VoceALTA-049 - ilCATECUMENO.it

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VOCE NARRANTE ♫ SIMONA SERAFINI
Luglio 2008
049. I sei giorni della Creazione: Quarto giorno
4.1 Quando il Creatore creò la Terra la trasse dal nulla, adunando i gas dall'etere, già creato e divenuto il firmamento...
Avevamo concluso il capitolo precedente, riguardante la formazione dell’asciutto di cui parla la Genesi nel terzo ‘giorno’ (o terza fase) della Creazione, mostrando l’immagine di Pangea, il continente unico intuito e anche ‘ricostruito’ ai primi del Novecento dal geologo-geofisico Alfred Wegener, ma da noi presentato nella forma successivamente perfezionata da Fernand Crombette ricostruendo il continente a quota -2000 metri sotto l’attuale livello medio degli oceani che è di circa 4000 metri.
Ci aveva colpito l’avere scoperto che - in quel continente a forma di rosa ad otto petali, cioè di Pangea - la  località in cui sarebbe in seguito sorta la città di Gerusalemme (dove i cristiani credono che su una Croce il Dio-Verbo-Gesù abbia redento e quindi salvato l'Umanità) occupava esattamente il centro, e magari mai più avremmo sospettato che addirittura un Salmo, evidentemente ispirato, avesse detto che 'Dio... aveva operato la salvezza al centro della Terra',1 cosa che geograficamente appare oggi assurda a meno di non vedere la Terra nella forma ricostituita di Pangea.
Crombette - meditando sul salmo, ricordandosi della tesi di Wegener sulla deriva dei continenti, ricordandosi ancora che il monaco Padre Placet aveva scritto nel 1668 un libro intitolato 'Dove è dimostrato che prima del Diluvio non vi erano affatto isole e che l'America non era affatto separata dal mondo' - decise di studiare a fondo carte geologiche e batimetriche per vedere se fosse stato possibile dimostrare la tesi di Wegener (oggi accettata da geologi e geofisici) meglio di quanto lo stesso Wegener non fosse riuscito a fare in vita.
Dio fin da prima della creazione sapeva dunque, nella sua Onniscienza, che – nel divenire della Storia – la tragedia del Verbo divino fattosi Uomo si sarebbe conclusa in quel luogo e su di una croce.
Ecco dunque la ragione della centralità - anzi del Cristocentrismo, per usare un termine ben noto ai teologi cristiani - della posizione geografica ‘privilegiata’ di Gerusalemme: su una Croce, in quella località, l'Uomo-Dio un giorno avrebbe redento e salvato l'Umanità conquistando con il proprio Sacrificio la Gloria.
Ora, nella prossima analisi del quarto giorno creativo assisteremo invece ad un altro avvenimento della Genesi biblica che – come già accennato in precedenza - ha destato non poche ironie negli astrofisici, apparendo esso in contrasto con le scoperte della 'loro' scienza.
Ecco cosa dicono i versetti del Cap. 1 della Bibbia:
1,14 - Dio disse: «Ci siano luci nel firmamento del cielo, per distinguere il giorno dalla notte; servano da segni per le stagioni, per i giorni e per gli anni
1,15 - e servano da luci del firmamento del cielo per illuminare la Terra». E così avvenne.
1,16 - Dio fece due luci grandi, la luce maggiore per regolare il giorno e la luce minore per regolare la notte, e le stelle.
1,17 - Dio le pose nel firmamento del cielo per illuminare la Terra e per regolare giorno e notte e per separare la luce dalle tenebre. E Dio vide che era una cosa buona.
E fu sera e fu mattina: quarto giorno.
Confrontando questi versetti con quelli relativi al primo giorno…
«1,1. In principio Dio creò il cielo e la terra. 1,2. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo Spirito di Dio aleggiava sulle acque.1,3. Dio disse: « Sia la luce! ». E la luce fu.1,4. Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre 1,5. e chiamò la luce giorno e le tenebre notte.
E fu sera e fu mattina: primo giorno».
appare evidente come siano i versetti del quarto giorno quelli che parlano dettagliatamente e senza ombra di dubbio della creazione del sole, della luna e delle stelle.
