secondo quanto è detto nel Simbolo della Fede. E i “vivi”, coloro che hanno serbato vita in loro per aver serbato viva la Grazia e la Fede, erediteranno “il regno, la potenza e la magnificenza di Dio”.
I morti dello spirito avranno la Morte eterna secondo che la loro volontà ha scelto di avere.
E non vi sarà più Terra e più uomo carnale. Ma solo vi saranno “figli di Dio”, creature affrancate da ogni dolore, e non vi sarà più peccato, e non vi saranno più tenebre, e non vi sarà più timore. Ma solo gioia, gioia, gioia immensa, eterna, inconcepibile agli uomini. Gioia di vedere Dio, di possederlo, di comprenderne il pensiero e l’amore.
Venite, o uomini, alla Fonte della vita. Io ve ne apro la sorgente. Attingetene, fortificatevi in lei per essere intrepidi nelle prove e per giungere ad immergervi completamente in essa, in Me, sorgente di beatitudine, nel bel Paradiso che il Padre mio ha creato per voi e nel quale il triplice Amore del Dio Uno e la Purezza della Madre “nostra” vi attendono, e con essi coloro che per esser stati fedeli hanno già conseguito la Vita.».
Le profezie escatologiche nei 'Dettati' che Gesù dà a Maria Valtorta vanno correttamente lette ed intese da 'occhi' ed 'orecchie' esperte, ed interpretate alla luce di altri Dettati sullo stesso argomento, Dettati che sono molto numerosi, e dai quali si comprende del tutto chiaramente - come più sopra accennato e qui lo ribadisco - che l'Anticristo non viene alla fine del mondo (come interpretano molti teologi confondendo il periodo dell'Anticristo con quello di Satana che scatenerà l'ultima guerra di Gog e Magog) ma verrà invece molto prima, nel corso della Storia, in occasione della Grande Apostasia che sconvolgerà la Chiesa gerarchica docente, quella 'militante' e in genere l'Umanità.
In queste profezie valtortiane Gesù parla come Dio nel suo Eterno Presente, un Dio davanti alla cui Mente, come Egli stesso precisa, 'scorrono incessantemente, e l’uno sopra l’altro, senza che l’uno impedisca la visione dell’altro, tutti gli eventi dell’uomo nel tempo'.
L'epoca dell'Anticristo rappresenta una sorta di Giudizio, o meglio ancora una grande Selezione concernente la Chiesa e l'Umanità nel loro insieme le quali - allontanatesi da Dio e avendolo rinnegato a causa dell'apostasia generalizzata - vengono abbandonate a se stesse dal Dio respinto, divenendo facile preda del loro 'io' e di Satana.
L'epoca dell'Anticristo rappresenta una sorta di Giudizio 'particolare' divino sulla Chiesa e sull'Umanità nel loro insieme le quali - allontanatesi da Dio e avendolo rinnegato a causa dell'apostasia generalizzata - vengono abbandonate a se stesse dal Dio respinto, divenendo facile preda del loro 'io' e di Satana.
I periodi futuri della Storia umana si susseguono insomma nel Pensiero e nell'Eterno Presente di Gesù-Dio come in dissolvenze incrociate per cui nel Regno dell'Anticristo (ripeto: un 'regno' di tre anni e mezzo, cioè di 42 mesi) si vede in prospettiva l'epoca finale di Satana che si scatenerà per l'ultima volta contro i cristiani e l'Umanità nella Guerra di Gog e Magog prima che Dio dica il suo 'Basta' definitivo.
Nel Regno di Dio in terra nel cuore degli uomini dopo la sconfitta dell'Anticristo - regno che nell'Apocalisse viene identificato e 'temporizzato' nei cosiddetti 'mille anni', forse a significare un lunghissimo periodo di tempo - si intravede invece la 'figura' del successivo Regno dei Cieli nella Gerusalemme Celeste, quando il pianeta Terra e tutto l’Universo creato, avranno cessato di esistere avendo avuto luogo il Giudizio universale.

1 Dn 7, 1-28:1 Nel primo anno di Baldassàr, re di Babilonia, Daniele, mentre era a letto, ebbe un sogno e visioni nella sua mente. Egli scrisse il sogno e ne fece la seguente relazione.
2Io, Daniele, guardavo nella mia visione notturna, ed ecco, i quattro venti del cielo si abbattevano impetuosamente sul Mare Grande 3e quattro grandi bestie, differenti l'una dall'altra, salivano dal mare.
4La prima era simile a un leone e aveva ali di aquila. Mentre io stavo guardando, le furono strappate le ali e fu sollevata da terra e fatta stare su due piedi come un uomo e le fu dato un cuore d'uomo.
5Poi ecco una seconda bestia, simile a un orso, la quale stava alzata da un lato e aveva tre costole in bocca, fra i denti, e le fu detto: «Su, divora molta carne».
