VoceALTA-060 - ilCATECUMENO.it

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VOCE NARRANTE ♫ SIMONA SERAFINI
     
12.3.2016 → 2ª parte di tre

060. Babele, Nuovo Ordine Mondiale, Babilonia la grande, l’Anticristo.
Nella nostra precedente conversazione vi avevo parlato della Torre di Babele, di Babilonia la grande e del Nuovo Ordine Mondiale (Mondialismo) che prevede in ultima istanza l’unificazione dell’Umanità in una realtà multietnica e multiculturale retta da un unico Governo mondiale che – secondo quanto viene detto - dovrebbe assicurare prosperità e pace fra i popoli, con eliminazione delle guerre in genere ed in particolare anche di quelle di ‘religione’.
Faccio osservare – per inciso - che le cosiddette ‘guerre di religione’ vengono demonizzate dai laicisti con questo nome che è stato loro incollato addosso come un peccato mortale insito nelle religioni in quanto tali, come se le ‘religioni’ di per se stesse contenessero i virus della violenza e della intolleranza.
La verità da riconoscere – ove non si sia accecati da un odio pregiudiziale ed ideologico verso la religione – è invece che ad essere ‘colpevole’ è la violenza latente in ogni uomo che – in determinate circostanze – asserve le religioni ai propri fini.
Molti che – in questa società ormai lontana da Dio - credono ai ‘mass media’ ed a certe ideologie più che al Vangelo, se la bevono tutta e non li sfiora l’idea che la violenza sia quindi dovuta al Super-Ego dell’uomo a causa delle conseguenze del Peccato originale, un uomo che strumentalizza le religioni e spinge dove vuole le masse ignare per farne carne da macello in guerre che sono in realtà motivate da ragioni ideologiche di vario genere o da interessi economici ben precisi che portano una o più Nazioni a prevaricare sulle altre più deboli.
La storia contemporanea – per chi sappia leggerla – ci offre continuamente esempi di questo tipo per riconoscere i quali basta assistere con occhio sveglio ad un normale Telegiornale giornaliero.
D’altra parte è così che gira il mondo, da che mondo è mondo.
Questo progetto mondialista di unificazione di nazioni e popoli - con differenti culture, lingue, peculiarità e persino ‘caratteri’ nazionali stratificatisi nel loro inconscio collettivo nel corso di molti secoli tanto da aver creato con il tempo delle vere e proprie ‘identità’ nazionali - è quindi un progetto ideologico ed ‘economico’, per di più utopico, perché – pur se fosse possibile realizzarlo – sarà impossibile mantenerlo.
Solo con la libera concordia, e non certo con la forza, può essere infatti realizzata una unione fra popoli così diversi.
Progetto utopico come lo furono in passato quelli realizzati (e poi crollati) in forza di altre ideologie applicate alla politica, come ad esempio a suo tempo quella del marxismo dell’Unione sovietica che si proponeva – attraverso un egualitarismo cementato da decine di milioni di morti - di realizzare un ‘paradiso’ in terra.
Progetto utopico perché non tiene conto della realtà della natura umana che non è essenzialmente ‘buona’ come sostenevano Rousseau e Voltaire con il loro mito del ‘buon selvaggio’, cioè dell’uomo che era all’origine per natura buono, che nasce  ‘buono’ ma viene poi corrotto dalla ‘società’.
Questo concetto della ‘cattiva società’ che rovinerebbe gli uomini é alla base delle attuali ideologie e legislazioni permissiviste che non di rado mettono fuori dalla galera i delinquenti abituali e persino i veri e propri criminali (considerati non dei ‘colpevoli’ ma delle vittime) e talvolta mettono ‘dentro’ le vere vittime quando queste cercano di difendersi dalle aggressioni, vittime accusate non di rado di ‘eccesso di legittima difesa’.
In realtà la natura dell’uomo è inclinata piuttosto verso il Male, come già detto.
San Paolo – che pur è diventato santo – scriveva, riferendosi anche a se stesso, che siamo vittime di una contraddizione: non compiamo il bene, che pur vorremmo, ma il male che non vorremmo, e ciò perché l’uomo è dominato dal peccato.(Rm 7, 14-25):
         
 
14Sappiamo infatti che la Legge è spirituale, mentre io sono carnale, venduto come schiavo del peccato.   15Non riesco a capire ciò che faccio: infatti io faccio non quello che voglio, ma quello che detesto. 16Ora, se faccio quello che non voglio, riconosco che la Legge è buona; 17quindi non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me. 18Io so infatti che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene: in me c'è il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; 19infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio. 20Ora, se faccio quello che non voglio, non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me. 21Dunque io trovo in me questa legge: quando voglio fare il bene, il male è accanto a me. 22Infatti nel mio intimo acconsento alla legge di Dio, 23ma nelle mie membra vedo un'altra legge, che combatte contro la legge della mia ragione e mi rende schiavo della legge del peccato, che è nelle mie membra. 24Me infelice! Chi mi libererà da questo corpo di morte? 25Siano rese grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore! Io dunque, con la mia ragione, servo la legge di Dio, con la mia carne invece la legge del peccato.
       