Questo fatto conferma quanto avevamo già appurato nel nostro commento al primo giorno.
Secondo le rivelazioni alla mistica Maria Valtorta, la ‘luce’ del ‘Fiat Lux’ di cui vi si parlava non era quella solare che - nel testo biblico così come tradotto - avrebbe caratterizzato con la sua presenza il giorno e con la sua mancanza la notte. Era invece una del tutto straordinaria 'creazione', quasi un attributo del Verbo divino che è Luce, destinata ad operare sul globo terràcqueo misteriose benefiche trasformazioni.
Conseguentemente i due termini di Genesi tradotti dall’ebraico come ‘giorno’ e ‘notte’ non potevano avere alcun nesso con la luce di un sole che non era stato ancora creato.
Come mai Dio - dopo aver creato nel terzo giorno la vegetazione, tanto bisognosa di calore - avrebbe creato il sole solamente nel quarto giorno? E che dire – senza luce solare - della impossibilità per la vegetazione di realizzare la fotosintesi clorofilliana per poter produrre carboidrati, cioè l’energia necessaria a produrre riserve alimentari e cellulosa, cioè a crescere?
I fotoni della luce servono a ottenere idrogeno dall’acqua che è nel terreno (H2O) e a legare quindi l’idrogeno alle molecole di anidride carbonica che diventano così carboidrati, cioè zuccheri, processi tutti che intervengono all’interno delle foglie dove le molecole di clorofilla che sono nei ‘tilacoidi’ catturano la luce.
Possibile che dopo aver creato la vegetazione Dio avesse lasciato la terra al …buio?
Ecco le perplessità (giuste) della scienza. Dobbiamo allora fare un passo indietro.
Nel capitolo del secondo giorno avevamo trascritto quel ‘dettato’ del Gesù delle visioni della mistica Maria Valtorta il quale – stigmatizzando la poca fede di noi ‘credenti’ nella potenza di Dio – ricordava le meraviglie della Creazione ribadendo che nulla è impossibile a Dio il quale – in particolare con riferimento anche ai fenomeni dei corpi celesti - poteva ‘disporre a suo agio di tutte le forze del cosmo, aumentarle, arrestarle, renderle più veloci, sol che il suo Pensiero lo pensi’.
Abbiamo in effetti visto l’importanza di questo fatto, spiegato da  Crombette, per cui dal sole - a seguito di un aumento della sua velocità di rotazione sul proprio asse - sarebbe fuoriuscita la materia che sarebbe andata a costituire i futuri pianeti.
Da un aumento poi della velocità di rotazione su se stesso del globo terràcqueo, la metà delle acque dell’Oceano universale si sarebbe ammucchiata (possibilità provata anche dagli esperimenti di laboratorio di Plateau e Lenicque di cui abbiamo parlato nel capitolo relativo al secondo giorno) in una sorta di cintura all’altezza dell’equatore per poi, all’aumento di tale velocità, staccarsi dalla terra per finire in orbita, sparpagliarsi allo stato di vapore e divenire l’anello ‘acqueo’ intuito dal filosofo e scienziato Immanuel Kant.
Fernand Crombette – ardentissimo credente convinto che la Bibbia non può aver sbagliato neppure di uno jota ma che semmai sono stati i suoi traduttori ad averla mal compresa - dava per scontato che Dio potesse disporre a proprio agio della capacità di influire sulla materia e sulle forze del cosmo, e anzi aveva spiegato il famoso miracolo biblico del ‘Fermati o sole’ di Giosué e l’altro miracolo solare di Isaia, proprio imputandoli ad un rallentamento 'dolce' e temporaneo della velocità di rotazione su se stessa della Terra voluto da Dio, rallentamento che avrebbe modificato corso e durata della giornata.2
Crombette aveva inoltre attirato l’attenzione sul fatto che Dio aveva esercitato la potenza del suo Pensiero anche realizzando delle ‘spinte’ tangenziali nei confronti della superficie terrestre3, manipolandola e modellandola come fosse stata morbida creta, e facendo così emergere dal mare l'isola colossale di Pangea.
In tale maniera avrebbe anche creato contemporaneamente con questa operazione il ‘letto’ di quello che sarebbe divenuto l’Oceano universale che avrebbe circondato il continente originario.
