RiPAR-132 - ilCATECUMENO.it

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132. Perchè piangi? Non sei forse felice di essere al mio servizio?
Da qualche tempo ho lasciato  la mia attività professionale.
Peccato, era bella, soddisfaceva in pieno la mia 'testa di sinistra', quella che - come avevo già raccontato nel capitolo del 'combattimento spirituale' - è perennemente in conflitto con quella di destra e,  come in quell'autista a due teste al volante di un'auto, frena di colpo, accelera violentemente,  sorpassa in curva,  non rispetta gli stop e, davanti ai semafori rossi... i semafori rossi? Cosa sono?
La mia testa di destra, quella più saggia, mi diceva però sempre più forte che era ora di mettere la 'testa' (cioè quella di 'sinistra') a posto.
E non si limitava più a dirmelo, aveva  cominciato ad alzare la voce,  e anche lei - che pur  era quella saggia di 'destra' - stava diventando prepotente.
Insomma 'Io' mi trovavo nel mezzo, preso fra due fuochi.. ma sentivo che dovevo dar retta a quella di destra, dovevo riscoprire me stesso, la mia interiorità, trovare lo spazio di raccoglimento per capire se veramente questo 'Dio interiore' che sembra parlarti dentro  esiste veramente o è un parto della tua fantasia o del tuo 'subconscio creativo'...
Ecco, mi ero detto, quando uno comincia a porsi questi interrogativi, del giusto e dell'ingiusto, del morale e del non morale, del vero e del non vero, del bene e del male, ecco allora uno è buono per andare in ...pensione  di sua iniziativa prima che gli altri se ne accorgano e lo caccino via.
Il 'mondo' non ti consente questi interrogativi. Il mondo è violento ed è teatro di battaglie.
Mi sentivo, pensavo di essere diventato come quei 'veterani' della guerra del Vietnam, sapete?, quelli che si vedono ogni tanto in certi filmetti americani  e che - alla fine della guerra - si accorgono di essere diventati dei 'disadattati' alla vita 'civile' e vengono respinti dalla 'società' come dei 'reietti'.
Ecco io cominciavo a sentirmi un 'disadattato'.
Avevo fatto la mia guerra,  quella che credevo 'giusta', quella in cui 'credevo', e mi sentivo pieno di 'cicatrici' che avevano lasciato anche il segno, ma questa guerra, o chissà che cosa, mi avevano ad un certo punto cambiato, ed avevo finito per scoprire di essere diventato diverso. Colpa della Valtorta ?
Può una 'donna' cambiare una vita? Molti dicono di sì. "E allora ? - mi domando ancora - una donna, una che doveva essere in profumo di santità...? In fin dei conti era una 'donna' con in più l'aggravante della 'santità'...".
Quindi, mi dico, una 'donna' può cambiare una vita, ma - mi dico anche - più che la 'donna' lo ha fatto il 'libro'.
Può un libro cambiare una vita? Rivado ai tanti libri famosi, di carattere filosofico o ideologico che hanno cambiato il destino politico di intere nazioni, a volte provocando lutti e rovine immani.
E il Vangelo non è un 'Libro' che ha cambiato in duemila anni il modo di vivere di miliardi di persone?
Sant'Ignazio di Loyola,  ufficiale al servizio dell'imperatore Carlo V° d'Asburgo - ferito nel 1521 ad una gamba durante l'assedio di Pamplona - nel corso di una lunga convalescenza subì una profonda crisi e trasformazione spirituale a seguito della lettura dell'Imitazione di Cristo ( un anonimo libretto medioevale, poco meno di trecento pagine e composto di un centinaio di brevi capitoli) e - da buon ex-militare - fondò la 'Compagnia di Gesù', cioè l'Ordine dei Gesuiti.
Dunque - mi dico - un libro 'può', può cambiare la vita.
Il primo dei dieci volumi de 'Il Poema dell'Uomo-Dio' (326 pagine compreso l'Indice) mi era costato Lire 8.000 (ottomila) del 1994.
C'è gente - mi dico - che gioca al Totocalcio, al Lotto, in Borsa, sperando di guadagnare miliardi per cambiare la propria vita...Io ci son riuscito con sole ottomila lire! Volete provare anche voi?
