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25. Morte di Maria SS. o... 'Transito'? Maria SS.: «Io morii? , se si vuol chiamare morte la separazione della parte eletta dello spirito dal corpo. No, se per morte si intende la separazione dell'anima vivificante dal corpo, la corruzione della materia non più vivificata dall'anima e, prima, la lugubrità del sepolcro e, per prima tra tutte queste cose, lo spasimo della morte».
Una vita condotta nel peccato facilita di molto la 'grande morte' dello spirito, perché la mancanza di fede e della Grazia indebolisce l'uomo e gli toglie gli anticorpi' spirituali che potrebbero salvarlo.
Abbiamo detto che la vera morte è quella dell'anima, ma quanto alla morte e alla nostra sopravvivenza dopo la morte vi è un argomento molto interessante che vorrei ulteriormente approfondire sotto un profilo diverso da quelli fino ad ora presi in considerazione, e cioè in cosa consista la differenza fra la separazione dell'anima dal corpo per la morte e la momentanea separazione dello spirito dal corpo ed anima, ad esempio per un'estasi od un 'rapimento'.
Vorrei pure tornare - per una miglior comprensione - sulla differenza fra l'anima-animale dell'uomo trasmessa con la procreazione da parte dei suoi genitori e l'anima dell'anima, vale a dire lo spirito immortale, infuso da Dio all'atto del concepimento da parte dei genitori.
Ed è Azaria, l'Angelo Custode di Maria Valtorta, che lo spiega a lei ed a noi.1
Il mio Angelo Custode mi spiega la differenza che è fra separazione dell’anima dal corpo per la morte, e momentanea separazione dello spirito dal corpo ed anima per l’estasi o il rapimento.
Mi dice che, mentre il distacco dell’anima dal corpo provoca morte, la contemplazione estatica, ossia la temporanea orazione dello spirito fuor dalle barriere dei sensi e della materia, non provoca morte. E questo perché l’anima non si stacca, ma con la sua parte migliore si immerge nei fuochi della contemplazione.
Per farmi capire meglio questa cosa, mi fa meditare che tutti gli uomini, finché sono in vita, hanno in sé l’anima (morta o viva che sia per peccato o per giustizia), ma solo i grandi amanti di Dio raggiungono la contemplazione vera.
Questo sta a dimostrare che l’anima conservante l’esistenza sinché è unita al corpo - e in questa particolarità in tutti gli uomini uguale - ha in sé una parte eletta: l’anima dell’anima, dirò così, che col disamore a Dio e alla sua Legge, e anche con la tiepidezza e i peccati veniali, perde la grazia di poter contemplare e conoscere, quanto lo può creatura e a seconda della perfezione raggiunta, Dio e gli eterni veri.
Questa spiegazione angelica l’ho avuta perché, dicendo il S. Rosario, meditavo sul 4° mistero glorioso, e perciò sulle parole di Maria Ss. del 12 aprile e a quelle dello Spirito Santo del 2 febbraio.
Dopo aver tanto parlato di 'anima', 'morte dell'anima', 'piccola e grande morte' e di aver sentito Azaria parlare della separazione dell’anima dal corpo per la morte e della momentanea separazione dello spirito dal corpo ed anima per l’estasi o il rapimento, perché non parlare di una 'morte' estremamente particolare, tanto particolare da essere chiamata 'Transito' più che morte propriamente detta?
Non sto qui a raccontarvi se non per sommi capi le circostanze - in base alle visioni dell'Opera valtortiana -  in cui avvenne il ‘transito’ di Maria SS., comunque con modalità del tutto straordinarie.
Quante volte non abbiamo sentito parlare della morte di Maria SS., sentendola chiamare anche 'Transito' ma non capendone il significato?
Quanti 'morirebbero' - scusate il gioco di parole - dalla voglia di saperlo?
Ecco l'importanza delle verità rivelate dalla Tradizione e dai primi Padri della Chiesa grazie alle conoscenze tramandate loro dagli apostoli.
I Vangeli non parlano della 'morte' di Maria SS., come non parlano nemmeno di tante altre cose che invece gli apostoli sapevano e trasmettevano oralmente ai loro discepoli.
Lo stesso San Giovanni ce lo conferma (Gv 21, 24-25) quando- chiudendo le ultime righe del suo Vangelo afferma di sé: 'È lui il discepolo che attesta queste cose e le ha scritte e noi sappiamo che la sua testimonianza è verace. Ci sono molte altre cose fatte da Gesù, le quali, se fossero scritte ad una ad una, non so se il mondo stesso potrebbe contenere i libri che si dovrebbero scrivere'.
