RiPAR-059 - ilCATECUMENO.it

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(M. Valtorta: 'Libro di Azaria', 2.2.47, pagg. 403/408, Centro Ed. Valtortiano)
(Padre Pellegrino Ernetti: 'La Catechesi di Satana' - Edizioni Segno)
(Arc.vo E. Milingo:'Guaritore d'anime, la mia storia, la mia fede'-Ed. Mondadori)
(C.G. Jung: 'Inconscio, occultismo, magia'- Club del Libro F.lli Melita)
59. La sostanza dell'essere 'cristiano'. Il combattimento spirituale...
Sono arrivato a leggere l'ultima 'Lezione' che l'Angelo Custode Azaria impartisce alla Valtorta.
Sono, queste del Libro di Azaria, delle lezioni  a mio avviso straordinarie dal punto di vista intellettuale, teologico e, ovviamente, anche spirituale.
In quest' ultima lezione Azaria conclude gli insegnamenti spiegando che il Regno del Cielo non è un dono 'gratuito', ma che i cristiani devono essere dei 'lottatori' e cita al riguardo S.Paolo che disse:
'...il cristiano è una spirituale vita di atleta nella grande arena della terra, durante il giuoco più o meno lungo della vita umana, per conquistare il premio che spetta ai vincitori...'.
Ma i corridori  negli stadi - continua Azaria - si sottopongono ad ogni sorta di astinenza per un premio incerto, perchè uno solo di essi vince, mentre 'coloro che lottano per il premio eterno sono certi di ottenerlo, tutti,perchè Dio è buono e dà premio anche a chi non è il primo atleta, ma con tutte le sue forze e con tenace volontà fa quanto è capace di fare, nè cessa dopo un tempo il premio del Signore, ma dura per l'Eternità'.                   
Azaria continua ancora sottolineando che bisogna 'lottare perciò veramente contro gli avversari, silenziosamente, nel segreto dell'io, là dove lo spirito ha contro la carne, il demonio e il mondo, ha contro la concupiscenza triplice, le seduzioni, le tentazioni, le violenze, le reazioni alle violenze, tutto. È una lotta continua e tenace, un corpo a corpo coi diversi nemici sempre risorgenti in voi e intorno a voi...'
Medito a lungo su queste parole e mi torna alla memoria uno 'speaker' della emittente radiofonica 'Radio Maria' , sulla quale talvolta mi sintonizzo non perchè sia un bigotto e mi piaccia ascoltare i 'rosari' ma perchè vi sono degli interventi veramente interessanti, 'speaker' – dicevo - che parlava appunto del 'combattimento spirituale' e citava come riferimento l'immagine iconografica di San Giorgio (che è anche 'patrono' della 'Cavalleria') il quale viene raffigurato come un 'cavaliere', rivestito di corazza, che combatte contro un 'drago'.
Il 'relatore' radiofonico ne spiegò il simbolismo per cui - se ho ben capito - il 'cavaliere' rappresenta il nostro 'spirito' e il 'drago' rappresenta i sette 'vizi' dell'Io che, combattuti e tagliati nella testa, rispuntano continuamente pronti per un nuovo combattimento.
Mi piace questa spiegazione. Rende anche l'idea dell'improba battaglia che cerco da un po' di tempo - dico: cerco - di fare dentro me stesso trovandomi ogni giorno di fronte ad una (una?) testa  da...tagliare.
Tra l'altro l'immagine di San Giorgio me la 'vedo' tutti i giorni - quasi mi volesse ammonire  o 'invitare' - campeggiante sulla cappa del 'camino' nel salone al piano terra mentre un'altra - cesellata in rilievo su di un quadro in ceramica, rilievo bianco su fondo azzurro - fa bella mostra di sè su una parete del mio studio.
Mi piace questa 'idea' del cristiano, mi piace anche perchè - del 'cristiano' - non mi dà quell'immagine piagnucolosa da 'baciapile' che - ve lo confesso - avevo sempre avuta, ma quella 'virile' di un 'combattente' che deve fare le battaglie più dure, quelle contro se stesso.
Sono qui che scrivo, sono nel mio studio, in 'torretta'.
Alzo lo sguardo. Dalle grandi finestre ad arco che decorano due pareti vedo a destra le cime degli alberi e, di fronte, un panorama di dolci colline verdi che si perdono in lontananza.
Mi cade l'occhio sul 'San Giorgio', cerco per un momento - assorto - di immedesimarmi in lui ma poi mi scuoto e  dico:"ma che mi prende? mi lascio mica suggestionare da un 'quadro'?..."
Luce:
Hai finalmente capito quale è la 'sostanza' dell'essere 'cristiano': quella di combattere ogni giorno nello stadio del proprio 'Io' contro se stesso, quella di combattere come San Giorgio il 'drago' dalle sette teste per salvare il proprio spirito.
