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29. La reincarnazione e la sensazione di aver già vissuto - in una vita precedente - determinate situazioni che viviamo nella vita attuale: i ‘ricordi’ delle anime.
Il Giudizio particolare immediato e definitivo da parte di Dio, il quale poi destina irrevocabilmente l’anima alla sua sorte fausta od infausta in base a come si è comportata nella vita terrena, è dunque fondamentale per confutare la 'dottrina' della reincarnazione che nega tale Giudizio.
Tale dottrina – ora, come due millenni fa e più ancora - si 'aiuta' talvolta con quello che viene definito come il ‘ricordo’ di una vita precedente, sensazione che umanamente si può provare quando una persona ha l’impressione di aver già vissuto una determinata esperienza personale o di aver visto un determinato luogo o avere conosciuto da qualche parte o in qualche circostanza una certa persona.
A me è capitato e sono convinto che almeno una volta possa essere capitato anche a molti di voi.
La spiegazione dell'origine di questi ‘ricordi’ è molto interessante ed emerge da una visione di Maria Valtorta descritta ne ‘L’Evangelo come mi è stato rivelato’.
Il gruppo apostolico - composto in quell'occasione dagli apostoli ma anche dal seguito delle 'donne' di famiglia, parenti degli apostoli, nonché da alcune discepole che i Vangeli ci mostreranno poi sulla salita del Calvario ed al momento della Resurrezione di Gesù - è in marcia dopo essersi aggregato per ragioni di sicurezza alla carovana di un ricco mercante.
E' una fresca sera di ottobre e la carovana, composta da tanti uomini e cammelli, si ferma per la notte presso un gruppo di case, vicino ad una fonte, mentre apostoli e donne - fra le quali anche Maria, la Mamma di Gesù - si ritirano al riparo in una grossa stanza fumosa messa a loro disposizione.
Del gruppo fa parte Sintica, una greca bella, giovane e colta che - pagana e schiava di un romano in Palestina – era fuggita ed era stata accolta e nascosta nel gruppo apostolico facendosi poi 'discepola' e unendosi in quel viaggio al seguito di Gesù.
Come per Claudia Procula, la moglie di Pilato alla quale Gesù aveva tenuto in una certa casuale occasione una specifica ‘catechesi’ sull’anima e sulla sua sorte dopo la morte del corpo, anche per Sintica l'apprendere di avere un'anima spirituale immortale era stata una sorpresa entusiasmante.
I discorsi nello stanzone si intrecciano mentre apostoli e discepoli commentano fra di loro anche gli insegnamenti che Gesù aveva impartito - dialogando - durante il viaggio della giornata.
Un argomento fra quelli discussi è appunto quello dell’insegnamento dato da Gesù sul fatto che le anime - una volta infuse da Dio nell’Aldiquà, al momento del concepimento umano – pur rimanendo ‘smemorate’ (a causa della 'macchia' d'Origine, che subito le segna, e del 'velo' della carne) conservano inconsciamente un ricordo confuso acquisito nell’attimo infinitesimale della creazione, insomma ricordano talvolta qualcosa su quanto hanno visto mentre erano ancora nell’Eterno Presente di Dio…
Sintica - che vorrebbe saperne di più e continua a porre domande - si chiede allora se il fatto, comune a molte persone, di 'ricordare' talvolta certi episodi come se li avessero già vissuti o visti, non abbia qualcosa a che vedere con la teoria della reincarnazione creduta da molti pagani, cioè episodi o cose viste in una vita precedente.
Allora Gesù – adattando la sua spiegazione e linguaggio alla cultura di una pagana -  le dice in un bel dialogo (i grassetti sono miei)1:
(…)
«...Ascolta. Non devi credere che, perché gli spiriti hanno spontanei ricordi di Verità, sia dimostrato che noi si vive più vite. Ormai sai già abbastanza per sapere come fu creato l'uomo, come l'uomo peccò, come fu punito.
Ti è stato spiegato come nell'animale-uomo da Dio sia incorporata un'anima singola.
Questa è creata di volta in volta e non mai più usata per successive incarnazioni.
Questa certezza dovrebbe annullare la mia asserzione sui ricordi delle anime. Dovrebbe per qualunque altro essere che non fosse l'uomo, dotato di un'anima fatta da Dio.
L'animale non può ricordare nulla, nascendo una volta sola.
L'uomo può ricordare, pur nascendo una volta sola. Ricordare con la sua parte migliore: l'anima.
Da dove viene l'anima? Ogni anima d'uomo? Da Dio.
Chi è Dio? Lo Spirito intelligentissimo, potentissimo, perfetto.
Questa mirabile cosa che è l'anima, cosa da Dio creata per dare all'uomo la sua immagine e somiglianza come segno indiscutibile della sua Paternità Ss., risente delle doti proprie di Colui che la crea.
E’ dunque intelligente, spirituale, libera, immortale, come il Padre che l'ha creata.
Essa esce perfetta dal Pensiero divino e nell'attimo della sua creazione essa è uguale, per un millesimo di attimo, a quella del primo uomo: una perfezione che comprende la Verità per dono gratis dato.
Un millesimo di attimo. Poi, formata che sia, è lesionata dalla colpa d'origine. Per farti capire meglio dirò che è come se Dio fosse gravido dell'anima che crea e che il creato, nel nascere, venisse ferito da un segno incancellabile. Mi comprendi?».
«Sì. Finché è pensata, è perfetta. Un millesimo d'attimo, questo pensiero creante. Poi, il pensiero tradotto in fatto, il fatto è soggetto alla legge provocata dalla Colpa».
«Bene hai risposto. L'anima si incarna perciò così nel corpo umano, portando seco, quale gemma segreta nel mistero del suo essere spirituale, il ricordo dell'Essere Creatore, ossia della Verità.
Il bimbo nasce. Può essere un buono, un ottimo come un perfido. Tutto può divenire, perché è libero di volere.
Sui suoi 'ricordi' getta le luci il ministero angelico e le tenebre l'insidiatore.
A seconda che l'uomo appetisce alle luci, e perciò anche a virtù sempre più grande, facendo l'anima signora del suo essere, ecco che si aumenta in lei la facoltà di ricordare, come se sempre più la virtù assottigliasse la parete che si frappone fra l'anima e Dio.
Ecco perché i virtuosi di ogni paese sentono la Verità, non perfettamente, perché ottusi da contrarie dottrine o da ignoranze letali, ma sufficientemente per dare pagine di formazione morale ai popoli ai quali appartengono. Hai compreso? Sei persuasa? ».
«Sì. Concludendo: la religione delle virtù praticate eroicamente predispone l'anima alla Religione vera e alla conoscenza di Dio».
«Proprio così. E ora vai al riposo e sii benedetta. E tu pure, Mamma; e voi, sorelle e discepole. La pace di Dio sul vostro riposo».


1  M.V.: ‘L’Evangelo come mi è stato rivelato’ – Vol. IV – Cap. 290 - Centro Ed. Valtortiano
     

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