Quest'ultima affermazione è una iperbole ma la visione che ci descriverà qui di seguito Maria Valtorta è certamente una di quelle tante cose non scritte nei Vangeli ma che Giovanni - che ne è stato testimone diretto avendo vissuto molti anni con Maria - non può non aver raccontato agli altri apostoli e questi ai loro discepoli e così via, alimentando fin dall'inizio la 'Tradizione' di un avvenimento che sarebbe stato in seguito codificato canonicamente nel Dogma del Transito/Assunzione di Maria al Cielo in anima e corpo.
Premetto che - sempre secondo le visioni dell'Opera valtortiana - dopo l'Ascensione al Cielo di Gesù, Maria SS. si era ritirata a vivere insieme a Giovanni, al quale Gesù da sopra la Croce l'aveva affidata, in una casetta sul Monte degli olivi, vicino al punto in cui Gesù aveva lasciato la terra per ascendere al Cielo di fronte ad una gran moltitudine di discepoli, come raccontano gli Atti degli apostoli.2
La casetta le era stata generosamente messa a disposizione dal ricchissimo e potente Lazzaro che ne era proprietario come di molti altri terreni attigui fra Gerusalemme e Betania, un Lazzaro che molto di più di quanto dicano i Vangeli canonici era stato da sempre il benefattore e protettore 'politico' di Gesù rispetto ai suoi nemici, insieme alle sue due sorelle Maria Maddalena e Marta: oggi entrambe Sante della Chiesa.
Maria SS., sentendosi presa da uno strano languore e capendo che era giunta la Sua ora di ritornare finalmente dal Suo Gesù, si era stesa sul suo lettuccio addormentandosi in un'ultima estasi - più o meno come quella sopra spiegata dall'Angelo Azaria. Però per un miracolo inverso a quello descritto era stato il suo solo Spirito a lasciare il Suo Corpo e andarsene in Paradiso, mentre l’anima vivificante era rimasta ancora sulla terra mantenendo il Suo corpo esanime, ma fresco e profumato come se fosse ancora vivo.
L'apostolo Giovanni - esausto per averla a lungo vegliata in quello stato che non era la morte abituale, ma non era più neppure vita - colto infine dalla stanchezza si era addormentato su uno sgabello.
Ecco però che - mentre lui dorme - si scoperchia il tetto della casetta e da lì scendono in volo molti angeli che sollevano fisicamente di peso Maria SS. dal suo giaciglio di dormizione e volando la trasportano in alto, su-su, sempre più su nel Cielo.
Giovanni viene svegliato all'improvviso da un suono armonico, un'armonia celeste che emanava dagli angeli, e dal soffio dell’aria che - entrando in casa dal tetto scoperchiato da dove gli angeli erano però già usciti portandosi via il corpo addormentato di Maria -  aveva spento la lucerna e chiuso con un forte colpo la porta aperta.
Giovanni riuscirà ancora a vederla, sempre più su, sempre più in alto, sorretta sempre dagli angeli, troppo tardi per cercare magari di impedirlo e troppo bella però quella visione concessagli dal Padreterno per sua consolazione e speranza futura.
Dio – che tutto può – concederà infatti subito dopo a Giovanni, nuovo ‘figlio’ in terra della 'Diletta', la ulteriore consolazione di un ultimo miracolo: il dono della visione del risveglio di Maria durante l’ascesa dell’Assunzione.
Lo spirito di Maria che aveva lasciato per sempre la Terra, tornerà a splendere nel centro dell’anima di Maria riportandola in vita: non una semplice risurrezione, ma una glorificazione come quella del Figlio Suo.
Gesù scendendo veloce dal Cielo si stringerà fisicamente al cuore la sua Mamma per poi continuare a salire insieme a Lei verso le profondità celesti da dove Egli era venuto.
Per quanto concerne il 'Transito' di Maria SS., mi terrò tuttavia saldamente ancorato a quanto ci insegna non la teologia d’assalto (quella cioè di certi ‘teologi-sociologhi cattolici’ che accusano spregiativamente di 'madonnismo' la venerazione di Maria, come pure la teologia modernista e ‘demitizzante’ tanto in voga oggi anche in certe alte gerarchie cattoliche di cardinali e vescovi alla ‘Bultmann’ che - avendo perso la fede - reputano razionalmente 'incredibile' questo 'Transito'), bensì la sana e bimillenaria Tradizione della Chiesa alla quale si sono attenuti Apostoli e Santi nel corso della Storia fino ad oggi.
Dal ‘Dizionario del Cristianesimo’ di Padre Enrico Zoffoli, alla voce ‘Assunzione di Maria SS.MA’, leggo pertanto:
Transito prodigioso della Vergine da questa vita a quella beata dell’eternità in anima e corpo.