Sii eroe, sii atleta e guadagnerai il Cielo!
Ero in dormiveglia.
Dopo una vacanza di qualche giorno sulle Dolomiti stavamo - con mia moglie - rientrando sulla via di Trento. Splendide queste vallate e queste montagne...  
Mi ero fatto dare il cambio alla guida e, accomodatomi sul sedile con un piccolo cuscinetto (di quelli gonfiabili, 'antiartrosi') sotto il collo, avevo reclinato lo schienale e mi ero comodamente adagiato cercando di recuperare un po' di forze facendo - nonostante le continue curve - un esercizio di 'training autogeno'... finito indecorosamente in un 'pisolino'.
Ero in dormiveglia, o forse dormivo e sognavo. Pensavo al mio libro.
Come spiegare agli altri, che non vogliono sentir parlare nè dell'Angelo Custode Azaria nè di San Paolo, in che cosa consiste il combattimento spirituale al proprio interno e le difficoltà che si incontrano?
Quale è la difficoltà principale del mio libro?
Parlare agli altri, a quelli come me, di cose spirituali parlando un linguaggio profano.
Il fatto è che io non riesco ad esprimermi bene nè in maniera spirituale nè... profana. Io stesso - dicevo - mi sento pieno di contraddizioni che non so spiegarmi.
Cerco di darmi una disciplina, delle regole, ma quando meno me l'aspetto salta fuori un altro 'Me' che dice la sua e butta tutto all'aria.
È un 'Me' impertinente, a volte sarcastico, a volte 'impudico' (mi capite?), a volte trasgressivo, come se volesse veramente dar 'scandalo' e dare agli altri di me un' immagine diversa da quella che - a furia si sentir 'lezioni' - mi sforzo da qualche tempo di assumere, anzi da quella che mi sforzo di diventare.
Sono trasgressioni - mi dico - che non pensavo neanche prima che - quasi per gioco, o forse per sfida - iniziassi il 'combattimento atletico'  contro quel gigante che è il mio 'Io'. Davide e Golia, mi dico. Davide, con una fionda, ha vinto. Ma io?
So - perchè l'ho letto da qualche parte nell'opera della Valtorta - che dentro di noi si nascondono un 'dio' e una 'bestia'. Ma come spiegarlo agli altri?
Nel sonno, o forse in dormiveglia perchè sento vagamente che l'auto affronta dei 'tornanti', mi sembra che il mio 'subconscio' mi dica :'La tua anima è come un 'autista'... a due teste.'
Mi sveglio di colpo, ancora insonnolito, agguanto un 'block notes' che tengo sempre a disposizione per quando mi vengono delle ispirazioni per il mio libro e, prima che questo barlume di pensiero mi sfugga, scrivo: 'La tua anima è come un 'autista'... a due teste.'
Rimango un poco lì, ancora intontito, mentre mia moglie mi guarda  meravigliata per il mio risveglio da… 'sprinter'.
Luce:
Il vostro 'io', il vostro essere, la vostra anima è formata...,anzi, è come se fosse un pilota d'auto con due 'teste'...
Ogni testa ha una sua particolare psicologia, una sua particolare personalità. La testa di 'sinistra' è quella che ha preso sin dalla nascita il sopravvento, perchè l'altra è più debole di volontà. La prima è proterva, bellicosa, dominante, aggressiva, dedita alla 'sopravvivenza'. È un guidatore spericolato: frena, accelera bruscamente, sorpassa senza preavviso, sorpassa in curva, supera i limiti di velocità, non rispetta gli 'stop'. Mette continuamente a repentaglio la propria 'vita' e... quella degli altri.
E la seconda testa 'subisce' tutto questo. 'Vede'  che la prima sbaglia, ma 'non osa', non riesce a farsi ascoltare perchè la sua voce è flebile e la sua volontà - non esercitata fin dalla nascita, perchè nata 'gracile' - non riesce a farsi 'sentire'.
I 'due' rischiano, dunque, la vita insieme.
Poi però succede 'qualcosa'. Di solito un 'incidente' a sè o ad altri 'automobilisti'. E allora la prima 'testa' comincia a riflettere. Non è stupida. Incosciente sì ma non stupida. Capisce che, come gli altri perdono la vita, anche lei la può perdere, perchè di vita ce n'è una sola. E allora capisce che è bene cambiare comportamento, capisce che con il suo carattere non è più tanto adatta a guidare senza rischiare, e decide di passare i 'comandi', lasciare i comandi alla sua testa 'a destra' che avrà la volontà più debole ma è molto più saggia e prudente.
E la testa di destra assume la guida ed il controllo dell'auto. E guida anche bene. Ma la sua è una guida 'troppo' regolare, prudente. Rispetta i semafori, le precedenze, gli stop, accelera dolcemente, frena...sopratutto frena quando si deve dare la precedenza agli altri. Insomma, la sua guida è una sofferenza, un vero inferno!
