VoceALTA-013 - ilCATECUMENO.it

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VOCE NARRANTE ♫ SIMONA SERAFINI
Giugno 2002 - 3ª parte di 3
013. Il Peccato originale: mito o realtà?
Satana, inorgoglito dalla sua prima vittoria sull’uomo aveva gridato a Dio che tutti gli uomini da Lui creati sarebbero stati suoi e che nulla li avrebbe resi capaci di riguadagnare il Cielo…
Nella prima parte di questa serie di tre articoli abbiamo preso in considerazione l’influenza del Peccato originale sulla psiche e sulla salute del corpo.
Nella seconda abbiamo cercato di capire – aiutandoci anche con degli esempi presi dal mondo dei computers – come sia possibile che i discendenti di Adamo ed Eva, cioè noi, abbiamo un’anima vulnerata dal Peccato dei primi due, pur avendo noi ricevuto da Dio al momento del nostro concepimento un’anima perfetta che però contrae i ‘vizi’ subito dopo la sua ‘incarnazione’ nell’embrione umano.
Vedremo ora meglio in questa terza parte il ‘perché’ di tutto quanto è successo e quali sono gli ‘antidoti’.

Ed io all’uomo malato ho dato la Medicina…
Quella mia ‘Luce’, che ogni tanto mi aiuta a capire e che io chiamo scherzosamente il mio ‘Subconscio creativo’, proprio a riguardo del Peccato originale, una volta mi aveva infatti spiegato 1 :

Luce:
Dio fece l'uomo dominatore su tutto  quanto era sulla terra, l'uomo, questo smemorato : smemorato dalla malattia provocata dal Peccato Originale.
Già ti dissi che l'uomo è una unità psico-somatica, per usare un termine che vi piace e che voi utilizzate per indicare in realtà che l'uomo è carne fatta anche di psiche e che Io intendo per dire invece che l'uomo è Psiche, psiche, cioè anima, non fatta ma rivestita di carne.
L'uomo, dicevamo, è una unità psicosomatica. E quando il corpo viene danneggiato ne può essere danneggiata, a seconda dei casi, la psiche. Ma per la stessa legge, inversa, quando viene danneggiata la psiche  ne viene danneggiato anche il corpo.
Ed il peccato di origine - ti dissi - quale virus terribile danneggiò la psiche, cioè l'anima, privandola della Grazia e,  subito dopo, il corpo - dopo la psiche - ne venne compromesso.
Seguimi nel ragionamento, vieni con Me.
E' un po’ quello che succede nelle vostre malattie, in certi vostri incidenti umani. Danneggiate ad esempio il cervello ( che è uno 'strumento' della Psiche, dell'Anima - ricordalo sempre -  e non un 'produttore' di psiche ), danneggiate dunque lo strumento e perdete la memoria di voi stessi, di chi siete, dell'identità vostra, da dove venite, dove andate.
Tu, nei tuoi affetti, hai toccato con mano questa tragica esperienza.
Ma poi il medico vi aiuta, vi rieduca, vi insegna a riacquistare la memoria di voi stessi, vi 'riabilita' il corpo e con esso la mente.
Dunque - dicevo - il medico vi riabilita...
Ma quale è il Medico perfetto se non il Padre vostro ?
Ed Io all'uomo malato - contagiato nella Psiche dal virus estesosi, sempre per contagio, al corpo in forza dell'unità psicosomatica, poiché ti ho già spiegato che la Psiche, ripeto: l'Anima, permea ogni atomo del corpo - ho dato la 'medicina'.
Ho fatto innanzitutto sentire la voce dei Profeti miei per fare nuovamente sapere all'uomo, caduto e imbarbarito, la sua figliolanza.
L'evoluzione, ti dissi, fu 'discendente'. Ciò rientra nel mio 'ordine' che non ama 'rotture' istantanee. La Creazione non fu 'istantanea', anche perché per me il 'tempo' non esiste. L'evoluzione 'ascendente' dell'universo fu 'ordinata', cioè 'progressiva', 'graduale'. E così l'involuzione dell'uomo, che è anch'essa una forma, negativa, di evoluzione.