6Dopo di questa, mentre stavo guardando, eccone un'altra simile a un leopardo, la quale aveva quattro ali d'uccello sul dorso; quella bestia aveva quattro teste e le fu dato il potere.
7Dopo di questa, stavo ancora guardando nelle visioni notturne, ed ecco una quarta bestia, spaventosa, terribile, d'una forza straordinaria, con grandi denti di ferro; divorava, stritolava e il rimanente se lo metteva sotto i piedi e lo calpestava: era diversa da tutte le altre bestie precedenti e aveva dieci corna.
8Stavo osservando queste corna, quand'ecco spuntare in mezzo a quelle un altro corno più piccolo, davanti al quale tre delle prime corna furono divelte: vidi che quel corno aveva occhi simili a quelli di un uomo e una bocca che proferiva parole arroganti.
9Io continuavo a guardare, quand'ecco furono collocati troni e un vegliardo si assise. La sua veste era candida come la neve e i capelli del suo capo erano candidi come la lana; il suo trono era come vampe di fuoco con le ruote come fuoco ardente. 10Un fiume di fuoco scorreva e usciva dinanzi a lui, mille migliaia lo servivano e diecimila miriadi lo assistevano.
La corte sedette e i libri furono aperti. 11Continuai a guardare a causa delle parole arroganti che quel corno proferiva, e vidi che la bestia fu uccisa e il suo corpo distrutto e gettato a bruciare nel fuoco. 12Alle altre bestie fu tolto il potere e la durata della loro vita fu fissata fino a un termine stabilito. 13Guardando ancora nelle visioni notturne, ecco venire con le nubi del cielo uno simile a un figlio d'uomo; giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui. 14Gli furono dati potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano: il suo potere è un potere eterno, che non finirà mai, e il suo regno non sarà mai distrutto. 15Io, Daniele, mi sentii agitato nell'animo, tanto le visioni della mia mente mi avevano turbato; 16mi accostai a uno dei vicini e gli domandai il vero significato di tutte queste cose ed egli me ne diede questa spiegazione: 17«Le quattro grandi bestie rappresentano quattro re, che sorgeranno dalla terra; 18ma i santi dell'Altissimo riceveranno il regno e lo possederanno per sempre, in eterno».
19Volli poi sapere la verità intorno alla quarta bestia, che era diversa da tutte le altre e molto spaventosa, che aveva denti di ferro e artigli di bronzo, che divorava, stritolava e il rimanente se lo metteva sotto i piedi e lo calpestava, 20e anche intorno alle dieci corna che aveva sulla testa e intorno a quell'ultimo corno che era spuntato e davanti al quale erano cadute tre corna e del perché quel corno aveva occhi e una bocca che proferiva parole arroganti e appariva maggiore delle altre corna. 21Io intanto stavo guardando e quel corno muoveva guerra ai santi e li vinceva, 22finché venne il vegliardo e fu resa giustizia ai santi dell'Altissimo e giunse il tempo in cui i santi dovevano possedere il regno.
23Egli dunque mi disse: «La quarta bestia significa che ci sarà sulla terra un quarto regno diverso da tutti gli altri e divorerà tutta la terra, la schiaccerà e la stritolerà. 24Le dieci corna significano che dieci re sorgeranno da quel regno e dopo di loro ne seguirà un altro, diverso dai precedenti: abbatterà tre re 25e proferirà parole contro l'Altissimo e insulterà i santi dell'Altissimo; penserà di mutare i tempi e la legge. I santi gli saranno dati in mano per un tempo, più tempi e metà di un tempo. 26Si terrà poi il giudizio e gli sarà tolto il potere, quindi verrà sterminato e distrutto completamente. 27Allora il regno, il potere e la grandezza dei regni che sono sotto il cielo saranno dati al popolo dei santi dell'Altissimo, il cui regno sarà eterno e tutti gli imperi lo serviranno e gli obbediranno».
28Qui finisce il racconto. Io, Daniele, rimasi molto turbato nei pensieri, il colore del mio volto cambiò e conservai tutto questo nel cuore.
2  Maria Valtorta: 'I Quaderni del 1944' - 25.1.1944 - C.E.V
3  Isaia 2, 1-5; 7, 10-17; 9, 1-6; 11, 1-9.
4  2 Daniele 7, 1-8 e 11-12 e 15-25.
5  Apocalisse 13; 17; da 19, 11 a 20, 10.
6  L’8 gennaio, pag. 17.
7  Luca 2, 40.
8 Ap 19, 11-21 e Ap 20, 1-6: 11Poi vidi il cielo aperto, ed ecco un cavallo bianco; colui che lo cavalcava si chiamava Fedele e Veritiero: egli giudica e combatte con giustizia.
