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20. Le due morti e le due 'resurrezioni': la prima e la seconda.
Fino ad ora abbiamo a lungo parlato di 'piccola morte' e di 'grande morte', di 'morte prima' e 'morte seconda'. Rinfranchiamoci però ora l'animo parlando di 'resurrezione', più in particolare di 'resurrezione prima' e 'resurrezione seconda'.
È il Gesù valtortiano che lo fa:1
[...]
Dice Gesù:
«Prima di chiudere questo ciclo vi è da dire delle due risurrezioni.
La prima ha inizio nel momento in cui l’anima si separa dal corpo e appare davanti a Me nel giudizio singolo. Ma non è che risurrezione parziale.
Più che risurrezione si potrebbe dire: liberazione dello spirito dall’involucro della carne e attesa dello spirito di ricongiungersi alla carne per ricostruire il tempio vivo, creato dal Padre, il tempio dell’uomo creato a immagine e somiglianza di Dio.
Un’opera mancante di una parte è incompleta e perciò imperfetta.
L’opera-uomo, perfetta nella creazione sua, è incompleta e imperfetta se non è riunita nelle diverse sue parti.
Destinati al Regno luminoso o al soggiorno tenebroso, gli uomini devono essere in eterno in questi con la loro perfezione di carne e spirito.
Perciò si parla2 di prima e di seconda risurrezione.
Però osserva. Colui che ha ucciso il suo spirito con vita terrena di peccato viene a Me, nel giudizio particolare, con uno spirito già morto.
La risurrezione finale farà sì che la sua carne riprenda il peso dello spirito morto per morire con esso totalmente. Mentre colui che ha vinto la carne nella vita terrena viene a Me, nel giudizio particolare, con uno spirito vivo che, entrando nel Paradiso, aumenta il suo vivere.
Anche i purganti sono dei “vivi”. Malati, ma vivi. Conseguita la guarigione nell’espiazione, entreranno nel luogo che è Vita.
Nella risurrezione finale il loro spirito vivo della Vita mia, alla quale saranno indissolubilmente uniti, riprenderà la carne per renderla gloriosa e vivere con essa totalmente così come Io con essa vivo.
Ecco perché si parla di morte prima e seconda e, di conseguenza, di risurrezione prima e seconda.
A questo eterno possesso della Luce - poiché nel Paradiso possedete Dio, e Dio è Luce - l’uomo ci deve giungere per volontà propria, come per volontà propria ha voluto perdere la Luce e il Paradiso.
Io vi do gli aiuti, ma la volontà deve essere vostra.
Io sono fedele. Vi ho creato liberi e liberi vi lascio. E se pensate come è degno di ammirazione questo rispetto di Dio per la volontà libera dell’uomo, potete capire come sarebbe doveroso per voi non abusarne, compiendo con essa del male e doveroso avere per il Signore Iddio vostro rispetto, riconoscenza e amore.
A quelli che non hanno prevaricato, Io dico: “La vostra dimora in Cielo è pronta, ed Io ardo che voi siate nella mia Beatitudine”».


1  M.V.: 'I Quaderni del 1943' - Dettato 22.8.43 - C.E.V.
2 si parla, in Apocalisse 20.

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