Credo dunque non possa esservi dubbio che affidare la guida dell’Umanità ad un unico futuro Governo mondiale - per giunta ‘elitario’, e dominato dagli interessi dell’Alta Finanza – al di là delle migliori intenzioni possa dare potenzialmente origine ad una Dittatura di stampo orwelliano.
Ciò potrebbe con il tempo diventare foriero di tragiche conseguenze, visto che l’uomo – già ora – non sente più alcun bisogno di rispondere a Dio delle sue azioni ma piuttosto ‘accontentare’ se stesso, vero ‘dio’ in terra.
Un uomo – sempre per dirla con San Paolo - inclinato dunque non al Bene ma al Male, per cui i ‘valori’ della Legge naturale - incisi da Dio nella sua anima affinché egli sappia come condursi - non vengono più riconosciuti come tali da una coscienza individuale che – a causa del Relativismo e della generale corruzione dei costumi – non è più una coscienza cristianamente ‘retta’ e non è quindi più in condizione di discernere con equilibrio il giusto e l’ingiusto, talché si è persino persa la coscienza del ‘peccato’.
Quello ‘mondialista’ è un progetto che tra l’altro non tiene in debito conto l’essenza della natura umana nella quale l’anelito alla libertà rappresenta una delle più forti ed insopprimibili pulsioni.
È noto agli storici che uno dei segreti della durata e del successo dell’Impero romano era dovuto alla tolleranza verso le religioni dei vari popoli e le loro tradizioni e culture.
Roma – nella sua sapienza di governo – aveva inoltre avuto l’abilità e la sagacia politica di ‘coinvolgere’ in un grande progetto comune le nazioni assoggettate al punto da farle sentire compartecipi e ‘romane’.
Lo stesso ebreo San Paolo era orgoglioso del suo ‘civis romanus sum’ tanto da rivendicare – contro le richieste dei Giudei che lo volevano fare estradare a Gerusalemme per condannarlo - di essere giudicato per le sue idee religiose da un Tribunale di Roma, anche se poi – per altre ragioni ma… eterogenesi dei fini – questo gli costò letteralmente la testa.
L’uomo non accetta di essere ‘standardizzato’, di rinunciare alla propria cultura, alla organizzazione della propria società, ai propri usi e tradizioni, alle proprie convinzioni religiose.
L’uomo è infatti uno spirito libero, così creato da Dio - nella sua essenza spirituale - a Sua immagine e somiglianza, uno spirito infuso in una carne umana per cui - proprio come agli albori dell’Umanità osò ribellarsi a Dio che pur lo aveva creato umanamente perfetto nella intelligenza e nel fisico – egli non accetterà mai di soggiacere a lungo ad un potere umano che lo sovrasti, posto che non accettò a suo tempo il potere divino.
Come già ricordato nella prima parte di questa mia ‘trilogia’, Il Gesù che si rivelava nelle visioni della grande mistica del Novecento Maria Valtorta,1 sia pur in un altro contesto, osservava:2
‘…Non potete fra voi, o popoli diversi, giungere a durevole accordo. Avete tutti le stesse aspirazioni e gli stessi bisogni, e come piatto di bilancia il peso della buona parte dell’uno va a detrimento dell’altro. Vivete per avere sempre la parte maggiore e vi uccidete per questo. É una alterna vicenda che si fa sempre più grave. Ascoltate la voce di chi non ha sete di dominio e vuole regnare, in nome del suo Re Santissimo, unicamente sugli spiriti…’
Nel racconto biblico della Genesi3, si parlava dunque della città di Babilonia e della decisione dei suoi Capi di costruire una Torre altissima che rappresentasse – per orgoglio e superbia - il loro sogno di potere arrivare alle altezze di Dio.
Avevo evidenziato la pretesa prometeica di rubare a Dio il ruolo di supremo reggitore del mondo e di costruire una ‘gran città’ in cui vi fosse un unico popolo, del tutto padrone delle proprie azioni, libero di fare insomma tutto quel che voleva.