In fin dei conti, io mi sento portato per la meditazione, mi astraggo e mi concentro nelle mie letture con molta facilità, riesco a leggere otto anche dieci ore consecutive al giorno senza stancarmi, perchè in realtà mi riposo.
Cosa voglio di più dalla vita? Sono (relativamente) 'giovane', o perlomeno ne 'dimostro' di meno, ho una moglie che mi vuol bene, due figli che ci vogliono bene e con i quali viviamo insieme nella stessa proprietà, un genero 'ipercritico' che però è una pasta d'uomo e oltre che me 'sopporta' sua moglie, una nipotina furbissima, un nipotino che fino a poco tempo fa era preannunciato in arrivo e che ora ha fatto da appena un giorno il suo ingresso trionfale in questo mondo scombussolando la vita della nostra famiglia, ho cinque pastori tedeschi , un gatto soriano, dieci galline ovaiole, due faraone, un gallo, quattro ettari abbondanti di terra, un trattore, un piccolo vigneto di viti vecchie, cosa voglio di più dalla vita? Cosa voglio?
Luce:  
Perchè piangi?
Non sei forse felice di essere al mio servizio?
Cosa sono le cose umane? Cose vuote.
‘Anche se un giorno dovrai lasciare la tua professione... non temere...’  
Ricordi che te lo avevo detto? Non devi temere di lasciare un mondo pieno di...futilità per abbracciare quello del tuo Creatore.
   Non piangere per le cose vane. Tu lasci il nulla, perchè il tuo Tutto sono Io,  l'Amore. Capisci?
Questa è la tua prima sofferenza.
Ma poichè Io dò sempre ai miei figli le Forze, ti sto dando anche il mio conforto anticipandoti che avrai molte soddisfazioni spirituali ma anche umane, poichè sempre di 'carne' sei.
L'importante è che tu abbia 'accettato' anche il 'principio' della sofferenza. Dio non ti chiede necessariamente di soffrire ma di saper soffrire o di accettare, eventualmente, di soffrire.
Gioisci, anima mia, qui sul mio Cuore. Come sono dolci queste tue lacrime, sono lacrime d'amore perchè frutto di una scelta fatta per servire me, Me.
Dio si serve nei fatti, non nei sentimentalismi.
Tu, quasi senza accorgertene, senza che ti sia peso, hai deciso di lasciare la tua attività, un maggior guadagno, comunque gli interessi umani - ai quali eri tanto legato - per seguire Me: cambiare radicalmente vita, accettandone le conseguenze, nel Bene come nel male.
Allora non piangere più. Qui, sulla mia spalla, appoggiato al mio Cuore, a questo Cuore di P…, scrivi!, a questo Cuore di Padre, Dio Uno, scrivi, Dio Uno e Trino che - nel suo grande Unico Amore - è oggi qui per confortarti, per confortare il figlio prodigo che ritorna alla Casa del Padre, vero figlio di Dio.
E ora coraggio, 'tira sù'!  Hai messo mano all'aratro, guarda sempre e solo avanti, verso di Me, il tuo Sole, che puoi guardare senza rimanere abbagliato perchè è un Sole d'Amore che ama essere guardato dai suoi ‘figli’, che vuole che i suoi figli vi si perdano, in questo Vortice di Fuoco che non 'brucia' ma lenisce ferite e pene.
Ora vai. Te lo ripeto. Il 'dado' è tratto, ma questo non è un 'gioco d'azzardo', non è un 'azzardo', questa tua decisione è l'unica cosa 'certa' possibile, l'unica cosa che ti dia certezze, sicurezza, quella di avere la mia Vita, la Vita Eterna.
Molti rifletteranno e tu avrai cominciato il tuo 'apostolato' in modo 'brillante', dando cioè l'esempio di come si possono prendere certe decisioni e di come vi sia ancora chi - essendo stato del 'mondo' - crede ancora nei miei valori al punto di lasciare il Mondo per essi.
Tu sai cosa vuol dire 'lasciare il mondo', vero?
Significa acquisire il senso del 'distacco', non esserne più schiavo. Ora vai pure.

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