Dogma di ‘fede-cattolica’, definito da Pio XII nel 1950, fondato sulla divina maternità di Maria, partecipe più di ogni altra creatura umana al mistero della Passione Redentrice, meritevole della stessa gloria del Figlio crocifisso e risorto…
Il fatto che Maria sia stata assunta in anima e corpo è dunque stato quantomeno stabilito per Dogma, e ciò - almeno in un vero credente - non dovrebbe dunque lasciare dubbi a meno di non voler mettere in discussione il principio dell'assoluta infallibilità dei Dogmi fondanti la Dottrina della Chiesa.
Assunta con il corpo?
Potrebbe in effetti sembrare impossibile una cosa del genere, razionalmente parlando.
Si capisce facilmente l'Assunzione al Cielo dell’anima, cioè di una essenza spirituale, ma quella del corpo?
Eppure Gesù - anche se gli odierni teologi modernisti, emulatori di Ario, non credono più né alla sua Divinità né alla sua Resurrezione, e questa è pura apostasia - è asceso al Cielo con il suo Corpo 'solido' come testimoniano appunto gli Atti degli Apostoli.
Alla resurrezione finale in occasione del Giudizio Universale - ne abbiamo parlato a iosa - anche noi stessi riacquisteremo il nostro corpo non fatto di mera 'forma' ma di 'solida sostanza': carne ed ossa.
Dall’Opera valtortiana - ma anche dalla Dottrina della Chiesa - in una lezione fondamentale sulla 'Genesi biblica' dove lo Spirito Santo ammaestra la mistica, si conferma che il destino originario dell’uomo - prima che questi fosse corrotto nell’anima, nella psiche e nel corpo dal Peccato originale - avrebbe dovuto essere quello di vivere una vita lunghissima senza malattie, per poi trapassare senza morire e con il proprio corpo dal Paradiso terrestre a quello 'celeste' e là godervi della perfetta conoscenza di Dio per l'Eternità.3
In ciò sarebbe consistita l’immortalità dell’uomo.
Se si crede che Gesù sia il Verbo incarnato, se si crede che da morto Egli - Dio-Uomo - si sia resuscitato da sé, se si può anche accettare l'idea dell'Ascensione al Cielo di Gesù con un corpo in carne ed ossa, allora non c'è da meravigliarsi che la Madre di Dio - Immacolata perché immune dalla Macchia del Peccato originale e Corredentrice con Gesù - possa essere stata portata direttamente in Cielo in anima e corpo come avrebbe dovuto succedere per Adamo ed Eva se essi non avessero peccato, e ciò anche per far capire a Giovanni- e tramite la sua testimonianza a tutti gli altri apostoli ed a noi credenti - quale sarà la nostra sorte futura dopo la resurrezione dei corpi ed il Giudizio finale.
Il fatto può apparire comprensibilmente incredibile per un agnostico razionalista o un ateo che non credono in Dio Creatore e valutano solo sulla base delle leggi naturali e fisiche conosciute.
Esso non dovrebbe però sembrarlo a chi ha fede e riesce a credere nella Creazione dal nulla dell’universo, della natura e dell’uomo da parte di Dio, come in altre Verità fondanti quali la già citata Resurrezione di Gesù, il suo ripetuto ingresso nel Cenacolo attraversandone le pareti per 'materializzarsi' davanti agli apostoli4, quindi persino mangiare per convincerli di non essere un fantasma ma di avere invece un corpo reale con uno stomaco capace di ... digerire, poi smaterializzarsi nel nulla per andarsene, ed infine - come già detto - l'Ascensione al Cielo, per non parlare della sopra citata Resurrezione finale dei morti con i loro corpi al momento del Giudizio universale di cui abbiamo già parlato.
Se – come insegna la Dottrina cristiana - alla fine del mondo le anime riacquisteranno ad un comando divino i loro corpi per essere giudicate, premiate o punite, in anima e corpo, vi deve essere un qualche importantissimo aspetto della realtà soprannaturale che ci è sconosciuto.
Gesù, con la sua Resurrezione, ha voluto anche darci una prova di quella che sarà la situazione dei 'giusti' alla loro resurrezione finale, e lo ha fatto per confermarci nella fede.
Se il primo uomo non avesse ceduto rovinosamente alla tentazione diabolica del Peccato originale, il suo trapasso dal Paradiso terreste alla nuova realtà del Paradiso celeste avrebbe potuto essere simile al 'transito' di Maria: un’estasi, una 'dormizione', un passaggio secondo modalità misteriose dalla realtà fisica di questo mondo ad un'altra di tipo diverso.