Avevo anche spiegato che Dio – vedendo, nel racconto della Genesi, che quella unione era blasfema perché offensiva nei suoi confronti e che un unico popolo divenuto troppo potente avrebbe finito per superare in un delirio di onnipotenza i limiti salutari imposti da Dio all’essere umano - decise di confondere le loro lingue così da provocare discordie, interruzione di quel Progetto e soprattutto dispersione del popolo stesso e dei suoi regnanti dando origine alla attuali differenti nazioni, etnie e lingue sparse oggi per tutto il pianeta.
Non sappiamo in cosa possa essere esattamente consistita questa ‘confusione’ delle lingue, forse non un fatto linguistico o fonetico in senso proprio ma certamente gravi divergenze di opinioni che portarono alla separazione delle varie tribù in relazione non tanto al progetto costruttivo della Torre quanto probabilmente agli obbiettivi politici, non da tutti egualmente condivisi, che un siffatto potente popolo multietnico avrebbe dovuto perseguire una volta unificato.
Fatto sta che Dio – a siffatta ‘Unione’ - preferì la separazione dei popoli perché la loro ‘debolezza’ in quanto singoli sarebbe stata di gran lunga meno pericolosa di una ‘unità’ basata sulla forza e quindi foriera di chissà quali maggiori disgrazie.
Sorge allora una domanda: se il Dio biblico – nella sua Onniscienza - pensò ed agì così a quel tempo, è oggettivamente pensabile che possa avere oggi cambiato idea in una situazione potenzialmente simile?
Dio – nel suo Eterno Presente - vede incessantemente scorrere davanti ai suoi occhi il  passato, il presente e il futuro. Il suo pensiero è immutabile, perché perfetto e divino fin dall’inizio che non ha inizio, e le sue reazioni sono per noi imprevedibili.  
Tuttavia – pur lasciandoci il dono della libertà – Egli, per il nostro bene, ci manda attraverso i Profeti dei ‘messaggi’ che - in gergo marinaresco - potrebbero essere considerati come quegli ‘Avvisi di burrasca’ diramati nei ‘Bollettini per i naviganti’.
Sta a noi capire l’antifona e, finché siamo in tempo, ridurre la ‘velatura’ della barca dando delle ‘mani di terzaroli’ affinché un vento troppo impetuoso non la rovesci e la affondi.
Le ‘minacce’ di Dio sono di norma ‘condizionate’: si realizzano cioè nel caso l’uomo non si penta, ma vengono ‘mitigate’ o addirittura ritirate se l’uomo colpevole si mette in riga, come ad esempio nella storia biblica degli abitanti della città di Ninive pentitisi con il loro re dopo i richiami all’ordine del Profeta Giona che ubbidì all’ingiunzione di Dio di andare a convertire quegli impenitenti.4
È anche vero che Dio può rinunciare a punire i colpevoli nel caso in cui dei ‘giusti’ – con le loro preghiere – intercedano per loro presso di Lui: è significativo al riguardo il racconto in Genesi5 dove Abramo – appunto un Giusto -  cercava di intercedere per la salvezza di Sodoma e Gomorra se vi fosse stato là almeno un numero minimo ma sufficiente di giusti tale da giustificare un atto di misericordia, cosa che in realtà non vi fu, per cui Sodoma e Gomorra vennero distrutte.
Nel caso dei nostri tempi, l’Avviso di burrasca – anche alla luce di numerose rivelazioni private riconosciute dalla Chiesa - sembra fornircelo proprio l’Apocalisse con una lettura che sembra attagliarsi perfettamente alla nostra epoca storica che parrebbe proprio legata alla manifestazione dell’Anticristo, epoca che sarà sempre più caratterizzata da grandi guerre e sofferenze umane ma seguita anche – con la sconfitta ad opera di Gesù dell’Anticristo, nemico della Chiesa – da una lunghissimo periodo di pace spirituale e materiale, tanto lungo che l’Apocalisse lo definisce a più riprese  ‘millenario’.6
Nell’Apocalisse – quando 2000 anni fa San Giovanni ebbe visioni che riguardavano il futuro dell’Umanità - si parla di una Umanità assimilata allegoricamente ad una donna, anzi ad una meretrice,7 piena di vizi, di lussurie spirituali, morali e carnali nonché affetta dalle peggiori inclinazioni. Una Umanità nemica di Dio e nemica degli ‘uomini di Dio’, una Umanità dedita con ogni mezzo al perseguimento della ricchezza, una Umanità che martirizza i Cristiani e nega a Dio persino il suo ruolo di Creatore.