Se dunque vogliamo cercare di capire almeno in qualche misura cosa possa essere successo ai primordi, non possiamo - per mero pregiudizio anti-religioso o razionalismo spinto all'eccesso - negare l’esistenza di Dio o negargli la capacità di agire sulle forze del cosmo, pensando che tutto l'Universo con quello che contiene e ci circonda si sia fatto - miracolo dei miracoli - per caso, dal nulla e soprattutto da sè.
Avrete notato che - in merito alle teorie che circolano in ambiente scientifico circa l'origine della Terra - Crombette darebbe per scontata quella secondo la quale il globo terrestre sarebbe stato 'espulso' dal sole come gli altri pianeti del sistema solare.
Non pare essere tuttavia di questa opinione il Gesù che parla alla mistica Maria Valtorta che in un altro ‘Dettato’4 così le descrive (i grassetti sono i miei) la formazione della Terra, non tratta dal sole ma creata dal nulla:
Dice Gesù:
Quando il Creatore creò la Terra, la trasse dal nulla adunando i gas dall’etere, già creato e divenuto il firmamento, in una massa che rotando si solidificò come valanga meteorica che sempre più cresceva intorno ad un nucleo primitivo.
Anche la vostra Negazione (chiamo Negazione la Scienza che vuole dare spiegazioni negando Dio) ammette la forza centripeta, la quale permette ad un corpo di roteare senza sperdere parte di sé, ma anzi attirando tutte le parti al suo centro.
Avete le macchine che, se pur grandiose, ripetono in maniera microscopica la potenza centripeta creata da Dio per creare i mondi e tenerli obbligati a rotare intorno al sole, perno fisso, senza precipitare fuor delle celesti vie, loro segnate, turbando l’ordine creativo e provocando cataclismi di una distruzione incalcolabile.
La Terra formandosi così nella sua corsa di proiettile nebulare che si solidifica traversando gli spazi, dovette per forza rapire ad essi emanazioni ed elementi provenienti da altre fonti, i quali e le quali sono rimaste chiuse in essa sotto la forma di fuochi vulcanici, zolfi, acque e minerali diversi, i quali affiorano alla superficie testimoniando la loro esistenza ed i misteri, che con tutta la vostra scienza non riuscite a spiegare con esatta verità, della Terra, pianeta creato dal nulla da Dio, Padre mio.
Quante forze buone ancora ignorate voi che siere maestri nello scoprire ed usare le forze malvagie! Queste ultime al Male le chiedete, ed esso ve le insegna per farvi suoi torturati ed i torturatori dei vostri simili in suo nome e per suo servizio.
Ma le forze buone non le chiedete al Bene che paternamente ve le insegnerebbe come insegnò ai primi uomini, che pure erano colpevoli e condannati da Lui, i mezzi, e i modi da usarli, della loro esistenza terrena...».
La Terra – dice il Gesù valtortiano - non venne dunque ottenuta traendola dal sole nè tantomeno da una nebulosa, ma venne formata invece proprio dal nulla attraverso una concentrazione e solidificazione di gas e di materia sparsi nell’etere, vale a dire nello spazio, che in quella fase creativa era ancora privo di stelle ma ricco di gas e di materia allo stato caotico.
Il nucleo, lanciato nella sua corsa nello spazio, avrebbe attratto altra materia e – come una palla di neve che rotolando diventa sempre più grossa – avrebbe finito col tempo per dare origine al globo terràcqueo.
Quest’ultimo, avvolto da vari gas e mentre la superficie terrestre si andava raffreddando e solidificando, avrebbe visto fra l'altro atomi di gas quali l’idrogeno e l’ossigeno combinarsi fra di loro (H2O) per dare vita ad una molecola di acqua, o meglio agli sterminati miliardi di miliardi di molecole di acqua che avrebbero costituito l’oceano universale.
4.2 La soluzione del mistero della vegetazione creata da Dio prima del sole.
Ma - ritornando al quesito iniziale - è immaginabile che il sole sia stato creato nel quarto giorno, cioè così tanto tempo dopo il primo giorno, e addirittura dopo la creazione della vegetazione?