Adamo ed Eva (ed i loro discendenti) persero subito la Grazia, per la disobbedienza, e con la Grazia le sue virtù, ma - a parte Caino - non erano ancora capaci di fare veramente il Male, non si erano ancora perfezionati nel Male.
La loro Psiche, cioè la loro Anima, era stata 'danneggiata' ma il virus, come spesso  succede in tante vostre malattie, prima 'incubò', poi si estese gradatamente, sempre di più, compromettendo sempre di più l'anima ed il corpo.
Per questo i primi uomini, come leggi nella Bibbia, vissero così a lungo. E' verità, non favola.  E la ragione è quella che ti ho spiegato. Le funzioni corporee decaddero progressivamente, col tempo. La Morte arrivò, ma ritardata nel tempo rispetto ad ora.  
Ma man a mano che il male contagioso si estendeva, mano a mano che il primo uomo ed i successivi si specializzavano nel Male, si specializzavano spiritualmente, cioè psichicamente, intellettualmente, anche il corpo decadeva e la vita si accorciava, il corpo si indeboliva e le malattie di conseguenza aumentavano.
Non selezione della specie, la robustezza dei primi uomini: ché voi tutto interpretate in termini di 'specie', cioè di animalità, ed in termini di 'selezione', cioè di evoluzione naturale, considerandovi voi per primi degli animali mentre vi dite padroni dell'universo.
Poi ho inviato il Figlio, lui stesso 'Medicina', che si è dato a voi in carne, sangue e Spirito per riscattare non la salute del vostro corpo ma quella dell'Anima affinché in Grazia (quella che deriva dalla applicazione pratica, dico pratica, della sua dottrina) essa potesse - con la ferita 'cicatrizzata': cioè con i 'fomiti' rimasti e fonte di pulsioni - sperare, grazie alla buona volontà, di tornare al Cielo, da Me.
Ma per tornare a me, l'uomo attuale, come il Primo, deve tornare ad essere dominatore dei suoi tre stati: quello spirituale, quello morale, quello animale, cioè della carne.
Come l'uomo malato e poi 'riabilitato' non sempre recupera la piena efficienza originaria se danneggiato gravemente (come voi foste dal Peccato d'Origine), così voi ora non potete ottenere, neanche con la Grazia, il pieno recupero.
E allora dovete 'dominare', nel senso che allora dovete 'conquistare' quel dominio che una volta vi fu dato gratuito, dovete conquistarlo con la vostra fatica: con la buona volontà, che è fatica.
E sempre conquista imperfetta sarà ma - perché frutto di sforzo, di buona volontà - sarà più gradita a Me di quella di Adamo che nessuna fatica fece, che anzi rinunciò alla buona volontà, per cui mentre lui ebbe il privilegio, calpestato, di essere figlio di Dio, voi avrete il privilegio, conquistato, di essere figli miei, ma nella Gloria, quella che non avrebbe avuto Adamo avendo ricevuto in dono gratuito, quella che invece meritano i veri figli miei che si conquistano il Padre ed il suo Regno con il martirio di sé stessi, con il martirio del proprio 'io'.
Ma non ti preoccupare. Non ti preoccupi il 'martirio'. Non ti chiedo di fare l'eroe, ché troppo sarebbe. Ti chiedo solo di 'martirizzarti', questo lo chiedo a tutti, quel tanto che basta nei limiti molto limitati della vostra buona volontà.
Voi, malati siete, e Io -  buon Padre - mi accontento di questo in attesa di guarirvi del tutto quando -  stanchi di una vita ma con la retta coscienza di aver fatto tutto il possibile, il 'vostro' possibile -  vi presenterete a Me per il Giudizio: non giudizio di Giudice per voi ma abbraccio del Padre che vi è padre, del Figlio che vi è fratello, dell'Amore che vi ama.              
Una sfida era infatti corsa fra Dio e Satana.