Questa Umanità viene nell’Apocalisse simbolicamente chiamata ‘Babilonia la grande perché se la precedente pagana Babilonia storica era stata una sentina di vizi quella attuale tuttavia è addirittura peggiore non solo in ‘qualità’ ma anche in ‘ampiezza’, in quanto riferita non ad una singola città ma alla Terra intera.
Questa nostra attuale Umanità è infatti dedita ai più sfrenati piaceri mondani, degenerazioni morali e sopraffazioni politiche, una Umanità che non solo è lontana da Dio ma che anzi lo rifiuta: 'Dio è morto!'.
Essa – sempre nell’Apocalisse - è sobillata da Satana e dall’Anticristo, suo Emissario in terra, talché Dio la abbandona a se stessa facendo intervenire sette Angeli con punizioni progressive affinché essa abbia la possibilità di ravvedersi.
Non facendolo, viene allora sempre più colpita da un ‘flagello’ dopo l’altro fino ad essere in parte considerevole distrutta come lo fu l’antica Babilonia della Torre di Babele quando ‘tutta la terra aveva un’unica lingua ed uniche parole’.8
Ecco come uno dei sette Angeli mandati da Dio a punirla descrive la caduta di ‘Babilonia la grande’ che – posto che non è quella del passato, non essendo ancora stata l’Umanità così duramente colpita come descritto in Apocalisse – non può essere che una Umanità del presente (o di un futuro forse non troppo lontano) che già ora è intrisa di nefandezze, sangue ed apostasia e che è composta da 7 miliardi di uomini (i grassetti seguenti sono sempre miei):
Ap 18, 1- 24:
Dopo queste cose vidi scendere dal Cielo un altro Angelo, con gran potenza, e la terra fu illuminata dal suo splendore.
Egli gridò con voce potente: ‘É caduta, è caduta la grande Babilonia! É diventata la dimora dei dèmoni, il covo di ogni spirito impuro, il rifugio d’ogni uccello immondo e odioso, perché tutte le genti han bevuto il vino della sua frenetica lussuria e i re della terra hanno fornicato con lei, e i mercanti della terra si sono arricchiti per l'esorbitante suo lusso!
Poi udii un'altra voce dal cielo che diceva: ‘Uscite di mezzo a lei, o popolo mio, per non essere contaminati dai suoi peccati e non essere coinvolti nei suoi castighi; poiché il cumulo dei suoi peccati sale fino al cielo e Dio si è ricordato delle sue iniquità.
Trattatela come ha trattato gli altri e rendetele il doppio di quel che ha fatto: nella coppa in cui ha mesciuto, mescete il doppio.
Quanto ha fatto di sfoggio del suo splendore e del suo lusso, altrettanto datele di tormenti e di lutto; poiché essa dice in cuor suo: ‘Io m’assido regina e non sono vedova, né saprò mai che cosa sia il pianto!’
Ma appunto per questo, in un sol giorno piomberanno su di lei i flagelli: la peste, il lutto, la fame; e sarà consumata dal fuoco, perché potente è il Signore Iddio che l’ha giudicata’.
I re della terra che con lei fornicarono e presero parte al suo lusso insolente, quando vedranno il fumo del suo incendio, piangeranno e faranno cordoglio su di lei, stando a distanza per paura dei suoi tormenti, e diranno: ‘Sventura, sventura! O grande città, Babilonia, la potente città! In un attimo è venuto il tuo giudizio!’.
I mercanti della terra piangono anch’essi e si lamentano su di lei, perché nessuno comprerà più le loro merci; oggetti d’oro e d’argento, pietre preziose e perle; bisso e porpora, seta e scarlatto; e tutti i legnami odorosi, i lavori d’avorio, di legno prezioso, di bronzo, di ferro e di marmo; e la cannella, l'amomo e i profumi, la mirra e l'incenso, il vino e l'olio, il fiore di farina e il grano, il bestiame e le pecore, i cavalli e i cocchi, gli schiavi e le anime degli uomini! I frutti di cui l'anima faceva sue delizie si sono allontanati da te; tutti questi prodotti delicati e magnifici sono perduti per te, né si troveranno mai più.
I mercanti di tali cose, arricchiti da lei, se ne staranno lontani per paura del suo tormento, e piangendo e gemendo diranno: ‘Sventura, sventura! O grande città! Si era vestita di bisso e di porpora e di scarlatto, tutta ornata d’oro, di pietre preziose e di perle; e in un attimo è stata distrutta ricchezza sì grande!’
