VoceALTA-067 - ilCATECUMENO.it

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VOCE NARRANTE ♫ SIMONA SERAFINI
      
8.5.2016 - (Seconda parte di due)
067. L'anima, il suo male oscuro… e «l'uomo delinquente» di Cesare Lombroso.
Avendo spiegato nella prima parte di questo mio 'Pensiero a voce alta' quel concetto per cui il peccato fa malati nello spirito e… nel corpo, proseguiamo ora nell’approfondimento ‘tecnico-scientifico’ cercando di far meglio capire con degli esempi come abbia potuto avvenire ‘tecnicamente’ che i discendenti di Adamo ed Eva abbiano subito le conseguenze del peccato iniziale dei due Progenitori.
Cesare Lombroso (1835-1905), medico, psichiatra, professore di medicina legale, fu il fondatore della disciplina scientifica di antropologia criminale, che ebbe grande influenza sugli sviluppi della criminologia.
Non tutte le sue conclusioni sono state condivise dagli scienziati successivi, ma egli ebbe comunque delle geniali intuizioni.
Egli aveva studiato le personalità criminali e nella sua opera, 'L’uomo delinquente' (1875-1876), aveva dato una identificazione clinica dei diversi tipi, in particolare anche dei delinquenti nati, che – secondo i suoi studi – erano caratterizzati da stimmate anatomiche, fisiologiche e psicologiche.
Quella delle stimmate ‘psicologiche’ può sembrare una novità e allora merita una digressione.
Nella trasmissione dei caratteri ereditari, il discendente non riceve dall’ascendente (in tutto o in parte a seconda della combinazione casuale dei caratteri genetici) solo le caratteristiche fisiologiche del cosiddetto Dna, come ad esempio il colore dei capelli, o degli occhi, o la struttura corporea, ma anche - come ben sanno anche coloro che selezionano le razze animali - quelle ‘psicologiche’, caratteriali, attitudinali, quelle che attengono cioè alla sfera della ‘psiche’, al ‘pensiero’ o, meglio, al ‘complesso psichico’, come si può rilevare quando in un bambino scopriamo ad esempio lo stesso carattere e attitudini di uno dei genitori o di un suo nonno.
Cercherò allora di spiegarmi ricorrendo a dei paragoni magari non perfettamente calzanti ma che aiutano a comprendere meglio il concetto che vorrei esprimere.
Il ‘complesso psichico’ dell’uomo non è altro che quello che noi chiamiamo, genericamente, ‘anima’.
Ma la parola ‘anima’ è un termine inteso nei sensi più disparati, secondo le diverse concezioni filosofiche relative al mondo e all’uomo.
Anima si dice ad esempio ogni principio vitale, comune alle piante ed agli animali cioè le cosiddette anima vegetativa e anima sensitiva.
Parlando soprattutto dell'uomo, si dice 'anima' quella che - stando alla grande tradizione cattolica e tomistica - è ritenuta ‘forma sostanziale del corpo’, essenzialmente immateriale ed incorruttibile, creata da Dio, ricca di una personalità che, maturando attraverso le esperienze della vita temporale, è destinata a realizzare la sua definitiva perfezione nel possesso intellettuale di Dio.1
L’anima dell’uomo non va quindi confusa con quella dell’animale.
Anche l’uomo – bene inteso - ha un'anima ‘animale’, e cioè un principio vitale  intelligente che gli consente di condursi e riprodursi in quanto ‘essere animale’.
Anche l’uomo, come tutti gli altri animali, trasmette questa sorta di anima, o meglio di principio vitale intelligente, per via naturale, e cioè con la riproduzione della specie, insieme ai propri geni.
Ma l’uomo, per la missione specifica che Dio ha previsto per lui, riceve al momento del concepimento dell’embrione un ‘quid’ in più, un ulteriore ‘principio vitale intelligente’, che è tuttavia un principio ‘vitale’ a carattere spirituale che dà una vita spirituale che non cessa con la morte del corpo come avviene per il principio vitale dell’anima animale degli animali.
Questo secondo ‘principio vitale’ viene come ‘inserito’ nell’anima animale e finisce per costituirne la parte più sofisticata, una sorta di anima dell’anima, la parte più profonda, intelligentissima, destinata a vivere in eterno e, soprattutto, a comunicare con Dio.
Dio è purissimo spirito, gli angeli sono puri spiriti, gli uomini sono semplici spiriti che sono stati in qualche modo ‘incarnati’ in un embrione umano.