Fernand Crombette – sostenendo la teoria per cui i pianeti sarebbero usciti dal sole - contesta quella che definisce ‘la teoria fantasiosa di Laplace’5  che fa uscire i pianeti da una nebulosa primitiva il cui residuo sarebbe il sole.
Egli sostiene peraltro, come già in precedenza accennato, che la loro fuoriuscita dal sole non fu fortuita ma espressamente provocata da Dio grazie ad un aumento della velocità di rotazione del sole su se stesso e poi - con riferimento alla composizione interna e densità della massa solare - aggiunge:
«… Notiamo ancora che la maggior parte dei pianeti sono molto meno densi della terra e che essi suppongono un sole di densità decrescente, il che è evidentemente il caso di un sole che, da oscuro e in parte solido, è divenuto incandescente e infine gassoso.  Quest'ultimo dettaglio suppone che è nel periodo del cambiamento di stato del sole che i pianeti sono successivamente usciti nell'ordine decrescente della loro densità, e questo ancora giustifica l'ordine descrittivo seguito da Mosè…».
In sostanza - secondo quanto precisato poco sopra da F. Crombette e indipendentemente dal fatto che la Terra sia uscita da una nebulosa, dal sole o dal nulla - il sole sarebbe stato inizialmente molto più ‘denso’, in parte 'solido' e relativamente oscuro, costituito cioè da materia in fusione, come una sorta di magma, ma materia non ancora gassificata.
Ora, riflettendo, penso che un ‘sole’ di tal fatta, parzialmente solido e allo stato magmatico , non sarebbe stato il ‘sole’, cioè come noi lo vediamo oggi, ma - pur non ancora incandescente - avrebbe comunque emanato un calore ed una luminosità diffusa.
Ecco dunque come la vegetazione ha potuto essere creata nel terzo giorno e ha potuto sopravvivere: il sole non era ancora del tutto splendente come sarebbe divenuto in seguito ma era comunque sufficientemente 'luminoso' e 'caldo' da permettere la fotosintesi e lo sviluppo della vegetazione.
Solo nel quarto giorno – in vista della successiva creazione delle specie animali del quinto giorno e poi dell’uomo nel sesto – il sole, che era già 'sole' ma non tale quale lo intendiamo noi oggi - sarebbe stato più propriamente 'creato', vale a dire portato all’incandescenza migliorando con la sua maggior luminosità le condizioni ambientali del pianeta Terra e divenendo veramente il 'sole' di cui parla la Genesi.
Come sarebbe successo? Nel solito modo che Crombette ci ha spiegato. Un aumento della rotazione della massa solare sul proprio asse ma anche un aumento della rotazione delle sue parti più interne che, per l’attrito dei diversi materiali con peso specifico diverso, avrebbe provocato un forte aumento di temperatura e la formazione all’esterno di una parte più gassosa, quella che fornisce appunto la maggiore illuminazione.
D’altra parte è opinione abbastanza diffusa a livello scientifico che il sole abbia subito delle evoluzioni con periodi di maggiore o minore temperatura.
La creazione del sole, da parte di Dio, di cui parla la Genesi nel quarto giorno, altro non sarebbe dunque che una operazione di questo genere: la sua incandescenza portata ad un livello tale da poter veramente illuminare a giorno un emisfero terrestre, lasciando l'altro emisfero nella notte grazie alla rotazione su se stessa della Terra.
Ma la luna? Che dire della luna che in Genesi appare, così come il sole, creata anch’essa nel quarto giorno?
Gli scienziati hanno proposto in passato tre teorie principali riguardo all'origine della luna:
- scissione dalla Terra, secondo la quale si pensa che il nostro satellite si fosse staccato dal nostro pianeta ai primordi della sua formazione;
- formazione indipendente per condensazione, in orbita terrestre, a partire dalla materia di una ipotetica nebulosa solare primordiale;
- formazione nello spazio, lontano dal nostro pianeta, con conseguente cattura della luna da parte del campo gravitazionale della Terra.
Crombette propende per la prima ipotesi. Ma come avrebbe potuto, la luna, staccarsi per scissione dalla Terra? Per Crombette la risposta anche in questo caso è semplice, sempre ove si ammetta l’intervento di Dio: grazie ad un aumento della velocità di rotazione della Terra sul proprio asse!
