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32. Ancora sui criteri del Giudizio di Dio. San Paolo: «Tutti quelli che senza legge hanno peccato, senza legge periranno; e tutti quelli che sotto una legge hanno peccato, saranno da essa condannati; non quelli infatti che ascoltano la legge son giusti dinanzi a Dio, ma quelli che la mettono in pratica saranno giustificati...».
Gesù – lo abbiamo già detto - insegnava a Nicodemo che per ottenere il Regno dei Cieli bisognava ‘rinascere di nuovo’.
Gesù intendeva: rinascere nello spirito, combattendo appunto contro il proprio io, perché Dio – a partire dal Nuovo Testamento e dalla Nuova Alleanza - non vuole più sacrifici di prodotti agricoli o di incolpevoli ed innocenti vittime animali, ma desidera l'immolazione del nostro 'io'.
Molti si chiedono cosa Dio possa volere da noi e cosa si debba intendere per 'fare la sua volontà'.
La risposta è semplicissima: fare la volontà di Dio consiste nel rispettare il meglio possibile la Legge dei Dieci Comandamenti alla luce dei 'miglioramenti di perfezione' apportati da Gesù con il suo 'Discorso della montagna'.
Se amiamo Dio rispettando i suoi Dieci comandamenti anziché abbandonarci ai nostri impulsi peggiori, noi stessi - cercando di soffocare il nostro 'io' - ci offriamo 'vittime' sull'altare di Dio riscattando in tal modo i nostri peccati.
Il primo esempio di 'Anima Vittima' per eccellenza ce lo ha dato proprio Gesù che - Uomo-Dio - si è offerto alla Croce quale Vittima Innocente per riscattare non i suoi peccati, che Egli non volle mai commettere, ma i nostri1, e lo fece per ottenere dal Padre la Redenzione dell'Umanità con la riapertura delle porte del Paradiso agli uomini di buona volontà.
Quante volte si sente dire che Dio non giudica né punisce mai i cattivi che sembra siano lasciati liberi di fare quel che vogliono a detrimento dei 'buoni'?
In realtà Egli concede loro solo 'tempo', il tempo di pentirsi, perché Egli li vorrebbe tutti salvi.
Nel Giudizio particolare, Dio terrà conto anche delle nostre ‘attenuanti’, perché la Misericordia è uno dei suoi attributi. Tuttavia - anche se Dio è Amore - Egli è anche Giustizia, e non può venir meno alla Giustizia per un eccesso di Misericordia perché ciò sarebbe fare un torto, e quindi una mancanza di amore, nei confronti di chi con sacrificio si è comportato in vita da giusto.
Il tema del Giudizio divino – e quindi della condanna o del perdono - è tuttavia troppo importante e vitale per non approfondirlo ulteriormente. Ci riguarda infatti molto personalmente, da esso dipende il nostro destino eterno.
È per questa ragione che l’ispirato San Paolo, sempre nella sua 'Lettera ai Romani', vi dedica particolare rilievo.
Come ho già accennato, San Paolo - come ‘scrittore’ - non é tanto facile da capire.
Egli é piuttosto ‘ermetico' e per poterne comprendere meglio il 'linguaggio' e la terminologia è necessaria una certa preparazione e conoscenza non solo della Dottrina cristiana ma anche dell'esatto significato dei termini che usa, pena il rischio di incorrere in malintesi.
Egli, in origine allievo rabbinico di grande preparazione teologica e filosofica, ha saputo illustrare talmente bene la Dottrina cristiana al punto che taluni asseriscono essere stato lui il vero 'fondatore' del Cristianesimo. In realtà Paolo era semplicemente un 'ispirato', uno 'strumento' che parlava perché potentemente illuminato da Dio che non per altro lo aveva convertito accecandolo e disarcionandolo da cavallo.
Si tratta di una assurdità detta da persone che in molti casi si propongono di denigrare Gesù Cristo mettendolo un gradino sotto San Paolo per ridimensionare così la figura di Gesù-Uomo-Dio al livello di un semplice ‘uomo’.
Si tratta in realtà degli stessi personaggi – non solo atei ma anche ‘teologi’ modernisti per di più anche 'cattolici'- che hanno messo anche in dubbio che Gesù sia mai storicamente esistito o hanno insinuato che - se esistito – Egli sia stato idealizzato e 'fatto Dio' - in buona o mala fede - dai suoi primi ‘fanatici’ seguaci.