La testa di sinistra non ne può più, vorrebbe strapparle il volante ma quella di destra ormai ci ha preso gusto, si è 'irrobustita' ed impratichita nella guida, anche la sua volontà è molto più forte, e non molla, non molla quel maledetto volante! Ma ecco che... zac! Il volante lo agguanta... una sterzata paurosa... ma l'altra lo tiene e mantiene la macchina in carreggiata.
La testa di sinistra è furente e impotente, vorrebbe picchiare la testa di destra ma le 'sue' mani ormai le controlla la testa di destra.
E così il viaggio continua...
Ad un certo punto la testa di sinistra si accorge che quella di destra è stanca, un po' insonnolita dalla lunga guida, e allora ...zac! prende il comando e pigia sull'acceleratore. Ah, che bello...! La macchina schizza via veloce... Che velocità! Semafori, stop, strisce pedonali..., tutti 'bruciati' !
Ma la testa di destra si sveglia, dà una sberla - con la mano che controlla - alla testa di sinistra e riprende il volante.
La testa di sinistra è umiliata, 'sente' che l'altra testa ormai è più forte, si sente impotente. Ora è lei che vorrebbe urlare, ci prova ma non riesce più a farsi sentire, e subisce. Ogni tanto scalcia, ogni tanto cerca di afferrare il volante e l'auto sbanda..., sbanda ma poi continua la sua strada perchè la testa di destra ha il sangue 'freddo', si è fatta esperta e non si lascia sorprendere più tanto facilmente.
Ecco, lo spirito ha vinto, la testa di destra ha vinto, o quasi. Perchè, in realtà, deve sempre stare in guardia, la strada è lunga e non sa se finirà all'improvviso o quando...
Al volante c'erano un santo ed una belva. Ha vinto il santo, ma la belva è sempre in agguato.
Questa è la battaglia del tuo 'Io'.
Rimani sempre in guardia. In te hai un 'dio' e un 'dèmone'. Tieni il dèmone in catene, anzi in gabbia, e non ti avvicinare mai ... a portata di zampa.
Rimango pensieroso a pensare a questa frase finale: "In te hai un 'dèmone' e un 'dio'..." e mi viene in mente  - con un brivido - quel film: L'esorcista,  con tutta quella terrificante storia di possessioni demoniache.
Avevo infatti conosciuto quasi casualmente un 'esorcista'…
È una cosa - ve lo assicuro - che fa un po' impressione perchè ti mette a contatto con una persona che si confronta sovente con il 'mistero'.
La guardi negli occhi, li 'vedi' più scuri e più profondi del solito, ti domandi cosa hanno visto, quali segreti contengono, ti chiedi se non c' è li dietro la personalità di una persona squilibrata che crede di affrontare un nemico che vive solo nella sua fantasia, nella sua immaginazione.
Ti rendi conto invece che è 'normale', che non affiora neanche un barlume di pazzia o manìa latente, e cominci a credere che quello che ti spiega sia quasi vero.
Lui, lo capisci, te lo spiega non per esibizionismo, non per megalomania - poichè anche questo cercavo di intuire - ma perchè  nella sua fede e nella sua volontà di fare apostolato crede di doverti far capire che esiste un mondo dello spirito e che il Male, questo sconosciuto, non è una Entità astratta, un concetto filosofico, ma una realta 'personale' e spirituale, una realtà angelica contro la quale bisogna combattere perchè essa tutti i giorni subdolamente combatte contro di noi per distruggerci gradualmente senza che ce ne rendiamo neanche conto: la posta in gioco, anche se non ce ne accorgiamo, è la nostra vita spirituale e chi non combatte rischia di morire.
Dicevo dunque che l'esorcista - per farci comprendere meglio (perchè ne stavamo discutendo in un salotto insieme ad altre persone) - ci aveva consigliato di guardare a tempo perso la videocassetta, appunto, del film 'L'esorcista', anni settanta.
Aveva precisato che, anche se per esigenze cinematografiche e di 'incasso' erano stati scelti (si trattava infatti di una sequenza di tre film) i casi più terrificanti di 'ossessione' (la quale, come ci venne spiegato, è ancora più grave della 'possessione' ), cionondimeno - a parte certi effetti speciali esagerati - erano casi analoghi a quelli che si verificano talvolta nella realtà.
Io mi ero sempre tenuto alla larga dai film dell'horror che consideravo, probabilmente per la mia 'vigliaccheria', un genere da mentalità un tantino 'depravata'.
Ma quella volta - spinto dalla curiosità e soprattutto per mettere alla prova la 'competenza' ed avere nello stesso tempo il privilegio di poter approfittare della esperienza di un 'esorcista' vero e non di un attore da film - mi sono precipitato, prima che l'ospite se ne andasse, a noleggiare in un Video-shop la cassetta dell'orrore che poi tutti insieme ci siamo subito messi a guardare.