12I suoi occhi sono come una fiamma di fuoco, ha sul suo capo molti diademi; porta scritto un nome che nessuno conosce all'infuori di lui. 13È avvolto in un mantello intriso di sangue e il suo nome è: il Verbo di Dio. 14Gli eserciti del cielo lo seguono su cavalli bianchi, vestiti di lino bianco e puro. 15Dalla bocca gli esce una spada affilata, per colpire con essa le nazioni. Egli le governerà con scettro di ferro e pigerà nel tino il vino dell'ira furiosa di Dio, l'Onnipotente. 16Sul mantello e sul femore porta scritto un nome: Re dei re e Signore dei signori.
17Vidi poi un angelo, in piedi di fronte al sole, nell'alto del cielo, e gridava a gran voce a tutti gli uccelli che volano: 18«Venite, radunatevi al grande banchetto di Dio. Mangiate le carni dei re, le carni dei comandanti, le carni degli eroi, le carni dei cavalli e dei cavalieri e le carni di tutti gli uomini, liberi e schiavi, piccoli e grandi».
19Vidi allora la bestia e i re della terra con i loro eserciti, radunati per muovere guerra contro colui che era seduto sul cavallo e contro il suo esercito. 20Ma la bestia fu catturata e con essa il falso profeta, che alla sua presenza aveva operato i prodigi con i quali aveva sedotto quanti avevano ricevuto il marchio della bestia e ne avevano adorato la statua. Ambedue furono gettati vivi nello stagno di fuoco, ardente di zolfo. 21Gli altri furono uccisi dalla spada che usciva dalla bocca del cavaliere; e tutti gli uccelli si saziarono delle loro carni.
Ap 20, 1-6: 1 E vidi un angelo che scendeva dal cielo con in mano la chiave dell'Abisso e una grande catena. 2Afferrò il drago, il serpente antico, che è diavolo e il Satana, e lo incatenò per mille anni; 3lo gettò nell'Abisso, lo rinchiuse e pose il sigillo sopra di lui, perché non seducesse più le nazioni, fino al compimento dei mille anni, dopo i quali deve essere lasciato libero per un po' di tempo. 4Poi vidi alcuni troni - a quelli che vi sedettero fu dato il potere di giudicare - e le anime dei decapitati a causa della testimonianza di Gesù e della parola di Dio, e quanti non avevano adorato la bestia e la sua statua e non avevano ricevuto il marchio sulla fronte e sulla mano. Essi ripresero vita e regnarono con Cristo per mille anni; 5gli altri morti invece non tornarono in vita fino al compimento dei mille anni. Questa è la prima risurrezione. 6Beati e santi quelli che prendono parte alla prima risurrezione. Su di loro non ha potere la seconda morte, ma saranno sacerdoti di Dio e del Cristo, e regneranno con lui per mille anni.
9  N.d.A.: Per l'eternità. E' un brano che va bene interpretato: 'Per l'eternità starà all'Inferno l'Antictristo, perché Satana uscirà dall'Inferno solo una volta terminati i 'mille anni' di 'incatenamento' previsti in Apocalisse e prima della fine del mondo, aiutato questa volta non più dall'Anticristo dell'epoca precedente ed ormai definitivamente sconfitto, ma dagli stessi uomini, nella guerra di Gog e Magog.
10 N.d.A: Nota dell'autore: allora...: come si evince chiaramente da altri brani dell'Opera valtortiana, qui l'allora non si riferisce al tempo della sconfitta dell'Anticristo (battaglia di Armagheddon) ma, dopo il 'millennio' dell'incatenamento di Satana, alla successiva fine del mondo in occasione del Giudizio universale.
11 Ap 20, 7-15: 7Quando i mille anni saranno compiuti, Satana verrà liberato dal suo carcere 8e uscirà per sedurre le nazioni che stanno ai quattro angoli della terra, Gog e Magòg, e radunarle per la guerra: il loro numero è come la sabbia del mare. 9Salirono fino alla superficie della terra e assediarono l'accampamento dei santi e la città amata. Ma un fuoco scese dal cielo e li divorò. 10E il diavolo, che li aveva sedotti, fu gettato nello stagno di fuoco e zolfo, dove sono anche la bestia e il falso profeta: saranno tormentati giorno e notte per i secoli dei secoli.
11E vidi un grande trono bianco e Colui che vi sedeva. Scomparvero dalla sua presenza la terra e il cielo senza lasciare traccia di sé. 12E vidi i morti, grandi e piccoli, in piedi davanti al trono. E i libri furono aperti. Fu aperto anche un altro libro, quello della vita. I morti vennero giudicati secondo le loro opere, in base a ciò che era scritto in quei libri. 13Il mare restituì i morti che esso custodiva, la Morte e gli inferi resero i morti da loro custoditi e ciascuno venne giudicato secondo le sue opere. 14Poi la Morte e gli inferi furono gettati nello stagno di fuoco. Questa è la seconda morte, lo stagno di fuoco. 15E chi non risultò scritto nel libro della vita fu gettato nello stagno di fuoco.

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