Per costoro lo scopo finale è quello di ridurre Gesù Cristo, e quindi la Religione cristiana, ad una dimensione umana, cioè non più divina, e quindi una religione 'ecumenicamente' eguale a tutte le altre per cui - se una religione vale l'altra - che motivo ci sarebbe per sacrificarsi e cercare di fare i 'cristiani' o di farsi cristiani?
Lo Spirito Santo, parlando del Giudizio di Dio, e commentando appunto il brano della 'Lettera ai Romani' di San Paolo trascritto in nota2, dice (grassetti e sottolineature sono miei):3
Lezione 9
16 gennaio 1948
Ai Romani, cap. II, v. 12.
Dice il Ss. Autore:
«La grande misericordia di Dio risplende ancor più luminosamente infinita nelle parole di Paolo che, ispirato, proclama come unicamente coloro che non riconoscono nessuna legge - né naturale, né soprannaturale, né ragionevole - periranno, mentre quelli che hanno conosciuto la Legge e non l'hanno praticata, dalla stessa Legge, che salva, saranno condannati; e ancora: che i Gentili, che non hanno la Legge, ma naturalmente e ragionevolmente fanno ciò che la Legge a loro sconosciuta prescrive - dandosi, per solo lume di ragione, rettezza di cuore, ubbidienza alle voci dello Spirito, sconosciuto ma presente, unico maestro al loro spirito di buona volontà, ubbidienza a quelle ispirazioni che essi seguono perché la loro virtù le ama, e non sanno di servire inconsapevolmente Dio - che questi Gentili, che mostrano con le loro azioni che la Legge è scritta nel loro cuore virtuoso, nel giorno del Giudizio saranno giustificati.
Osserviamo queste tre grandi categorie, nel giudizio divino delle quali risplendono misericordia e giustizia perfette.
Coloro che non riconoscono nessuna legge né naturale, né umana, e perciò ragionevole, né sovrumana.
Chi sono? I selvaggi?
No. Sono i luciferi della Terra. E il loro numero cresce sempre più col passare dei tempi, nonostante che civiltà e diffusione del Vangelo, predicazione inesausta di esso, dovrebbero far sempre più esiguo il loro numero. Ma pace, ma giustizia, ma luce, sono promesse agli uomini di buona volontà4. Ed essi sono di mala volontà.
Sono i ribelli ad ogni legge, anche a quella naturale. Perciò inferiori ai bruti.
Rinnegano volontariamente la loro natura di uomo: essere ragionevole dotato di mente e di anima. Fanno cose contro natura e contro ragione. Non meritano più che di perire di fra il numero degli uomini che son creati a immagine e somiglianza di Dio5, e periranno da come uomini per prendere la loro voluta natura di demoni.
Seconda categoria: gli ipocriti, i falsi, coloro che irridono Dio, avendo la Legge, ma avendola solo, non praticandola.
E può allora dirsi di averla veramente e trarne benefici? Simili a coloro che possiedono un tesoro ma lo lasciano inoperoso e incustodito6, essi non ne traggono frutti di vita eterna, gaudi immediati al loro morire, e Dio li condannerà perché ebbero il dono di Dio e non ne usarono con riconoscenza al Donatore che li aveva messi nella parte eletta dell’Umanità: in quella del Popolo suo perché segnato del segno cristiano.
Terza categoria: i Gentili. Al tempo d’oggi diamo tale qualifica a quelli che non sono cristiani cattolici. Chiamiamoli così, mentre meditiamo le parole di Paolo.
Essi, che non avendo la Legge fanno naturalmente ciò che la Legge impone ‑ e son legge a se stessi mostrando così come il loro spirito ami la virtù e tenda al Bene supremo ‑ essi, quando Dio giudicherà per mezzo del Salvatore le azioni segrete degli uomini, saranno giustificati.
Sono molti, costoro. Un numero grande. E sarà la folla immensa... di ogni nazione, tribù, popolo, linguaggio, sulla quale, nell’ultimo giorno, per i meriti infiniti del Cristo immolato sino all’estrema stilla di sangue e di umore, verrà impresso il sigillo7 del Dio vivo a salvezza e premio prima dell’estremo inappellabile giudizio.
