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35. Giudizio particolare per gli aborti: 40 milioni/anno di infanticidi gravissimi, un vero e proprio sterminio di massa, un'ecatombe contro degli inermi innocenti. Costoro, martiri innocenti, tutti 'salvi' nel Limbo, ma un Giudizio divino inesorabile peserà su coloro che sopprimono una vita anche embrionale e non se ne saranno pentiti.
Ogni Giudizio è rimesso al Figlio ma Egli giudicherà anche per le colpe commesse contro il Padre e lo Spirito Santo.
Naturalmente Gesù terrà conto di vari fattori. Ad esempio molti sono in colpa per propria precisa volontà, altri per volontà altrui. Quindi - per la stessa colpa - diverso sarà il grado di giudizio perché Dio è sempre giusto.
Ad esempio un furto è una mancanza di amore perché si sottrae qualcosa a qualcuno, ma diverso è il giudizio su chi - già indigente - ruba in stato di necessità e su chi lo fa per arricchirsi indebitamente impoverendo altri.
Lo stesso per quanto riguarda ad esempio un omicidio: c'è infatti il soldato che è costretto ad uccidere per obbedire alla sua Patria, c'è il soldato che invece si compiace nel fare strage, c'è l'uomo che lo fa per legittima difesa, c'è chi lo fa reagendo ad una gravissima provocazione, c'è infine chi lo compie con la mente completamente obnubilata oppure per una malattia mentale che gli toglie la giusta capacità di discernimento.
A parità di azione il Giudizio conseguentemente può cambiare.
Per quanto riguarda l'omicidio vi è però un Giudizio di Dio che è particolarmente severo ed è quello concernente l'aborto. 1
Nel caso degli aborti, oltre alla gravità dell'omicidio di esseri umani, per di più creature innocenti, vi è l'aggravante di averle uccise impedendo loro di ricevere il Sacramento del Battesimo che dà la Grazia, toglie la Macchia del Peccato originale ed aprirebbe loro immediatamente le porte del Paradiso.
Il Giudizio di Dio sarà al riguardo severissimo ed inesorabile.
Ecco cosa dice infatti Gesù alla nostra mistica:2
«...Ma vi è una seconda morte: quella dello spirito privo di Grazia.
Grande numero di giusti attendevano da secoli e millenni che la Redenzione, purificandoli dalla Colpa, permettesse il loro entrare a far parte del Regno di Dio, dove entra solo chi ha in sé la Vita soprannaturale.
Ancor più grande numero di uomini, venuti dopo il Cristo, attendono di entrarvi quando sarà compiuta la loro purificazione dalle colpe gravi volontarie, o quando la Giustizia perfettissima aprirà i Cieli a tutti coloro che vissero e agirono con carità e giustizia, secondo la legge della coscienza, per servire ed onorare così l’Ente che sentivano essere, facendo così parte dell’anima della Chiesa.
Non si può pensare che Dio, Carità perfetta che ha creato tutte le anime, predestinandole alla Grazia, escluda dal suo Regno quelli che, non per propria causa, non hanno ricevuto il Battesimo.
Quale colpa hanno commessa?
Spontaneamente vollero nascere in luoghi non cattolici?
Sono responsabili i neonati, morti nel nascere, di non essere battezzati?
Può Dio infierire su tutti questi che non sono “chiesa” nel senso stretto della parola, ma che lo sono avendo ricevuto l’anima da Dio ed essendo morti innocenti perché morti nel nascere, od essendo vissuti da giusti per loro naturale tendenza a praticare il bene per onorare così il Bene supremo che tutto, in loro e intorno a loro, testimoniava essere?
No.
Ed è cosa probante, che così non sia, il giudizio inesorabile e severissimo dato da Dio a quelli che sopprimono una vita, anche embrionale, o appena venuta alla luce, vietandole di ricevere il Sacramento che leva la Colpa d’origine.
Perché questo rigore, se non perché per secoli e millenni quelle anime di innocenti vengono separate da Dio, in uno stato non di pena, ma neppur di gaudio?
Può pensarsi che il Buonissimo, che ha predestinato tutti gli uomini alla Grazia, defraudi di essa coloro che non per spontanea elezione non sono cattolici?
«Molte sono in Cielo le dimore del Padre mio» ha detto (Gv 14,2) il Cristo.
Quando non sarà più questo mondo, ma vi sarà un nuovo mondo, un nuovo cielo, e i nuovi tabernacoli della Gerusalemme eterna, e tutta la creazione razionale avrà la sua glorificazione con l’esaltazione dei Risorti, che furono dei giusti, al possesso del Regno eterno di Dio, anche coloro che furono uniti soltanto all’anima della Chiesa avranno la loro dimora in Cielo, perché solo Cielo ed Inferno rimarranno eterni, e non può pensarsi che la Carità danni al supplizio eterno creature immeritevoli di esso...».