La luna si sarebbe formata nel corso della fase primordiale del globo terrestre. Una porzione magmatica del nostro globo che, fuoriuscendo per forza centrifuga grazie all'aumento della velocità di rotazione, si sarebbe posizionata in orbita nello spazio, rimanendovi in una posizione di equilibrio.
A quel tempo la luna era relativamente incandescente e quindi relativamente luminosa di luce propria, e non di luce riflessa come oggi. Della sua origine magmatica sarebbero oggi testimoni i famosi crateri lunari - in sostanza delle 'bolle' come si possono osservare nel caso di una massa pastosa in ebollizione – dai quali i gas e le ceneri che si sprigionavano dalle parti interne ancora allo stato incandescente si scaricavano all’esterno.
In origine, secondo F. Crombette, la luna - in orbita intorno alla Terra - avrebbe ruotato su se stessa sul proprio asse come fa oggi anche la Terra.
In una seconda fase, a causa della dispersione di calore dovuta alla sua massa ridotta ed alla mancanza di una atmosfera per via della sua minore forza di gravità, la luna si sarebbe raffreddata smettendo anche di ruotare sul proprio asse e cominciando conseguentemente a mostrare sempre alla Terra la stessa faccia che possiamo osservare anche noi al giorno d’oggi.6
Abbiamo già accennato al fatto che la scienza atea parte dai cosiddetti errori 'scientifici' apparentemente contenuti nel racconto della Creazione in Genesi per sostenere che l’intera Genesi è un racconto mitico, quindi falso, per cui – deduzione degli avversari del Cristianesimo – sarebbe falsa anche tutta la Dottrina cristiana in quanto essa poggerebbe su racconti non corrispondenti a realtà, come ad esempio quello del Peccato originale, e conseguentemente sarebbe falsa anche l'incarnazione di un  Dio-Verbo che si fa uomo n Gesù per redimere l'Umanità dal Peccato.
La teologia cristiana difende invece il racconto della Genesi come verità rivelata e – di fronte a quelli che nel testo appaiono oggettivamente come fatti antiscientifici – asserisce trattarsi di verità spiritualmente profonde ma raccontate secondo la cultura dei popoli dell’epoca, in sostanza i ‘generi letterari’ ai quali abbiamo già accennato in precedenza.
Fernand Crombette, al contrario, sostiene l’inerranza sostanziale della Bibbia, in quanto Verità rivelata da Dio,  e che – se vi sono dei passi che appaiono errati - è solo perché nei millenni passati sono stati mal capiti dagli uomini - che a distanza di secoli non avevano più le conoscenze di coloro che li avevano preceduti - e quindi passi mal tradotti dai traduttori o mal trascritti dagli scribi.
Crombette - specialista nella decrittazione delle lingue antiche, dei geroglifici, del copto, della lingua atzeca ed altre ancora - aveva scoperto, come ripetutamente detto,  che le antiche parole ebraiche erano formate da un insieme di radici copte che si erano fuse in una sola parola.
Come mai il copto? Perché il copto doveva essere stata una lingua ancora anteriore all'ebraico (anche se non quella originaria dell'Umanità) che aveva dato origine a delle differenziazioni successive da cui l'ebraico, così come dal latino sono derivate ad esempio le lingue francese, spagnola ed italiana.
Essa doveva essere la lingua parlata da Misraim, figlio primogenito di Cam e nipote di Noé, quando questi - dopo la confusione delle lingue seguita alla distruzione da parte di Dio della Torre di Babele - migrò con le sue tribù dalla Mesopotamia verso le foci del Nilo per insediarvi quello che con i faraoni suoi discendenti sarebbe divenuto il regno ed il  popolo egiziano.7
Una lingua, il copto, che - contrariamente alle altre lingue - in Egitto si era conservata eccezionalmente integra nel corso dei secoli e finanche al giorno d'oggi.
In Egitto si parlava dunque il copto e Mosé - profeta potente, uomo di corte, iniziato ai segreti dell'astronomia ben conosciuti dalle èlites egiziane, ritenuto dalla Tradizione colui che aveva scritto il testo di Genesi - doveva averla scritta originariamente in copto, che era la sua lingua madre.