E tutti i piloti e tutti coloro che navigavano da un luogo all'altro, i marinai e quanti trafficano sul mare, se ne stettero alla lontana, e mirando il luogo del suo incendio esclamavano: ‘Qual città fu mai simile a questa?’
E gettandosi la polvere sul capo gridavano, e piangendo e gemendo dicevano: ‘Sventura, sventura! La grande città che con la sua opulenza fece arricchire quanti avevano navi sul mare, in un attimo è stata ridotta ad un deserto!’
O cielo, esulta sopra di lei! E voi pure o Santi, Apostoli, Profeti, perché Dio, giudicandola, vi ha reso giustizia contro di lei!
Poi un Angelo potente alzò una pietra grossa come una macina e la scagliò nel mare dicendo: ‘Così in un sol colpo sarà precipitata Babilonia, la gran città, e nessuno più la troverà. E in te non si udranno più le armonie dei citaredi e dei musici e dei flautisti e dei suonatori di tromba, né più si troverà in te artefice di qualsiasi arte; né più si sentirà rumore di macine, né in te brillerà più luce di lampada, né voce di sposo o di sposa s’udrà più in te; perché i tuoi mercanti erano i padroni della terra e dalle tue malìe sono state sedotte tutte le nazioni! Ed è in questa città che si è trovato il sangue dei profeti, dei santi e di tutti quelli che sono stati scannati sulla terra’.
Come non cogliere un nesso fra la ‘Gran Babilonia’ – e cioè la Terra intera - di cui all’Apocalisse che rivelava le cose future, e la ‘Gran Babilonia’ rappresentata dall’Umanità di ora, Umanità già unita sotto un primo embrione di governo mondiale, l’O.N.U (Organizzazione delle Nazioni Unite oggi composta da 193 nazioni) destinata a diventare, opportunamente riorganizzata e ristrutturata, il nucleo di un futuro Governo e Ordine mondiale?
Una ‘Organizzazione’ che, non certo ‘amica’ della religione cristiana e dei suoi valori, propone una propria ‘religione’ universale sincretista, volta cioè a conciliare elementi religiosi eterogenei appartenenti a culture e dottrine diverse: una sorta di ‘minimo comun denominatore’ che – indipendentemente dalla Verità che non può essere che Una e Assoluta – lasci fuori quei valori morali e dottrinali che differenzino una religione dall’altra.
Una Organizzazione che promuove il controllo malthusiano delle nascite facendo finta di non sapere che la povertà e la fame nel mondo non dipendono dall’aumento eccessivo della popolazione ma piuttosto dagli egoismi delle nazioni più ricche oltre che dai fondi illimitati da queste destinati agli armamenti propri ed altrui anziché al sostegno di quei popoli che con quegli stessi denari potrebbero essere aiutati a crescere culturalmente ed economicamente.
Una Organizzazione che è contro la Vita e che promuove l’aborto di massa, un vero e proprio genocidio di cui nessuno vuole parlare.
Una Organizzazione che da qualche tempo riserva la concessione di aiuti alimentari, medicinali e finanziamenti ai paesi poveri a condizione ‘sine qua non’ dell’emanazione di leggi favorevoli all’aborto, all’eutanasia, alla transessualità, all’omosessualità, alla bisessualità, alla ideologia ‘gender’ e così via, e tutto ciò in nome della ‘libertà’ totale dell’individuo al di fuori di qualsiasi regola.
Com’è allora possibile non prendere almeno in considerazione l’ipotesi di un ulteriore intervento divino volto a distruggere questo Progetto, nella certezza che un Nuovo Ordine Mondiale (New World Order) - governato secondo le leggi degli uomini, i quali come detto da San Paolo tendono al Male – possa, forte della sua ‘potenza’, spingersi a livelli di ulteriore degenerazione rispetto a quelli attuali di per se stessi già gravi?
I popoli della ‘Gran Babilonia’ – nel testo dell’Apocalisse - seguono l’Anticristo, avversario per eccellenza del Cristianesimo, ma costui, un uomo, verrà sconfitto da Gesù Cristo insieme ai due demoni che ispirano lui e la stessa Umanità: la bestia ed il falso profeta.
Ecco cosa si legge ancora nell’Apocalisse:9
         