Avrebbe potuto essere - parlando con un linguaggio di uso comune, ma solo per capirci - come il passaggio dalla dimensione fisica di questo mondo a quella di un altro mondo o di un altro universo obbediente a leggi fisiche diverse, ipotesi attualmente ancora in voga presso astrofisici moderni e premi Nobel che - per cercare di trovare una spiegazione soddisfacente a fatti fisici altrimenti per essi inspiegabili - continuano da decenni a studiare la teoria dei cosiddetti 'universi paralleli'5, teoria niente affatto dimostrata ma solo supposta.
Nikodem Poplawski, fisico teoretico, è notissimo nel campo scientifico per la teoria dei 'buchi neri' (wormhole) per cui il nostro universo si situerebbe appunto all'interno di un 'buco nero'6 che si troverebbe a sua volta all'interno di un universo molto più grande.
Detto un poco approssimativamente, un buco nero sarebbe una 'porta' verso un altro universo, teoria riportata a suo tempo con grande rilievo anche dagli autorevoli Magazines 'National Geographic' e 'Science'. In sostanza esso sarebbe come un ipotetico tunnel che collega due diversi punti nello spazio-tempo.
Lasciando però il 'fantascientifico' per ritornare al tema che stavamo sviluppando in merito alla soprannaturalità di certi fenomeni, come l'apparizione in carne ed ossa di Gesù nel Cenacolo, quante volte - nella storia bimillenaria della Chiesa fino ad oggi - Gesù e la Madonna sono apparsi e poi scomparsi, mostrandosi talvolta non solo in visione ma anche fisicamente in forma 'materiale'?
E la Madonna di Guadalupe, tanto per dirne una, con gli altrettanto incredibili 'segni' che ha lasciato anche sulla sua famosa 'tilma' (manto) per convincere anche i più 'riottosi' che Dio c'è, e Lei pure?
Dunque, concludendo, il corpo di Maria che viene assunto in Cielo - almeno all’inizio dell’Assunzione, cioè prima di arrivare in Cielo – era un corpo normale, pesante come il nostro, cioè non ancora un ‘corpo glorificato’.
Poiché però ci viene insegnato che Maria SS. venne assunta non solo in anima ma anche in corpo ecco cosa spiega Lei stessa alla mistica Valtorta parlando della propria morte: 7
651. Sul transito, sull'assunzione e sulla regalità di Maria Ss.
18 aprile 1948.
Dice Maria:
«Io morii? , se si vuol chiamare morte la separazione della parte eletta dello spirito dal corpo.
No, se per morte si intende la separazione dell'anima vivificante dal corpo, la corruzione della materia non più vivificata dall'anima e, prima, la lugubrità del sepolcro e, per prima tra tutte queste cose, lo spasimo della morte.
Come morii, o meglio, come trapassai dalla Terra al Cielo, prima con la parte immortale, poscia con quella peribile?
Come era giusto per Colei che non conobbe macchia di colpa.
Quella sera, già s'era iniziato il riposo sabatico, parlavo con Giovanni. Di Gesù. Delle cose sue. L'ora vespertina era piena di pace. Il sabato aveva spento ogni rumore di opere umane.
E l'ora spegneva ogni voce d'uomo o di uccello. Soltanto gli ulivi intorno alla casa frusciavano al vento della sera, e sembrava che un volo d'angeli sfiorasse le mura della casetta solitaria.
Parlavamo di Gesù, del Padre, del Regno dei Cieli. Parlare della Carità e del Regno della Carità è accendersi del fuoco vivo, consumare i serrami della materia per liberare lo spirito ai suoi voli mistici. E se il fuoco è contenuto nei limiti che Dio mette per conservare le creature sulla Terra, al suo servizio, vivere ed ardere si può, trovando nell'ardore non consumazione ma completamento di vita.
Ma quando Dio toglie i limiti e lascia libertà al Fuoco divino di investire e attirare a Sé lo spirito senza più misura, allora lo spirito, a sua volta rispondendo senza misura all'Amore, si stacca dalla materia e vola là dove l'Amore lo sprona ed invita. Ed è la fine dell'esilio e il ritorno alla Patria.
Quella sera, all'ardore incontenibile, alla vitalità senza misura del mio spirito, si unì un dolce languore, un misterioso senso di allontanamento della materia da quanto la circondava, come se il corpo si addormentasse, stanco, mentre l'intelletto, ancor più vivo nel suo ragionare, si inabissava nei divini splendori.