Mi sarebbe piaciuto vivere ai tempi di San Paolo non solo per conoscere Gesù ma anche per chiedere a quel suo apostolo ispirato qualche maggior chiarimento proprio sull’anima.
Egli infatti – parlando ripetutamente nelle sue lettere dell’uomo, inteso nella sua interezza - ha indicato in lui tre distinte realtà  parlando specificatamente di corpo, anima e … spirito.
Ma lo spirito dell’uomo, che noi chiamiamo anche ‘anima’, altro non è che quel ‘soffio di Dio’ di cui parla la Genesi e che viene ‘insufflato’ nell’embrione dell’uomo per renderlo diverso dagli altri animali, dandogli cioè quel ‘quid’ che gli consentirà dopo la morte del corpo una vita spirituale, eterna.
Ma allora, vi domanderete, come può succedere che questa ‘anima spirituale’, questo 'spirito dell’anima', questa quintessenza così perfetta, data direttamente da Dio, finisca per contrarre il Peccato Originale, o meglio le sue 'conseguenze?
Oggi viviamo in una società tecnologica, anzi informatica, dove anche i bambini ormai imparano all’asilo a familiarizzarsi nell’uso del computer.
Allora - non tanto per i nipotini di Bultmann, che non credono nell’anima a meno che non sia quella ‘animale’, ma per voi - spiegherò l’apparente mistero servendomi di una analogia presa dal mondo dei computers.
In casa avrete certamente un membro della famiglia che conosce l’uso di queste macchine, al quale potrete magari poi chiedere qualche chiarimento.
Il computer lo potete immaginare come un corpo umano inanimato, come una macchina insensibile, un macchinario che di per sé non risponderebbe a nessun comando.
Ma se nel computer il fabbricante introduce il suo software di base (e cioè, per analogia, l’anima animale) ecco che il computer come per incanto si ‘anima’, si accende, comincia a girare ed al primo comando di Avvio comincia ad aprire uno dopo l’altro tutti i suoi programmi di base che servono al suo funzionamento operativo.
Ma il costruttore (e cioè Dio) non è ancora soddisfatto di un programma software di quel genere, perché quel programma ce l’hanno – più o meno – anche tutti gli altri animali, e persino i vegetali, a modo loro.
Dio vuole che quel particolare ‘computer’, cioè l’uomo, possa collegarsi attraverso un 'Internet' spirituale con Sé, perché Egli vuole donarsi all’uomo e vorrebbe che l’uomo si donasse a lui, amarlo ed essere amato, per l’eternità, come un figlio.
Ed ecco che allora, dopo che i due genitori concepiscono nell’amore quell’embrione d’uomo, ecco che Dio – premuroso e tempestivo – lo munisce di un software ancora più sofisticato di quello dell’anima ‘animale’ già di per sé meraviglioso di cui l’uomo in quanto ‘animale’ viene normalmente dotato al pari degli altri esseri viventi.
Un software intelligentissimo, di natura sofisticatamente spirituale, destinato a non morire mai - dopo averlo 'salvato' in una chiavetta USB (e cioè nell'Aldilà) - neanche dopo la distruzione del computer (cioè la morte del corpo umano).
Ma questo software aggiuntivo, cioè lo spirito dell’anima, per funzionare ha bisogno del software di base del computer, e cioè dell’anima animale.
Se quest’ultimo 'gira' bene, anche l’altro software funzionerà al meglio.
Questa era la situazione di Adamo ed Eva prima del Peccato originale.
Ma dopo, dopo che il Peccato spirituale (dovuto non ad un difetto costruttivo del Fabbricante ma ad una imprudenza degli operatori: Adamo ed Eva) ebbe danneggiato quel software sofisticatissimo del loro spirito trasmesso direttamente da Dio, perdendo il contatto con Dio, ecco che andò in cortocircuito anche l’altro software di base, e cioè quell’anima animale che si trasmette per via naturale, cioè con la riproduzione fisica, di padre in figlio.
Ora – dopo quel Peccato - i programmi ‘cortocircuitati’ del software di base del nostro computer umano non sono più perfetti come quando erano stai progettati e 'costruiti', anzi sono tarati e vengono trasmessi geneticamente tarati di padre in figlio.
È come se essi fossero stati attaccati da un virus informatico al quale incautamente o involontariamente – magari entrando o scaricando qualcosa da Internet - abbiamo aperto la porta, e adesso non girano più tanto bene, con conseguenze ora lievi, ora più gravi, ora irreparabili.