Solo successivamente, dopo la fuga dall’Egitto del popolo di Israele, il testo copto originario dovette verosimilmente essere tradotto in ebraico (anch'esso derivato dal copto) ma con qualche errore di traduzione specialmente nei passi in cui si accennava ad avvenimenti ‘scientifici’ che gli scribi ebrei dei secoli e millenni successivi potevano non capire e che quindi, come sopra detto, potevano tradurre in maniera non corretta.
Crombette si è servito dunque delle radici monosillabiche copte contenute nelle parole ebraiche per cercare di ricostruire il più genuino senso originario di quelle parole, ed è sulla base di questa ricostruzione che egli ha poi messo a fuoco gli aspetti scientifici che avrebbero potuto spiegare quei fatti.
In tale maniera Crombette, anziché considerarli come miti o giustificarli come ‘generi letterari’, conferma questi racconti attribuendo però agli stessi quello che più o meno avrebbe dovuto essere il loro senso originario che era stato male inteso e quindi mal tradotto.
Ciò è particolarmente evidente nella spiegazione dei versetti del secondo giorno creativo sulla formazione delle acque dell’alto e di quelle del basso e, ora, nel racconto della creazione del sole nel quarto giorno.
La parafrasi di Crombette – è bene chiarirlo, nonostante la sorpresa che desta in noi la sua tecnica - conferma dunque la verità sostanziale del testo biblico.
F. Crombette, a proposito della creazione del sole e della luna, partendo dal seguente testo ebraico dei sopra citati versetti 14 e 15 del Cap. 1 di Genesi
                       

scompone le radici monosillabiche copte delle parole ebraiche (cominciando da destra verso sinistra) e attraverso una serie di passaggi dall’ebraico, al copto al latino e quindi al francese, compone la sua ‘parafrasi’ che - tradotta a sua volta in italiano - è la seguente:8
‘Oltre alle parole da Lui proferite anteriormente, Ehélohidjm9 concepì di nuovo di lanciare questa parola: "É giunto il momento di portare all'infiammazione il sole e la luna deficienti che si muovono circolarmente, posti sospesi, privi di luce; di renderli gassosi per farli risplendere affinché separino i tempi della notte e del giorno, e separino ciò che è vecchio da ciò che è nuovo, e dividano in tempi convenienti la lunga durata delle generazioni, e misurino esattamente i giorni della vita degli uomini e il posto delle generazioni fino al tempo della vita superiore (in cui) le generazioni esisteranno in permanenza". Per far giungere alla loro piena gloria il sole e la luna deficienti che si muovevano circolarmente disposti sospesi privi di luce, Egli li portò all'infiammazione accelerando il moto interno di cui erano dotati, affinché risplendendo facessero vedere la faccia della terra.  Ciò fu fatto molto convenientemente’.
F. Crombette la commenta poi così:
‘Questa traduzione può sembrare, nell'insieme, analoga a quella della Volgata; ma ne differisce fondamentalmente su un punto capitale che ha sollevato molte obiezioni alle quali non è stata data risposta soddisfacente.  
S. Gerolamo ha tradotto: "Che siano fatti dei luminari nel firmamento del cielo", essendo questi luminari il sole e la luna.  Ora, è contraddittorio che il sole sia stato fatto alla quarta generazione allorchè la terra, uscita dal sole, è stata creata alla prima.  
D'altra parte, è inverosimile che il sole e la luna circolino in questo "firmamento" che la Volgata ha detto esser stato fatto per sostenere le acque dell'alto; è evidente che questi astri si trovano ben al di là.  Il rabbinato francese ha creduto di eliminare le obiezioni traducendo: "Che dei corpi luminosi appaiano nello spazio"; ma prosegue, come S. Gerolamo: "Dio fece i due grandi luminari e li pose nello spazio celeste".  
Questo è uno dei tanti fatti che provano quanto Mosè sia stato mal compreso da quelli che l'hanno tradotto secondo i procedimenti precedentemente in vigore.