Canti trionfali
 
1 Dopo questo, udii come una voce potente di folla immensa nel cielo che diceva: «Alleluia! Salvezza, gloria   e potenza sono del nostro Dio, 2perché veri e giusti sono i suoi giudizi. Egli ha condannato la grande prostituta che corrompeva la terra con la sua prostituzione, vendicando su di lei il sangue dei suoi servi!».
 
3E per la seconda volta dissero: «Alleluia! Il suo fumo sale nei secoli dei secoli!».
 
4Allora i ventiquattro anziani e i quattro esseri viventi si prostrarono e adorarono Dio, seduto sul trono, dicendo:   «Amen, alleluia».
 
5Dal trono venne una voce che diceva: «Lodate il nostro Dio, voi tutti, suoi servi, voi che lo temete, piccoli e grandi!».
 
6Udii poi come una voce di una folla immensa, simile a fragore di grandi acque e a rombo di tuoni possenti, che   gridavano: «Alleluia! Ha preso possesso del suo regno il Signore, il nostro Dio, l’Onnipotente.
 
7Rallegriamoci ed esultiamo, rendiamo a lui gloria, perché sono giunte le nozze dell'Agnello;   la sua sposa è pronta: 8le fu data una veste di lino puro e splendente».
La veste di lino sono le opere giuste dei santi.
 
Beati gli invitati al banchetto di nozze dell'Agnello!
 
9Allora l'angelo mi disse: «Scrivi: Beati gli invitati al banchetto di nozze dell'Agnello!».   Poi aggiunse: «Queste parole di Dio sono vere».
 
10Allora mi prostrai ai suoi piedi per adorarlo, ma egli mi disse: «Guàrdati bene dal farlo! Io sono   servo con te e i tuoi fratelli, che custodiscono la testimonianza di Gesù. È Dio che devi adorare. Infatti la testimonianza di Gesù è lo Spirito di profezia».
 
 
La vittoria del Verbo di Dio
 
 
11Poi vidi il cielo aperto, ed ecco un cavallo bianco; colui che lo cavalcava si chiamava Fedele e Veritiero: egli giudica e combatte con giustizia.
12I suoi occhi sono come una fiamma di fuoco, ha sul suo capo molti diademi; porta scritto un nome che nessuno conosce all'infuori di   lui. 13È avvolto in un mantello intriso di sangue e il suo nome è: il Verbo di Dio.
 
14Gli eserciti del cielo lo seguono su cavalli bianchi, vestiti di lino bianco e puro. 15Dalla bocca gli esce una spada affilata, per colpire con essa le nazioni. Egli le governerà con scettro di ferro e pigerà nel tino il vino dell'ira furiosa di Dio, l'Onnipotente. 16Sul mantello e sul femore porta scritto un nome: Re dei re e Signore dei signori.
 
17Vidi poi un angelo, in piedi di fronte al sole, nell'alto del cielo, e gridava a gran voce a tutti   gli uccelli che volano: 18«Venite, radunatevi al grande banchetto di Dio. Mangiate le carni dei re, le carni dei comandanti, le carni degli eroi, le carni   dei cavalli e dei cavalieri e le carni di tutti gli uomini, liberi e schiavi, piccoli e grandi».
19Vidi allora la bestia e i re della terra con i loro eserciti, radunati per muovere guerra contro colui che era seduto sul cavallo e contro il suo esercito. 20Ma la bestia fu catturata e con essa il falso profeta, che alla sua presenza aveva operato i prodigi con i quali aveva sedotto quanti avevano ricevuto il marchio della bestia e ne avevano adorato la statua. Ambedue furono gettati vivi nello stagno di fuoco, ardente di zolfo. 21Gli altri furono uccisi dalla spada che usciva dalla bocca del cavaliere; e tutti gli uccelli si saziarono delle loro carni.
       
