RiPAR-107 - ilCATECUMENO.it

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(M.Valtorta: 'Il Poema dell'Uomo-Dio', Vol. VIII, Cap.15,  pag.  131)
(M.Valtorta: 'Il Poema dell'Uomo-Dio', Vol. VIII, Cap.16, pagg.152/156)
- Centro Editoriale Valtortiano -
107. La morte - anzitempo - dei bimbi e dei giusti...
D'accordo. Satana è Omicida. E «Lui» - Il Padre - cerca di salvarci.
Dice «cerca» perchè in realtà rispetta il nostro libero arbitrio, cioè non ci salva - in pratica - se - privi di buona volontà - non abbiamo voglia di farci salvare.
D'accordo. Ma allora come la mettiamo con la morte dei bambini e di quelle brave persone che non farebbero male a una mosca?
Perchè non li «salva» ? Loro, i bimbi, non sono colpevoli e i giusti da parte loro la buona volontà ce l'hanno...
Quante persone ho sentito dire che se Dio ci fosse veramente non permetterebbe certe cose...
Cosa gli dovrei spiegare a questi, caso mai veramente dovessi provare a fare «apostolato»? Cosa spiegare ai genitori dei bambini? Che dire ai famigliari stretti dei «giusti» che si si son visti portar via i loro cari mentre i delinquenti prosperano?
Luce:
Se la vita non è un 'fine' ma strumento per guadagnare il Paradiso attraverso dolori, sacrifici, lotta con il proprio 'Io' e contro il 'Male' e le sue tentazioni, se con la vita l'uomo - a causa del suo libero arbitrio e delle tentazioni al Male - rischia facilmente di perdersi, allora l'Anima di un bimbo innocente (anima che è 'completa', anche se nel corpo di un bimbo, e che quindi colloquia con Dio ancora meglio perchè pura e non ancora contaminata dal Mondo) o di una persona buona che muoiono anzitempo sono anime fortunate perchè vanno in Paradiso e si salvano così con certezza.
Quella che, giudicata con occhio umano (che vede la vita come un fine e non come un 'mezzo' per arrivare alla salvezza), è una assurda ingiustizia di Dio - e che diventa 'alibi' a sostenere che Dio non esiste, o se esiste se ne 'frega' perchè altrimenti non permetterebbe - è in realtà una grande fortuna.
La morte prematura non è voluta da Dio, che lascia libertà alle circostanze, di norma senza forzarle (anche qui per «giustizia»), ma - quando avviene -  si risolve in bene per l'anima e sofferenza per i parenti: e sofferenza è espiazione e miglioramento di se stessi.

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