Mosè parla un linguaggio quanto mai sensato: egli non dice che il sole e la luna sono stati fatti e piazzati alla quarta generazione, ma che questi astri, che fino ad allora erano scuri o non avevano ancora che una luminosità deficiente, furono portati in quel momento all'infiammazione.  E il grande profeta precisa come questa incandescenza fu ottenuta: facendo girare più rapidamente questi globi sul loro asse finchè fossero, in seguito all'aumento della temperatura causato dagli sfregamenti correlativi ai movimenti di convezione, portati allo stato gassoso.  Quale vero sapiente parlerebbe diversamente?  
Notiamo ancora che Mosè fa girare sia il sole che la luna attorno alla terra; è dunque certamente geocentrista...».10
Da parte mia aggiungo che - pur rimanendo sorpresi dal metodo di decrittazione di F. Crombette, per il cui approfondimento e perfezionamento vengono peraltro tenuti in Francia dei corsi di ‘formazione’ a cura del CESHE -  i versetti di Genesi, come da Crombette interpretati, appaiono quantomeno come verosimili dal punto di vista scientifico.
Se la scienza atea ha fatto rimarcare gli errori scientifici di Genesi attribuendo la stessa ad una tradizione mitica e senza nemmeno provare a trovare una logica in quei testi, abbiamo visto che una sintesi fra scienza e fede è stata realizzata dallo studioso francese, mistico e scienziato.
Avendo tuttavia noi dato un certo credito di 'autorità' alla teoria del tutto 'aleatoria' del Big-bang, spiegata oggi nei suoi particolari di… quindici miliardi di anni fa, proporrei di prendere in considerazione – come ipotesi di studio e riflessione - anche le teorie di Fernand Crombette che hanno per lo meno il pregio di confermare con argomentazioni scientifiche serie la verità sostanziale di quanto rivelato nella Genesi
A ben vedere la ‘chiave’ di lettura delle precedenti spiegazioni di Crombette si basa proprio su quel concetto espresso dal Gesù valtortiano in merito al fatto che Dio  ‘può disporre a suo agio di tutte le forze del cosmo, aumentarle, arrestarle, renderle più veloci, sol che il suo Pensiero lo pensi’.
Nel prossimo capitolo affronteremo il tema molto interessante del quinto giorno: le modalità della creazione animale e in particolare di quella degli animali acquatici nonché dei volatili.

1  Nota dell'autore: trattasi del salmo 74(73) - Lamento sul Tempio distrutto, versetto 12: 'Eppure Dio è mio re da sempre, lui che dà la salvezza in mezzo alla terra...'. (La Sacra Bibbia, 1968 - Edizioni Paoline)
2  Vedi note n. 6 e 7 del Cap. 2 note n. 7/10 del Cap. 3.
3  Vedi note n. 7/10 del Cap. 3.
4  Maria Valtorta: ‘I Quaderni del 1943’. Dettato 11.12.43, pagg. 653/654 – Centro Ed. Valtortiano
5  F.Crombette: ‘Galileo aveva torto o ragione?’ – Vol. I – http://crombette.altervista.org/index.htm
6 G.L.: 'La Genesi biblica fra scienza e fede' - Cap. 19: «Quarto giorno: sole, luna e... Peccato originale» - Ed. Segno, 2006 - vedi sito internet dell'autore già citato.
7  F.Crombette: 'Vera storia dell'Egitto antico' - Vol. I (di tre volumi) - n. 42.18 - vedi sito CESHE ITALIA: http://crombette.altervista.org/index.htm
8  F.Crombette: 'La rivelazione della rivelazione' - Vol. I, pagg. 157 e seguenti - n. 42.351 - Vedi dettagli della decrittazione nell'estratto dell'opera nel sito del CESHE ITALIA http://crombette.altervista.org/index.htm
9  Nome ebraico che stava ad indicare il nome di Dio  
10  G.L.: 'LA GENESI BIBLICA FRA SCIENZA E FEDE' - VOL. I, Cap. 3: 'E' la Terra che gira intorno al sole fisso o è il sole che gira intorno alla Terra stabile al centro di tutto il sistema dell'Universo?' - Inoltre Cap. 4: 'Gli esperimenti fatti dal Premio Nobel statunitense Michelson', Ed. Segno, 2005 -  Vedi anche nel sito internet dell'autore.
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