NoviGL-28 - ilCATECUMENO.it

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28. Il Giudizio particolare è immediato e definitivo. Non esiste possibilità di reincarnazione per potersi poi salvare in una vita successiva: la teoria della reincarnazione è un inganno satanico!
Da quanto spiegato in precedenza possiamo dunque concludere che dopo la morte vi è un Giudizio con una destinazione spirituale definitiva per l'Eternità (tranne quella di Purgatorio e Limbo che non sono eterni perché destinati a cessare al momento del Giudizio Universale) per cui non esiste un’altra vita terrena, come vagheggiato dalla teoria della metempsicosi1: una teoria sulla trasmigrazione e reincarnazione delle anime in un'altra persona o in un essere animale come – fraintendendo - si era domandato Nicodemo in quel suo memorabile colloquio notturno con Gesù di cui parla il Vangelo di Giovanni2.
Gesù gli aveva detto che per entrare nel Regno dei Cieli bisognava ‘nascere di nuovo’, intendendo però con ciò dire che si doveva 'rinascere', cioè 'rinnovarsi', nello spirito modificando radicalmente il proprio modo di pensare e di rapportarsi con il 'mondo' e con Dio.
La credenza sulla reincarnazione, derivata da altre religioni e filosofie orientali, era una teoria allora abbastanza conosciuta del mondo pagano pre-cristiano, greco-romano – a cultura ellenistica - teoria che era stata in qualche modo accreditata anche da Platone.
Si tratta di teorie filosofiche, o anche credenze religiose nella rinascita dell’anima o dello spirito di un individuo in un altro corpo fisico di animale o di persona, corpo del quale l’anima prenderebbe possesso dopo la sua morte terrena.
Teorie fatte proprie in maniera più 'sofisticata', specialmente dall’Ottocento in poi, dalle opere di Allan Kardek - il 'padre' dello spiritismo moderno e della medianicità.
Si tratta di 'favole' molto pericolose perché producono l’effetto di addormentare le coscienze nella illusione di una nuova vita in terra e di un cammino – di vita in vita – verso quella che, senza alcun Giudizio né particolare né universale da parte di Dio, sarebbe comunque un epilogo di salvezza, ottenuto praticamente come una sorta di avanzamento di carriera senza merito ma per… 'anzianità di servizio'.
Proprio questa è infatti la dottrina dello spiritismo moderno che – aggirando la questione del Giudizio particolare divino - sa esercitare un suo fascino perverso in decine di milioni di persone, in tutto il mondo e - purtroppo - fra gli stessi cristiani.
Questi cristiani ‘relativisti’ - i cristiani ‘fai da te’ - si sentono infatti in tal maniera 'confortati' e sicuri della propria salvezza finale ottenuta senza eccessivi sforzi quali invece vengono richiesti al cristiano vero che, per salvarsi, deve ‘volersi salvare’ usando violenza a se stesso per contrastare il proprio ‘io’ snaturato dalle conseguenze del Peccato originale e deve combattere contro le tentazioni del ‘mondo’.
Secondo le dottrine dello spiritismo, ogni volta che l'anima abbandona il corpo morto dell'uomo in cui abitava, deciderebbe - facendo una specie di esame di coscienza su quella che è stata la sua condotta nella vita appena terminata - come dovrà ulteriormente perfezionarsi nella vita successiva.
L'anima stabilirebbe quindi di sua iniziativa dove preferisce andare a rinascere: ad esempio in una famiglia ricca, o povera, in un paese o in un altro, o magari continuare ad incarnarsi nell'ambito del proprio stesso gruppo famigliare: futuri nipoti, pronipoti etc., al fine anche di poterli ‘aiutare’.
La ‘dottrina’ spiritista sulla reincarnazione sostiene che tutte le anime sono destinate ad andare in Cielo, una volta che - di trasmigrazione in trasmigrazione - esse si siano 'purificate', perché Dio è in ogni caso 'buono' per definizione e non ci può quindi tenere responsabili per i nostri peccati che dipenderebbero dalla natura umana, quella stessa natura che 'lui stesso, in fin dei conti, ci ha dato'...
Sempre secondo lo spiritismo, se un'anima non riesce a purificarsi in una vita, lo potrà fare comunque nelle vite successive.
La via mostrataci da Gesù è invece stretta ed erta, ma è una strada che - percorsa con un poco di attenzione e buona volontà - porta in realtà alla vera sicura salvezza.


1 N.d.A.: Metempsicosi: o teoria della reincarnazione, come se ne è più ampiamente parlato affrontando il primo tema dei NOVISSIMI: LA MORTE, nei paragrafi 04. e 05.
2  Gv 3, 1-21: 1 Vi era tra i farisei un uomo di nome Nicodèmo, uno dei capi dei Giudei. 2Costui andò da Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbì, sappiamo che sei venuto da Dio come maestro; nessuno infatti può compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui». 3Gli rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce dall'alto, non può vedere il regno di Dio».
4Gli disse Nicodèmo: «Come può nascere un uomo quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?». 5Rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio. 6Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito. 7Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall'alto. 8Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito».
9Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». 10Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro d'Israele e non conosci queste cose? 11In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. 12Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? 13Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell'uomo. 14E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, 15perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. 16Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. 17Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. 18Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio.
19E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. 20Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. 21Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».
  

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