Giovanni, amoroso e prudente testimone di ogni mio atto da quando mi era divenuto figlio d'adozione, secondo il volere del mio Unigenito, dolcemente mi persuase a trovare riposo sul lettuccio e mi vegliò pregando.
L'ultimo suono che sentii sulla Terra fu il mormorio delle parole del vergine Giovanni.
Mi furono come la ninna-nanna di una madre presso la cuna. E accompagnarono il mio spirito nell'ultima estasi, troppo sublime per esser detta. Me lo accompagnarono sino al Cielo.
Giovanni, unico testimone di questo mistero soave, da solo mi compose, avvolgendomi nel manto bianco, senza mutarmi veste e velo, senza lavacri e imbalsamazioni.
Lo spirito di Giovanni, come appare chiaro dalle sue parole del secondo episodio di questo ciclo che va dalla Pentecoste alla mia Assunzione, già sapeva che non mi sarei corrotta, ed istruì l'apostolo sul da farsi.
Ed egli, casto, amoroso, prudente verso i misteri di Dio e i compagni lontani, pensò di custodire il segreto e di attendere gli altri servi di Dio, perché mi vedessero ancora e, da quella vista, trarre conforto e aiuto per le pene e le fatiche della loro missione. Attese, come fosse sicuro della loro venuta.
Ma diverso era il decreto di Dio.
Buono come sempre per il Prediletto. Giusto come sempre per tutti i credenti.
Appesantì al primo le palpebre, perché il sonno gli risparmiasse lo strazio di vedersi rapire anche il mio corpo.
Donò ai credenti una verità di più che li confortasse a credere nella risurrezione della carne, nel premio di una vita eterna e beata concessa ai giusti, nelle verità più potenti e dolci del Nuovo Testamento: la mia immacolata Concezione, la mia divina Maternità verginale, nella Natura divina e umana del Figlio mio, vero Dio e vero Uomo, nato non per voler carnale ma per sponsale divino e per divino seme deposto nel mio seno; e infine perché credessero che nel Cielo è il mio Cuore di Madre degli uomini, palpitante di trepido amore per tutti, giusti e peccatori, desideroso di avervi tutti seco nella Patria beata, per l'eternità.
Quando dagli angeli fui tratta dalla casetta, già il mio spirito era tornato in me?
No. Lo spirito non doveva più ridiscendere sulla Terra.
Era, adorante, davanti al trono di Dio.
Ma quando la Terra, l'esilio, il tempo e il luogo della separazione dal mio Uno e Trino Signore furono per sempre lasciati, lo spirito mi tornò a splendere al centro dell'anima, traendo la carne dalla sua dormizione, onde è giusto dire che fui assunta in Cielo in anima e corpo, non per capacità mia propria, come avvenne per Gesù, ma per aiuto angelico.
Mi destai da quella misteriosa e mistica dormizione, sorsi, volai infine, perché ormai la mia carne aveva conseguito la perfezione dei corpi glorificati. E amai.
Amai il mio ritrovato Figlio e mio Signore, Uno e Trino, lo amai come è destino di tutti gli eterni viventi».
5 gennaio 1944.8
Dice Gesù:
«Venuta la sua ultima ora, come un giglio stanco che, dopo aver esalato tutti i suoi profumi, si curva sotto le stelle e chiude il suo calice di candore, Maria, mia Madre, si raccolse sul suo giaciglio e chiuse gli occhi a tutto quanto la circondava per raccogliersi in un'ultima serena contemplazione di Dio.
Curvo sul suo riposo, l'angelo di Maria attendeva trepido che l'urgere dell'estasi separasse quello spirito dalla carne, per il tempo segnato dal decreto di Dio, e lo separasse per sempre dalla Terra, mentre già dai Cieli scendeva il dolce e invitante comando di Dio.
Curvo, a sua volta, su quel misterioso riposo, Giovanni, angelo terreno, vegliava a sua volta la Madre che stava per lasciarlo. E quando la vide spenta vegliò ancora, perché inviolata da sguardi profani e curiosi rimanesse, anche oltre la morte, l'immacolata Sposa e Madre di Dio, che dormiva così placida e bella.
Una tradizione dice che nell'urna di Maria, riaperta da Tommaso, vi furono trovati solo dei fiori. Pura leggenda. Nessun sepolcro inghiottì la salma di Maria, perché non vi fu mai una salma di Maria, secondo il senso umano, dato che Maria non morì come muore chiunque ebbe vita.
Ella si era soltanto, per decreto divino, separata dallo spirito, e con lo stesso, che l'aveva preceduta, si ricongiunse la sua carne santissima.