Questa spiegazione di Gesù ci offre l'opportunità di fare alcune considerazioni su un problema di straordinaria attualità.
Io che oggi scrivo, e voi che oggi leggete, non scriveremmo e non leggeremmo se i nostri genitori ci avessero 'abortito'.
Noi esistiamo, viviamo, parliamo, amiamo, possiamo formarci una famiglia, avere dei figli e dei nipoti perché i nostri genitori non hanno voluto trasformarci in rifiuti per le discariche.
Chiedo scusa per la brutalità di questa espressione che tuttavia riflette una realtà che va assolutamente guardata in faccia se vogliamo prendere coscienza di questo atroce fenomeno.
Non c'è nessun diritto alla cosiddetta autogestione della 'propria vita', tanto declamato dai movimenti abortisti, ma l'unico diritto di autogestione della propria vita è semmai quello degli innocenti.
Viene ad essi impedito barbaramente e con atroci sofferenze di vedere la luce del mondo, di godere della bellezza della natura e della vita, dell'amicizia degli amici, dell'amore di un uomo o di una donna, di amare i propri genitori sorridendo loro e chiamandoli papà e mamma: parole dolcissime, che oggi in certi Stati vengono invece sempre più frequentemente sostituite - e lo dico con tristezza - da 'genitore 1' e 'genitore 2' come se - anziché procreatori dei loro figli, figli del loro amore - papà e mamma fossero dei 'produttori' di anonimi embrioni.
Si tratta inoltre di una gravissima offesa a Dio perché nel Progetto divino sulla creazione i figli non sono solo figli dei genitori ma sono innanzitutto 'figli spirituali di Dio' che ha infuso nel concepito un'anima intelligente destinata a vivere per l'eternità in Paradiso.
Nel comando di Dio dato nella Genesi ai due Progenitori con quel 'Crescete e moltiplicatevi' non c'era un invito all'attività sessuale fine a se stessa - come molti lo intendono per giustificare ogni 'licenza' - ma a quella riproduttiva proprio per 'procreare' i futuri 'figli di Dio' in Cielo.
Se c'è un peccato che grida vendetta a Dio, e per il quale ci vuole perfetta contrizione e richiesta di perdono a Dio ed alle vittime, é dunque proprio questo.
Al di là dell'infanticidio, costringiamo infatti questi pargoli ad una sosta nel Limbo per chissà quanti secoli e millenni fino a quando vi sarà il Giudizio universale, in uno stato che se non è di pena - perché sono anime innocenti che nulla devono espiare -  non è nemmeno di felicità perché si vedono privati della possibilità, come piccoli martiri, di entrare nella Gloria di Dio la cui Luce certo essi intravvedono in fondo al 'tunnel'.
Non bisogna peraltro dimenticare che l'anima spirituale di un bimbo o comunque di un 'concepito' è di per sé del tutto 'perfetta' ed 'intelligente' perché - libera dalla carne che fa velo e nella luce soffusa di Dio nel Limbo - essa comprende molto di più dell'uomo più intelligente di questo nostro mondo.
Figuriamoci i bimbi in Paradiso. Questi 'piccoli' (e quest'ultimo è un insegnamento valtortiano) sono in realtà dei 'giganti' spirituali ed intellettuali.


1 Nel mondo ogni anno si sopprimono in tale modo milioni di vite embrionali.
In Italia - che è uno dei paesi europei con un relativamente basso tasso abortivo - gli aborti sono attualmente superiori ai 100.000 annui, figuriamoci nel resto degli altri paesi del mondo in cui il totale complessivo è di decine di milioni l'anno, anzi - per essere un poco più precisi secondo i dati forniti dalla Organizzazione Mondiale della Sanità - è di oltre 40 milioni/anno: più che un genocidio è un autentico sterminio di massa su basi planetarie, un vero e proprio crimine contro l'Umanità che nessuno però persegue.
Anzi, sono le stesse Organizzazioni O.N.U. - che dicono di voler difendere i 'diritti' dell'uomo - ad incoraggiare la pratica sostenendo il malthusianesimo, la dottrina economica che - rifacendosi all'economista inglese Thomas Malthus - attribuisce principalmente alla pressione demografica la diffusione della povertà e della fame nel mondo. In realtà esistono sulla terra continenti con enormi territori non sfruttati per l'agricoltura, territori che sarebbero sufficienti per sfamare tutti. Non parliamo poi delle ingenti risorse sprecate in armamenti. Non è con gli aborti di massa che si elimina dunque la fame nel mondo, questa è una politica di morte.
2  M.V. 'Quaderni 1945-50' - Senza data - pagg. 517-518 della Ed. 2006 - C.E.V.      

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