Satana aveva voluto rovinare la creazione di Dio facendo ‘figli suoi’ quelli che avrebbero dovuto essere  ‘figli di Dio’.
Satana – si legge nell’opera di Maria Valtorta -  inorgoglito dalla sua prima vittoria sull’uomo aveva gridato a Dio che tutti gli uomini da Lui creati sarebbero stati suoi e che nulla li avrebbe resi capaci di riguadagnare quel Cielo dal quale Dio l’aveva cacciato e che gli sarebbe rimasto freddo, vuoto, inutile e triste.
Ma Dio gli rispose che questo sarebbe stato finché il veleno di Satana fosse stato solo a regnare nell’uomo, ma quando avrebbe mandato il suo Verbo, le sue Parole avrebbero neutralizzato quel veleno, guarendo l’uomo dalla demenza con cui Lucifero lo aveva insatanassato. E le sue pecore sarebbero tornate all’Ovile mentre l’Angelo di Dio avrebbe – alla fine del tempo – buttato una ‘pietra’ sull’Inferno sigillandovi dentro Satana per l’Eternità.
Quest’ultimo, con una risata di scherno, gli aveva allora promesso ulteriore vendetta giurando che quando fosse giunto il giorno del Verbo, egli - Satana  - sarebbe tornato e sarebbe stato presente fra gli evangelizzati e si sarebbe allora visto chi – dei due – sarebbe stato alla fine il Vincitore….!
E’ questo dunque – in conclusione - il senso della figura messianica di cui a quel passo del rotolo di Isaia letto nella visione valtortiana da Gesù in quel brano del Vangelo di Luca di cui vi ho parlato nel primo di questi tre articoli.
Il Verbo, figlio di Dio, si incarna in un essere umano in un concepimento di assoluta purezza verginale da Dio stesso provocato e – non più per mezzo di profeti - viene a parlare direttamente agli uomini per insegnare la Verità sulla loro origine, la Via per salvarsi, e soprattutto la possibilità della Vita, cioè della salvezza eterna in quei Cieli che fino ad allora erano rimasti preclusi all’uomo dopo il Peccato originale.
Il Verbo è dunque il Liberatore: dal Peccato.
L'uomo è peccatore, peccatore perché avvelenato dalla ‘mela’ e dal  veleno di Satana.
L'uomo morde ogni giorno al pomo del peccato ed ogni giorno sugge un succo avvelenato che ne intossica i pensieri.
E, con i pensieri intossicati, l'uomo sbaglia e pecca. Diventa peccatore.
E, quale peccatore figlio del Peccato d'origine, peccatore di proprio con i suoi peccati, egli gradatamente modifica la sua personalità che diventa personalità di peccato, personalità ad immagine e somiglianza di Satana, anche se non ancora propriamente 'figlio di Satana'.
Ed ecco allora la missione di Cristo: insegnare all'uomo la Dottrina, quella dell'Amore, insegnare all'uomo la strada, quella del Cielo, insegnare all'uomo il vero Padre, Dio.
Cristo è dunque venuto per affrancare l'uomo: oppresso dalla schiavitù del Peccato, per liberare lui, prigioniero, dal suo Dominatore: Satana, per ridargli, spezzando la catena del Peccato, la possibilità di tornare a Dio dal cui seno l'Anima spirituale è uscita.
Ma l’uomo è ormai a tal punto malato e indebolito nello spirito da non essere più capace, da solo, di risalire la china.
E allora Dio lo salva con la Redenzione attraverso il Sacrificio di Croce ma - poiché è Egli stesso Dio di Libertà ed ha creato l’uomo assolutamente libero, perché nella libertà sta la sua dignità – gli chiede almeno un atto di buona volontà -  e cioè di ‘desiderare’ la sua salvezza - accettando di seguire la Parola del Figlio.
Al resto – per ottenere la salvezza - ci penserà il Figlio, Resto come Redenzione

1  G.L.: “Alla ricerca del Paradiso perduto’ – Cap. 66 -  Edizioni Segno
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