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(M.Valtorta: 'Lezioni sull'Epistola di Paolo ai Romani', 7/11.6.48, pagg. 169/141)
- Centro editoriale Valtortiano -
119. Dio è una Entità astratta e non si «ama» di amore umano come l'uomo di norma fa,
       ma rispettando i suoi comandamenti. E si odia negandoli...
Lo Spirito Santo, il grande Maestro che con grandissima Sapienza tiene le 'Lezioni' sull'Epistola di Paolo ai Romani, spiega alla Valtorta - parlando di amore e dolore - l'importanza dell'Amore nella Dottrina Cristiana e chiarisce inoltre che 'amare Dio' significa 'aderire' alla sua Volontà.
Amare è avere la Grazia, e questa è 'partecipazione' a Dio e cioè capacità di intuire Dio già in parte dalla Terra, prima ancora che in Cielo dove l'intuizione sarà perfetta.
Rifletto su quanto ho letto e mi sembra che tutto sia molto 'logico'.
Ma mi sembra più un fatto 'filosofico', cioè poco 'pratico'. In realtà io non sono mai riuscito a capire bene - e questa è per me un' altra difficoltà - come si faccia mai ad 'amare' Dio.
D'accordo, fare la sua volontà..., avere la 'Grazia', partecipare..., etc. ma, per esempio, io per Dio - così credo - non provo alcun senso di  'trasporto', non provo alcuno slancio sentimentale, anzi mi sembra quasi impossibile di poterlo ‘amare’ mai...
Luce:
Cosa vuol dire amare o non amare Dio?
Dio è una Entità astratta ed è quindi difficile per l'uomo 'carnale' amarlo con i propri 'sensi' come l'uomo di norma fa.
Dio si ama in maniera diversa: rispettando i suoi Comandamenti.
E si odia negandoli.
Ecco un concetto che nel tuo apostolato dovrai spiegare chiaramente per aiutare il prossimo a non scoraggiarsi (come facevi tu) se non sente dentro di sè l'amore (umano) verso Dio.
Dio, come tutti, va amato nei fatti e non negli slanci sentimentali che attengono alla sfera umana della emotività e non a quella spirituale.

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