Invertendo le leggi abituali, per le quali l'estasi finisce quando cessa il rapimento, ossia quando lo spirito torna allo stato normale, fu il corpo di Maria che tornò a riunirsi allo spirito, dopo la lunga sosta sul letto funebre.
Tutto è possibile a Dio.
Io sono uscito dal Sepolcro senz'altro aiuto che il mio potere.
Maria venne a Me, a Dio, al Cielo, senza conoscere il sepolcro col suo orrore di putredine e di lugubrità.
È uno dei più fulgidi miracoli di Dio. Non unico, in verità, se si ricordano Enoc ed Elia, che, perché cari al Signore, furono rapiti alla Terra senza conoscere la morte e trasportati altrove, in un luogo noto a Dio solo e ai celesti abitanti dei Cieli.9
Giusti erano, ma sempre un nulla rispetto a mia Madre, inferiore, in santità, solo a Dio.
Per questo non ci sono reliquie del corpo e del sepolcro di Maria. Perché Maria non ebbe sepolcro, e il suo corpo fu assunto in Cielo».
8 e 15 luglio 1944.10
Dice Maria:
«Un'estasi fu il concepimento del Figlio mio. Una più grande estasi il darlo alla luce.
L'estasi delle estasi il mio transito dalla Terra al Cielo.
Soltanto durante la Passione nessuna estasi rese sopportabile l'atroce mio soffrire.
La casa, da dove fui assunta al Cielo, era una delle innumerevoli generosità di Lazzaro per Gesù e la Madre sua. La piccola casa del Getsemani, presso il luogo della sua Ascensione.
Inutile cercarne i resti. Nella distruzione di Gerusalemme ad opera dei romani fu devastata e le sue rovine furono disperse nel corso dei secoli».
18 dicembre 1943.11
Dice Maria:
«Come mi fu estasi la nascita del Figlio e, dal rapimento in Dio, che mi prese in quell'ora, tornai presente a me stessa e alla Terra col mio Bambino fra le braccia, così la mia impropriamente detta "morte" fu un rapimento in Dio.
Fidando nella promessa avuta nello splendore del mattino di Pentecoste, io pensavo che l'avvicinarsi del momento della venuta ultima dell'Amore, per rapirmi con Sé, dovesse manifestarsi con un aumento del fuoco d'amore che sempre m'ardeva.
Né feci errore.
Da parte mia, più la vita passava, più aumentava in me il desiderio di fondermi all'eterna Carità.
Mi spronava a ciò il desiderio di riunirmi al Figlio mio e la certezza che mai avrei fatto tanto per gli uomini come quando fossi stata, orante e operante per essi, ai piedi del trono di Dio. E con moto sempre più acceso e accelerato, con tutte le forze dell'anima mia, gridavo al Cielo: "Vieni, Signore Gesù! Vieni, eterno Amore!".
L'Eucarestia, che era per me come una rugiada per un fiore assetato, era, sì, vita, ma più il tempo passava e più diveniva insufficiente a soddisfare l'incontenibile ansia del mio cuore. Non mi bastava più ricevere in me la mia divina Creatura e portarla nel mio interno nelle sacre Specie, come l'avevo portata nella mia carne verginale.
Tutta me stessa voleva il Dio uno e trino, ma non sotto i veli scelti dal mio Gesù per nascondere l'ineffabile mistero della Fede, ma quale era, è e sarà nel centro del Cielo.
Lo stesso mio Figlio, nei suoi trasporti eucaristici, mi ardeva con abbracci di desiderio infinito, e ogni volta che a me veniva, con la potenza del suo amore, quasi svelleva l'anima mia nel primo impeto, poi rimaneva, con tenerezza infinita, chiamandomi “Mamma!” ed io lo sentivo ansioso di avermi con Sé.
Non desideravo più altro. Neppure il desiderio di tutelare la nascente Chiesa era più in me, negli ultimi tempi del mio vivere mortale.
Tutto era annullato nel desiderio di possedere Dio, per la persuasione che avevo, di tutto potere, quando lo si possiede.
Giungete, o cristiani, a questo totale amore. Tutto quanto è terreno perda valore.
Mirate solo Dio. Quando sarete ricchi di questa povertà di desiderio, che è immisurabile ricchezza, Dio si chinerà sul vostro spirito per istruirlo prima, per prenderlo poi, e voi ascenderete con esso al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo, per conoscerli ed amarli per la beata eternità e per possedere le loro ricchezze di grazie per i fratelli.
Non si è mai tanto attivi per i fratelli come quando non si è più tra di essi, ma si è luci ricongiunte alla divina Luce.
L'avvicinarsi dell'Amore eterno ebbe il segno che pensavo.