E anche quel 'software' aggiuntivo, lo spirito dell’anima, pur introdotto perfetto da Dio in ogni nuovo embrione umano che viene concepito, una volta dentro, subisce le conseguenze del ‘virus’ telematico che aveva già contagiato gli altri programmi di base del 'computer'. Esso - lo spirito dell'anima - subisce cioè le conseguenze del Peccato originale che non gli consentono più di 'girare' secondo le aspettative di chi lo aveva creato.
Comunicare con Dio e salvarsi l’anima diventerà così più difficile.
Entrato per una grave imprudenza, il ‘virus’ ha arrecato al ‘computer’ delle conseguenze irreparabili che, pur permettendogli ancora di funzionare, ora danno continuamente quelli che vengono chiamati ‘errori’.
L’uomo non è più perfetto, i suoi programmi ‘girano’ ancora ma solo al minimo della loro potenza, con oscuramenti, inceppamenti, inconvenienti di vario tipo.
Nell’uomo la fecondazione è l’effetto costituito dalla fusione dei due gameti, maschile e femminile, dalla quale risulta la ‘cellula germinale’ o zigote, dotato del codice genetico del nascituro.
Secondo il dogma del Peccato originale, quest’ultimo (consistente nella privazione della grazia, seguita alla ribellione a Dio dei capostipiti della famiglia umana) si trasmettecon la natura’ – cioè attraverso la generazione umana di padre in figlio - venendosi così a contrarre dal primo momento in cui ogni individuo viene concepito.
Dio introduce un’anima perfetta in un embrione umano concepito dai genitori, ma questa l’istante dopo non 'funzionerà' più in maniera perfetta non perché avrà contratto il ‘Peccato originale’, ma perché sarà condizionata dalle conseguenze di danneggiamento dovute al Peccato originale compiuto dai progenitori.
L’anima spirituale dell’uomo – sempre capace però di ‘condursi’ in base alla propria volontà e libero arbitrio - si ritrova dunque a fare i conti con una situazione preesistente, diciamo ereditaria.
Ecco quello che Bultmann, non voleva capire.
Ma Lombroso?
Non avevamo cominciato prima a parlare di lui e del suo ‘uomo delinquente’, e delle stimmate, ecc. ecc.?
Lombroso - influenzato da Darwin, primo degli evoluzionisti – nei suoi studi di antropologia criminale partiva dal presupposto che ‘l’uomo delinquente’ di quel suo libro famoso fosse in realtà tale perché - disceso dalla scimmia – era rimasto psicologicamente allo stato primordiale di bruto - e quindi non era in grado di comprendere il significato di leggi penali promulgate per individui ad uno stadio di sviluppo più avanzato.
Non entro nel merito del fatto che l’uomo delinquente sia tale perché sarebbe rimasto psicologicamente allo stato primordiale di un essere disceso per procreazione dai bruti, come è caro ‘credere’ ai sacerdoti dell’evoluzionismo, ma certo Lombroso sbagliò nel ritenere che quello odierno dell’uomo sia uno sviluppo ‘psicologicamente’ più avanzato, perché l’evoluzione spirituale dell’uomo, come ho già spiegato, è purtroppo per ora discendente, a causa del peccato.
Tuttavia - pur sbagliando in questo – Lombroso colse nel segno nell’intuire che tali individui fossero come ‘vittime di un male oscuro trasmesso dagli antenati per via genetica’, anche se certe caratteristiche possono non manifestarsi, o manifestarsi solo parzialmente, per più generazioni.
Solo che se Lombroso - anziché essere evoluzionista - avesse avuto la Fede e avesse creduto nella Bibbia, Parola di Dio, il fenomeno dell'uomo delinquente non lo avrebbe attribuito ad un 'male oscuro' ma… al Peccato originale, o meglio alle sue 'conseguenze'.
Peccato imputabile alla Mente dell’uomo - peccato cioè a carattere ‘psichico’, psicologico, spirituale - ma che, per l’interazione psicosomatica di cui vi ho già parlato, finisce per lasciare, sempre per usare le parole di Lombroso, le sue ‘stimmate’ non solo nella psiche e talvolta sul volto ma anche sul corpo e sulla salute dell’uomo, di generazione in generazione.


1  p. Enrico Zoffoli: ‘Dizionario del Cristianesimo’ – Ed. Sinopsis, Iniziative culturali
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