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21. Le morti improvvise. Anche con tanti peccati veniali sulla coscienza si può arrivare a morire di peccato mortale.
Pochi prendono veramente in considerazione la possibilità di una propria 'morte improvvisa'.1
O meglio, la si prende in considerazione ma in maniera del tutto astratta e quasi mai applicata a se stessi.
Eppure la morte 'improvvisa' è frequentissima: per eventi bellici, per incidenti stradali o sul lavoro, per infarti fulminanti o molte altre cause ancora, non escludendo la morte nel sonno di cui nessun giornale mai parla, tanto è 'normale'.
Sentendo parlare di qualcuno che è morto nel sonno, quante volte non si sente poi dire: «Eh, sì..., è morto serenamente nel sonno... Non se ne è neanche accorto. Che bello morire così!' Beato lui!».
Che incoscienza, che ignoranza, ragionare così. Questa è la morte più pericolosa perché ci ghermisce all'improvviso quando meno ne siamo spiritualmente preparati.
L'uomo, infatti, non è quasi mai 'preparato' a sufficienza.
Sovente - a causa del sistema di vita e di pensiero della società moderna che hanno fatto 'dimenticare' la valenza dei Dieci comandamenti, avendo per di più anche noi perso il senso del peccato - si vive in perenne stato di peccato mortale, o quasi.
L'uomo oggi nuota nel peccato come un pesce nell'acqua.
Nel caso di una morte improvvisa - con sulla coscienza dei peccati mortali che rendono lo spirito 'morto' - si va alla dannazione.
Nella morte improvvisa l'uomo non ha infatti nemmeno quell'attimo materiale di tempo per poter eventualmente dire quel 'Mio Dio...!' che lo salverebbe.
Quando un uomo non è proprio in peccato mortale - pur credendosi una 'perla d'uomo' perché, come dice lui, 'non ha mai ammazzato nessuno'... - in realtà potrebbe essere sommerso da una valanga di peccati veniali.
Questi si sono magari accumulati - sottovalutati, dimenticati e mai confessati - in anni e anni.
Se anche sono peccati che di per se stessi non sarebbero singolarmente 'mortali', come non lo sono i singoli fiocchi leggeri di neve che ci si adagiano addosso dal cielo, lo possono diventare quando sono troppi al punto di schiacciare e soffocare l'anima dell'uomo come sotto il peso di una slavina.
L'uomo sommerso dai peccati veniali perde infatti ogni lucidità spirituale come se fosse intossicato da dosi sempre più massicce di droga, e finisce quasi senza accorgersene per compiere poi gradualmente anche quelli mortali.
Chi ha per esempio acquisito l'abitudine fin dall'infanzia a dire piccole bugie - finanche quelle, come suol dirsi a propria giustificazione, dette 'a fin di bene' - è suscettibile di dirne poco alla volta sempre di più grosse per giungere talora alle menzogne che diffamano e tolgono l'onore al prossimo, peccato mortale di omicidio spirituale, e finanche allo spergiuro chiamando spudoratamente Dio a testimonio e garante mallevadore delle menzogne stesse.
Ecco la necessità spirituale - non solo per una corretta educazione e quale buona norma di comportamento sociale e morale - di insegnare l'importanza della sincerità ai bimbi, finché essi 'assorbono' i nostri insegnamenti - ma anche di confessarsi bene con una certa frequenza, 'approfittando' delle indulgenze plenarie che la Chiesa ci offre in circostanze particolari, alle quali però raramente prestiamo attenzione o interesse perché tanto - pensiamo - 'c'è sempre tempo...!'.
Quanti - dopo la morte, nel presentarsi a Gesù nel Giudizio particolare - non si sentiranno rimproverare di non aver voluto approfittare non solo del Sacramento della Confessione ma nemmeno di queste Indulgenze promesse dalla Chiesa, promesse che Egli onora con una propria firma in bianco?
Nei secoli passati alcune indulgenze plenarie erano state talvolta concesse dalla Chiesa gerarchica per rimpinguare le proprie 'casse' come avevano accusato cinquecento anni fa i Luterani scismatici.
Potrà essere stato anche vero, ma quelle indulgenze sono comunque 'valide' perché per Dio è più importante non deludere la 'buona fede' di chi 'crede' nelle promesse della Chiesa.
Dio guarda infatti alla fede dell'uomo, mentre - quanto agli 'uomini di chiesa' che le dovessero avere introdotte strumentalmente per un peccato di simonia2 - costoro verranno un giorno da Lui chiamati a risponderne severamente.


1  M.V.: 'I Quaderni del 1943' - 13.10.43 - C.E.V.
2  N.d.A.: Simonia. Compravendita di beni sacri spirituali e anche peccato di chi ne fa commercio.     

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