Torniamo dunque ad analizzare la nostra Apocalisse non nei versetti qui sopra citati ma in quelli che avevamo in precedenza trascritti: (Ap  18, 1-24)  
Il quadro ‘apocalittico’ sembrava descrivere proprio la situazione odierna: Finanzieri e Banchieri che fanno il bello ed il cattivo tempo, popolazione povera o impoverita, Multinazionali, Mercanti, Armatori con flotte potenti, una parte dell’Umanità che è opulenta, ricca, prosperosa con i suoi commerci internazionali, con navi che vanno avanti e indietro cariche di ogni ‘ben di dio’, una ‘Babilonia’ insomma dove moltissimi se la passano bene fra musiche, lussi e canti a detrimento però dell’altra gran parte di Umanità che non può considerarsi fra gli ‘eletti’.
Il Dio dell’Apocalisse ammonisce i suoi fedeli a rifiutare quel sistema di vita, per non essere coinvolti nella punizione, anzi li invita a non aver alcuna pietà di quella Umanità corrotta che di suo non ha avuto pietà per nessuno e che merita dunque le venga reso – in male - il doppio di quel che essa ha dato.
Ma – fate bene attenzione – dopo i flagelli e le distruzioni non c’è la fine del mondo (come molti ritengono di poter interpretare il testo), non rimane cioè un mondo di morti, ma anzi vediamo che è un mondo di ‘vivi’ quello che si lamenta per le distruzioni, rimpiangendo quei fasti del passato che ora sono definitivamente sfumati.
Piangono infatti i ‘re’ della terra, piangono i mercanti, piangono gli armatori che si arricchivano con il trasporto delle merci e che ora gemono perché la terra ‘in un attimo è stata ridotta a un deserto!’.
É proprio chiaro – da tutto il contesto - che quello che ha assistito alla caduta di ‘Babilonia’ è un mondo di uomini vivi che rimpiangono solo l’opulenza perduta: non è affatto – lo riconfermo - la fine del mondo della quale l’Apocalisse parlerà invece solo al termine del Libro.10
A far però ben capire quanto sia definitiva la distruzione e la perdita di questo sistema di vita, un Angelo ribadisce il concetto, facendo vedere che in futuro la Gran Babilonia verrà affondata come una pietra da macina scagliata nel mare.11
Ma la ‘Terra-Babilonia’ verrà del tutto ‘affondata’ fino a sparire?
Non saprei, anzi non credo, per ora, anche se è ovvio che il mondo e l’intero universo prima o poi debbano ‘naturalmente’ finire, perché tutto ciò che è materia è destinato a degradare.
La materia, almeno nella forma attuale costituita da molecole ed atomi, non è affatto detto che debba essere ‘eterna’. E se il mondo potrebbe sembrare eterno agli ottimisti, e se non crediamo a quel che invece dicono in proposito i Vangeli e la stessa Apocalisse, potremmo almeno razionalisticamente credere a quel principio della termodinamica e della meccanica quantistica detto dell’entropia, per cui un ‘sistema’ tende inevitabilmente a procedere non verso un maggior ordine ma verso un progressivo disordine: da uno stato di relativo equilibrio ad uno di squilibrio foriero di dissoluzione.
La caduta di questa ‘Babilonia’, cioè della ‘Umanità’ della Gran Città dell’Apocalisse, sarà comunque conseguenza dell’intervento del Gesù ‘parusiaco’12, in una sorta di ‘venuta intermedia’ - chiamata da molti anche se un poco impropriamente ‘seconda venuta’, ma per ora solo nel cuore degli uomini - da non confondersi perciò con la vera seconda venuta di Gesù alla fine del mondo.
Potremmo anzi dire, molto più propriamente, che se la prima venuta di Gesù è quella della sua Incarnazione, la sua Seconda Venuta è iniziata nel momento della sua Resurrezione, continua tuttora con Lui invisibile ma accanto a noi nel mondo attuale, grazie anche alla Consacrazione Eucaristica, in un ‘continuum spazio-temporale’ - salvo Egli apparire e rendersi presente quando e dove è necessario – per manifestarsi  visibilmente a tutti nel momento finale della storia umana.
L’Apocalisse – nel brano sopra citato (Ap 19, 11-16) ci mostra dunque un Gesù in arrivo su un cavallo bianco alla guida dei cavalieri degli eserciti celesti per liberare l’Umanità dall’influenza nefasta dell’Anticristo.
Tale ‘venuta’ – non lo ripeterò mai a sufficienza - non è dunque quella della fine del mondo ma avviene nel corso della Storia corrente.
Infatti fra la manifestazione parusiaca per la sconfitta dell’Anticristo e la venuta manifesta di Gesù alla fine del mondo, quando Satana sarà stato liberato per la sua guerra finale, intercorrerà ancora un ‘millennio’ e solo dopo questo periodo ci sarà la fine del mondo con il Giudizio universale, come si evince da quanto segue:
         
       
Ap 20, 1-15:
 
Satana sconfitto
 
1 E vidi un angelo che scendeva dal cielo con in mano la chiave dell'Abisso e una grande catena.
 
2Afferrò il drago, il serpente antico, che è diavolo e il Satana, e lo incatenò per   mille anni; 3lo gettò nell'Abisso, lo rinchiuse e pose il sigillo sopra di lui, perché non seducesse più le nazioni, fino al compimento dei mille anni, dopo i quali   deve essere lasciato libero per un po' di tempo. 4Poi vidi alcuni troni - a quelli che vi sedettero fu dato il potere di giudicare - e le anime dei decapitati a causa della testimonianza di Gesù e della parola di Dio, e quanti non avevano adorato la   bestia e la sua statua e non avevano ricevuto il marchio sulla fronte e sulla mano. Essi ripresero vita e regnarono con Cristo per mille anni; 5gli altri morti invece non tornarono in vita fino al compimento dei mille anni. Questa è la prima risurrezione. 6Beati e santi quelli che prendono parte alla prima risurrezione. Su di loro non ha potere la seconda   morte, ma saranno sacerdoti di Dio e del Cristo, e regneranno con lui per mille anni.
 