La loro virtù, la loro spontanea ubbidienza alla legge di virtù, li avrà battezzati senza altro battesimo, consacrati senza altro crisma che i meriti infiniti del Salvatore.
Il Limbo non sarà più dimora dei giusti. Così come la sera del Venerdì Santo8 esso si svuotò dei suoi giusti, perché il Sangue versato dal Redentore li aveva detersi dalla macchia di origine, così alla sera del Tempo9 i meriti del Cristo trionfante su ogni nemico li assolverà dal non essere stati del suo gregge per ferma fede di essere nella religione giusta, e li premierà della virtù esercitata in vita.
Se così non fosse, Dio farebbe frode a questi giusti che si dettero legge di giustizia e difesero la giustizia e la virtù. E Dio non defrauda mai. Lungo talora a compiersi, ma sempre certo il suo premio.»
Rielaboriamo in 'parole povere' quanto sopra scritto in merito al Giudizio di Dio:
Si possono individuare tre categorie di uomini:
1) Coloro che non intendono rispettare alcuna legge - né naturale né umana, né soprannaturale - sono uomini di cattiva volontà, ribelli persino alla Legge naturale dei Dieci Comandamenti che Dio ha inciso nelle loro anime. Per costoro è dunque giusta la condanna eterna all'Inferno.
2) Coloro che hanno conosciuto la Legge cristiana ma non hanno voluto praticarla nonostante gli 'aiuti soprannaturali' ad essa legati che li salverebbe, sprecando così il 'talento' ricevuto, verranno anch'essi condannati. In sostanza - fa capire San Paolo - è la conoscenza della esistenza di una legge divina che, se non rispettata, crea il 'peccato'.
3) I pagani non battezzati che non hanno invece conosciuto la Legge ma in maniera naturale, usando la ragione e ascoltando la voce della propria coscienza, fanno per rettezza di cuore quanto viene prescritto dai dettami della stessa (pur non essendo consapevoli di fare la volontà di Dio ma dimostrando di rispettare la Legge incisa da Dio nelle loro coscienze o meglio nel loro spirito) saranno ‘giustificati’ nel giorno del Giudizio universale.
Lo Spirito Santo – quanto al Giudizio sui pagani non battezzati, e qui anticipiamo un concetto che verrà approfondito quando tratteremo del Limbo - chiarisce ancora:
i pagani - che non hanno conosciuto la legge cristiana, ma hanno invece fatto di propria iniziativa ciò che la Legge impone - dimostrano in tal modo che il loro spirito tende istintivamente a Dio e che essi sono dei 'giusti'. Dio scruta infatti nei loro cuori e, quando Gesù giudicherà le azioni segrete degli uomini, essi saranno perdonati. Questi ultimi, i pagani non battezzati, sono una moltitudine sterminata di ogni nazione, tribù, popolo, lingua che - nell'ultimo giorno, vale a dire quello del Giudizio universale - verranno giudicati, perdonati e salvati grazie ai meriti infiniti del Sangue di Gesù Cristo che verrà impresso come un sigillo su di loro a premio del loro comportamento 'cristiano' essendo stati cristiani di fatto anche se non di nome.
 Per i cristiani è il Battesimo in Acqua e Spirito Santo quello che cancella il Peccato originale e - se essi si sono comportati con buona volontà - apre loro le porte del Paradiso subito dopo la loro morte o una volta terminata l’espiazione in Purgatorio.
Per i pagani che - senza saperlo si sono comportati secondo gli insegnamenti di Gesù Cristo - il 'battesimo' sarà invece costituito dalle loro virtù, e alla fine del mondo sarà loro applicato come Battesimo quello del Sangue di Gesù versato sul Calvario, vale a dire il Crisma dei Meriti infiniti del Salvatore.
 In definitiva alla fine del Tempo i giusti pagani che sono in attesa nel Limbo - pur non essendo stati cristianamente battezzati ma avendo essi avuto una ferma fede di appartenere alla loro religione da essi ritenuta 'vera' e di adorare anche quello che per essi è il dio 'vero' - verranno assolti per la virtù da loro esercitata in vita e accederanno trionfalmente al Paradiso. Né potrebbe essere altrimenti perché 'in caso contrario Dio avrebbe frodato quei 'giusti non cristiani' che seppero essere virtuosi e darsi norme di comportamento giusto'.
In Cielo, dunque, anche se non battezzati?