Tutto perse luce e colore, voce e presenza sotto il fulgore e la Voce che, scendendo dai Cieli, aperti al mio sguardo spirituale, si abbassavano su me per cogliere l'anima mia.
Suol dirsi che io avrei giubilato d'essere assistita, in quell'ora, dal Figlio mio.
Ma il mio dolce Gesù era ben presente col Padre quando l'Amore, ossia lo Spirito Santo, terza Persona della Trinità eterna, mi dette il suo terzo bacio nella mia vita, quel bacio così potentemente divino che in esso l'anima mia si esalò, perdendosi nella contemplazione come goccia di rugiada aspirata dal sole nel calice di un giglio.
Ed io ascesi col mio spirito osannante ai piedi dei Tre che avevo sempre adorato.
Poi, al giusto momento, come perla in castone di fuoco, aiutata prima, seguita poi dalla teoria degli spiriti angelici venuti ad assistermi nel mio eterno celeste natale, attesa già prima delle soglie dei Cieli dal mio Gesù, e sulle soglie di essi dal mio giusto sposo terreno, dai Re e Patriarchi della mia stirpe, dai primi santi e martiri, entrai Regina, dopo tanto dolore e tanta umiltà di povera ancella di Dio, nel regno del gaudio senza limite.
E il Cielo si rinchiuse sulla gioia di avermi, di avere la sua Regina, la cui carne, unica tra tutte le carni mortali, conosceva la glorificazione avanti la risurrezione finale e l'ultimo giudizio».
Dicembre 1943.12
Dice Maria:
«La mia umiltà non poteva farmi permettere di pensare che tanta gloria mi fosse riserbata in Cielo. Nel mio pensiero era la quasi certezza che la mia umana carne, fatta santa dall'aver portato Dio, non avrebbe conosciuto la corruzione, poiché Dio è Vita e, quando di Sé stesso satura ed empie una creatura, questa sua azione è come aroma preservatore da corruzione di morte.
Io non soltanto ero rimasta immacolata, non solo ero stata unita a Dio con un casto e fecondo abbraccio, ma m'ero saturata, sin nelle mie più profonde latebre, delle emanazioni della Divinità nascosta nel mio seno e intenta a velarsi di carni mortali.
Ma che la bontà dell'Eterno avesse riserbato alla sua ancella il gaudio di risentire sulle sue membra il tocco della mano del Figlio mio, il suo abbraccio, il suo bacio, e di riudire con le mie orecchie la sua voce, di vedere col mio occhio il suo volto, questo non potevo pensare che mi venisse concesso, né lo desideravo.
Mi sarebbe bastato che queste beatitudini venissero concesse al mio spirito, e di ciò sarebbe stato già pieno di felicità beata il mio io.
Ma, a testimonianza del suo primo pensiero creativo a riguardo dell'uomo, da Lui, Creatore, destinato a vivere, trapassando senza morte dal Paradiso terrestre a quello celeste, nel Regno eterno, Dio volle me, Immacolata, in Cielo in anima e corpo. Subito che fosse cessata la mia vita terrena...». [...]
1 maggio 1946.13
Dice Gesù:
«Vi è differenza tra la separazione dell'anima dal corpo per morte vera, e momentanea separazione dello spirito dal corpo e dall'anima vivificante per estasi o rapimento contemplativo.
Mentre il distacco dell'anima dal corpo provoca la vera morte, la contemplazione estatica, ossia la temporanea evasione dello spirito fuor dalle barriere dei sensi e della materia, non provoca la morte.
E questo perché l'anima non si distacca e separa totalmente dal corpo, ma lo fa solo con la sua parte migliore, che si immerge nei fuochi della contemplazione.
Tutti gli uomini, finché sono in vita, hanno in sé l'anima, morta o viva che sia, per peccato o per giustizia; ma soltanto i grandi amanti di Dio raggiungono la contemplazione vera.
Questo sta a dimostrare che l'anima, conservante l'esistenza sinché è unita al corpo - e questa particolarità è in tutti gli uomini uguale - ha in se stessa una parte più eletta: l'anima dell'anima, o spirito dello spirito, che nei giusti sono fortissimi, mentre in coloro che disamano Dio e la sua Legge, anche solo con la loro tiepidezza e i peccati veniali, si fanno deboli, privando la creatura della capacità di contemplare e conoscere, per quanto lo può fare un'umana creatura, a seconda del grado di perfezione raggiunta, Dio ed i suoi eterni veri.
Più la creatura ama e serve Dio con tutte le sue forze e possibilità, e più la parte più eletta del suo spirito aumenta la sua capacità di conoscere, di contemplare, di penetrare le eterne verità.