7Quando i mille anni saranno compiuti, Satana verrà liberato dal suo carcere8e uscirà per sedurre le nazioni che stanno ai quattro angoli della terra, Gog e Magòg, e radunarle per la   guerra: il loro numero è come la sabbia del mare. 9Salirono fino alla superficie della terra e assediarono l'accampamento dei santi e la città amata. Ma un fuoco scese dal cielo e li divorò. 10E il diavolo, che li aveva sedotti, fu gettato nello stagno di fuoco e zolfo, dove sono anche la bestia e il falso profeta: saranno tormentati giorno e notte per i secoli dei secoli.
 
 
11E vidi un grande trono bianco e Colui che vi sedeva. Scomparvero dalla sua presenza la terra e il cielo senza lasciare traccia di sé. 12E vidi i morti, grandi e piccoli, in piedi davanti al trono. E i libri furono aperti. Fu aperto anche un altro libro, quello della vita. I morti vennero giudicati secondo le loro opere, in base a ciò che era scritto in quei libri. 13Il mare restituì i morti che esso custodiva, la Morte e gli inferi resero i morti da loro custoditi e ciascuno venne giudicato secondo le sue opere.
 
14Poi la Morte e gli inferi furono gettati nello stagno di fuoco. Questa è la seconda morte, lo stagno di   fuoco. 15E chi non risultò scritto nel libro della vita fu gettato nello stagno di fuoco.
       
Mi rendo conto che non si tratta di concetti facili da spiegare, ma l’Apocalisse non è di agevole comprensione a causa delle immagini spesso simboliche, trattandosi peraltro di un testo profetico volutamente ‘velato’ il cui significato viene fatto comprendere da Dio poco alla volta in base alle circostanze ed alle opportunità della Storia.
Per tornare però al quadro che si prospetta in futuro per la nuova ‘Babilonia la grande’ vi ricorderò che, con il ritiro delle acque dopo la fine del Diluvio, il Dio della Genesi - sotto il segno dell’arcobaleno apparso in cielo - strinse un patto con la futura Umanità promettendo che Egli non avrebbe più distrutto gli uomini con un altro diluvio. (Gn 9, 8-17)
Pertanto, così come con il Diluvio universale Dio volle distruggere l’Umanità corrotta di allora salvando però la famiglia di Noè per la continuazione della specie umana, ora si potrebbe paventare - di fronte al ‘babilonico’ Nuovo Ordine Mondiale che talune nazioni vorrebbero realizzare ma sul quale altre non sono assolutamente d’accordo - non già un altro ‘Diluvio’ mandato da Dio ma piuttosto che, con le armi tremende di distruzione di massa a propria disposizione, siano gli uomini ad essere ‘diluvio a se stessi’ in una terza guerra mondiale.
In tale malaugurato caso – poiché tuttavia ‘non tutti i mali vengono per nuocere’ e Dio ‘sa scrivere dritto sulle righe storte’ – la Terra, secondo la volontà di Dio, potrebbe aprirsi ad una Palingenesi, ad una rinascita cioè come quella dopo il Diluvio, con una Umanità che – ‘bastonata’ e pentita – si rivolga fiduciosamente a Dio e rinnovi la faccia spirituale della Terra, ricostituendo una società su basi più giuste e più aderenti alla volontà divina in quello che l’Apocalisse ha più sopra descritto come un lunghissimo periodo di pace’ dopo la sconfitta dell’Anticristo e “l’incatenamento” di Satana reso innoffensivo per un ‘millennio’.
Una Umanità ‘bastonata e pentita’?
Sì, perché non riesco a comprendere come l’Umanità attuale possa da sé decidere di pentirsi e cambiare radicalmente senza che prima sia stata fatta ‘tabula rasa’ ed essa si sia ‘purificata’.
Quanto alla Palingenesi del futuro, vi rimando alla prossima ‘terza parte’ di questa nostra chiacchierata a voce alta.


1  http://www.movimentoneval.altervista.org/mv.htm
2  Maria Valtorta: ‘I Quaderni del 1943’ – 11.11.43 – Centro Editoriale Valtortiano
3  Gn 11, 1-8
4  Giona 3, 1-10
5  Gn 18, 20-32
6  Ap 20, 1-6
7  Ap 17, 1-18
8  Gn 11, 1
9  Ap 19, 1-21
10  Ap 21, 1-8
11  Ap 18, 21-24
12  Ap 19, 11-16

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