Sì, ma solo dopo la fine del mondo in occasione del Giudizio Universale, perché il premio di Dio 'può arrivare tardi, ma è sempre certo'.
San Paolo nella sua 'Lettera ai Romani' precedentemente citata in nota esprime dunque un concetto fondamentale, e cioè - indipendentemente dalla religione professata – Dio, nell’emettere il Suo Giudizio collettivo alla fine della Storia umana, salverà tutti coloro che avranno voluto fare il bene.
Possiamo dunque concludere che il Giudizio di Dio è giusto ed inviolabile.
Senza prendere qui in considerazione il Giudizio particolare che ci 'destina' alla beatitudine immediata in Paradiso, è ovvio concludere che se l'anima giudicata è mortalmente colpevole essa diviene un'anima dannata nell'Inferno.
Se è invece lievemente colpevole o comunque non mortalmente colpevole, viene mandata nel Purgatorio per un'opportuna espiazione.
Se essa appartiene infine ad un 'giusto' non battezzato, ma in quanto giusto appartenente all'anima della Chiesa, essa va alla pace del Limbo in attesa che per lei dopo il Giudizio universale vengano aperte le porte dei Cieli.
Ho voluto ribadire più volte questi concetti partendo da angolazioni differenti perché è essenziale che essi risultino alla fine assolutamente chiari.


1 Eb 10, 1-14: 1 La Legge infatti, poiché possiede soltanto un'ombra dei beni futuri e non la realtà stessa delle cose, non ha mai il potere di condurre alla perfezione per mezzo di sacrifici - sempre uguali, che si continuano a offrire di anno in anno - coloro che si accostano a Dio. 2Altrimenti, non si sarebbe forse cessato di offrirli, dal momento che gli offerenti, purificati una volta per tutte, non avrebbero più alcuna coscienza dei peccati? 3Invece in quei sacrifici si rinnova di anno in anno il ricordo dei peccati. 4È impossibile infatti che il sangue di tori e di capri elimini i peccati. 5Per questo, entrando nel mondo, Cristo dice:
Tu non hai voluto né sacrificio né offerta,
un corpo invece mi hai preparato.
6 Non hai gradito
né olocausti né sacrifici per il peccato.
7Allora ho detto: «Ecco, io vengo
- poiché di me sta scritto nel rotolo del libro -
per fare, o Dio, la tua volontà»
.
8Dopo aver detto: Tu non hai voluto e non hai gradito né sacrifici né offerte, né olocausti né sacrifici per il peccato, cose che vengono offerte secondo la Legge, 9soggiunge: Ecco, io vengo a fare la tua volontà. Così egli abolisce il primo sacrificio per costituire quello nuovo. 10Mediante quella volontà siamo stati santificati per mezzo dell'offerta del corpo di Gesù Cristo, una volta per sempre.
11Ogni sacerdote si presenta giorno per giorno a celebrare il culto e a offrire molte volte gli stessi sacrifici, che non possono mai eliminare i peccati. 12Cristo, invece, avendo offerto un solo sacrificio per i peccati, si è assiso per sempre alla destra di Dio, 13aspettando ormai che i suoi nemici vengano posti a sgabello dei suoi piedi. 14Infatti, con un'unica offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati.  
2  Rm 2, 12: 12 Tutti quelli che senza legge hanno peccato, senza legge periranno; e tutti quelli che sotto una legge han peccato, saranno da essa condannati; 13 non quelli infatti che ascoltano la legge son giusti dinanzi a Dio, ma quelli che la mettono in pratica saranno giustificati. 14 Quando i Gentili, che non hanno legge, fanno naturalmente ciò che la legge impone, non avendo legge, son legge a se stessi; 15 e mostrano che il tenor della legge è scritto nel loro cuore, testimone la loro coscienza ed i pensieri che a vicenda tra di loro accusano od anche difendono, 16 nel giorno in cui, secondo il mio Vangelo, Dio giudicherà per mezzo di Gesù Cristo le azioni segrete degli uomini.
3  Maria Valtorta: ‘Lezioni sull’Epistola di Paolo ai Romani’ – Dettato 16.01.48 – C.E.V.
4  Luca 2, 14
5  Genesi 1, 27
6  Matteo 25, 14-30
7  Apocalisse 5, 9-10
8  Matteo 27, 45-50
9  Ap 7, 2-3   

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