L'uomo, dotato d’anima razionale, è una capacità che Dio empie di Sé.
Maria, essendo la più santa d'ogni creatura dopo il Cristo, fu una capacità colma - sino a traboccare sui fratelli in Cristo di tutti i secoli, e per i secoli dei secoli - di Dio, delle sue grazie, carità e misericordie.
Trapassò sommersa dalle onde dell'amore.
Ora, nel Cielo, fatta oceano d'amore, trabocca sui figli a Lei fedeli, e anche sui figli prodighi, le sue onde di carità per la salvezza universale, Lei che è Madre universale di tutti gli uomini».


1  M.V.: 'I Quaderni del 1945-1950' - 11.5.48 - C.E.V.
2  La Bibbia, Atti degli apostoli: 1, 3-12: «3Egli si mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, durante quaranta giorni, apparendo loro e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio. 4Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l'adempimento della promessa del Padre, «quella - disse - che voi avete udito da me: 5Giovanni battezzò con acqua, voi invece, tra non molti giorni, sarete battezzati in Spirito Santo». 6Quelli dunque che erano con lui gli domandavano: «Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?». 7Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, 8ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra».
9Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. 10Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand'ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro 11e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo».
3  M.V.: ‘Lezioni sull’epistola di Paolo ai Romani’ (Cap. 7, v.1-13) – Dettato del 28.2.48 – C.E.V.
4  La Bibbia - Gv 20, 19-29: 19La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». 20Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». 22Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. 23A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». 24Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. 25Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
26Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». 27Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». 28Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». 29Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
5 Da Wikipedia: Una dimensione parallela o universo parallelo (anche realtà parallela, universo alternativo, dimensione alternativa o realtà alternativa) è un ipotetico universo separato e distinto dal nostro ma coesistente con esso; nella maggioranza dei casi immaginati è identificabile con un altro continuum spazio-temporale. L'insieme di tutti gli eventuali universi paralleli è detto multiverso. Il concetto di "altri universi" non è estraneo alla letteratura scientifica: esistono alcune teorie cosmologiche e fisiche che ammettono la loro esistenza, la più famosa delle quali è la teoria delle stringhe.
6 Fonte Wikipedia: Nella relatività generale si definisce buco nero una regione dello spaziotempo con un campo gravitazionale così forte e intenso che nulla al suo interno può sfuggire all'esterno.
Classicamente questo avviene attorno ad un corpo celeste estremamente denso nel caso in cui tale corpo sia dotato di un'attrazione gravitazionale talmente elevata che la velocità di fuga dalla sua superficie risulti superiore alla velocità della luce. Da un punto di vista relativistico, invece, la deformazione dello spaziotempo dovuta ad una massa così densa è tale che la luce subisce, in una simile situazione limite, un redshift gravitazionale infinito. In altre parole, la luce perde tutta la sua energia cercando di uscire dal buco nero. La superficie limite al di là della quale tali fenomeni avvengono è detta orizzonte degli eventi. Da questa caratteristica deriva l'aggettivo "nero", dal momento che un buco nero non può emettere luce. Dal fatto che nessuna particella può sfuggirgli (nemmeno i fotoni), una volta catturata, risulta invece appropriato il termine "buco". Un corpo celeste con questa proprietà risulterebbe, quindi, invisibile e la sua presenza potrebbe essere rilevata solo indirettamente, tramite gli effetti della materia che precipita nel suo intenso campo gravitazionale.
Fino ad oggi sono state raccolte numerose osservazioni astrofisiche che possono essere interpretate (anche se non univocamente) come indicazioni dell'effettiva esistenza di buchi neri nell'universo, come le galassie attive o le binarie X. Il termine "buco nero" è dovuto al fisico John Archibald Wheeler (in precedenza si parlava di dark star o black star).
7  M.V.: ‘L’Evangelo come mi è stato rivelato’ – Vol. X, Cap. 651 – Centro Edit. Valtortiano.
8  M.V.: 'I Quaderni del 1944' - Dettato 5.1.44 - C.E.V.
9  N.d.R.: Enoc ed Elia: Rapiti misteriosamente al Cielo. Elia  poi apparve assieme a Mosè alla Trasfigurazione di Gesù (Mt 17,3).
10  M.V.: 'I Quaderni del 1944' - Dettati 8 e 15.7.1944 - C.E.V.
11  M.V.: 'I Quaderni del 1943' - Dettato 18.12.43 - C.E.V.
12  M.V.: 'I Quaderni del 1943' - 18 dicembre 1943 - C.E.V.
13  M.V.'I Quaderni del 1945-1950' - Dettato 1.5.46 - C.E.V.      

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