Beh, per una notte, lo confesso ho dormito male. Per andare a dormire al piano di sopra ho acceso tutte le luci delle scale guardandomi ogni tanto  alle spalle.
E quella notte  mi sembrava che i miei  cinque cani-lupo, fedeli guardiani della proprietà, ululassero in modo veramente 'strano' finchè alle tre del mattino - rigirandomi inquieto nel letto -  non mi ricordai che due femmine erano in calore ed erano rinchiuse nel loro canile mentre  gli altri tre maschi  non potevano far altro - poverini - che... 'ululare', raspando per terra davanti alle gabbie nella speranza di poter entrare.
I film dell'horror – come dicevo - non mi piacevano, ma in questa materia - su di un piano puramente teorico - non ero un 'pivello'.
In tanti anni di letture, talune fatte anche in maniera molto approfondita, avevo studiato i fenomeni della parapsicologia, cercando di capire le sue connessioni con i cosiddetti poteri mentali di un individuo.
Avevo  anche studiato - specie quando approfondivo la 'filosofia' della dottrina spiritica di Allan Kardec - certe fenomenologie di tipo medianico.
Le avevo poi messe a confronto con alcune psicopatologie e con le cosiddette 'personalità multiple'.
Taluni psicanalisti - scoprendolo anche nel corso di sedute ipnotiche - le avevano individuate essere presenti  nel 'subconscio' di taluni soggetti, sotto forma di 'entità' spirituali che si qualificavano come vissute in epoche precedenti, così da far pensare ad ipotetiche 'reincarnazioni' se non - come taluni invece dicono-   a 'possessioni' da parte di altri soggetti spirituali.
Avevo poi letto i libri scritti da alcuni noti sacerdoti esorcisti che fanno ricorso a quelle che eufemisticamente (credo che si cerchi di non usare troppo il termine di 'esorcismo', perchè la sola parola mette paura)  vengono chiamate 'preghiere di liberazione'.
Confesso che affrontare il problema del Demonio era un fatto che mi ripugnava. Mi sembrava veramente una idea da 'medioevo', un' offesa alla razionalità, alla 'scienza' che vuole che tutto sia chiaro e trasparente.
La presenza reale di certe manifestazioni, la loro presenza inoppugnabile che non poteva essere negata di fronte all'evidenza, mi hanno indotto - in tema di 'demonologia' - a considerare con grande attenzione la letteratura antica su questo argomento il pensiero di famosi Padri apostolici (come S. Clemente 1°: vescovo di Roma, S. Ignazio: vescovo di Antiochia, S. Policarpo: vescovo di Smirne,vissuti a cavallo del primo e secondo secolo dopo Cristo) ma in particolare quello dei primi Padri Apologisti (come Giustino martire, Ireneo, Tertulliano, anch'essi del primo e secondo secolo dopo Cristo) nonchè dei famosi dottori della Chiesa Sant'Agostino e San Tomaso d' Aquino.
Sbaglierebbe chi, come feci io all'inizio, volesse considerare come 'inattendibile' il pensiero di questi uomini, considerandolo ad esempio come 'ovvio' vista la loro 'estrazione' religiosa.
Infatti chi volesse leggere direttamente  i loro  scritti  si  renderebbe  conto di trovarsi di fronte non tanto a 'santi' quanto a 'uomini' di grande ingegno e vivacità intellettuale, tutt'altro che sciocchi e creduloni, e non potrebbe che restare ammirato di fronte alla perspicacia del loro pensiero che si basa certamente su considerazioni 'teologiche', che in quanto tali potrebbero anche non essere condivise da chi non crede, ma che hanno grande rilevanza intellettuale e speculativa.
E dopo aver conosciuto il pensiero dei 'padri', mi è sembrato opportuno conoscere anche quello dei 'figli', e cioè di quegli scrittori contemporanei che hanno affrontato 'operativamente' i temi della demonologia parlando delle loro esperienze esorcistiche in scritti pratico-divulgativi, come - ad esempio - quelli di Padre Gabriele Amorth, di Padre Pellegrino Ernetti e dell'arcivescovo africano Emmanuel Milingo.
Quest'ultimo, famoso guaritore ed esorcista, è autore di una notevole produzione letteraria. Ho trovato interessante il suo recente libro: 'Guaritore d'anime, la mia storia, la mia fede' (Edizioni Mondadori, 1997) dove egli racconta la sua vita, caratterizzata anche da gravi incomprensioni  incontrate all'interno della stessa Chiesa, incomprensioni che peraltro storicamente non mancarono anche  ad altri personaggi, come  ad esempio Padre Pio.
Nel corso della sua vita, l’arcivescovo Milingo – come egli stesso racconta – fu messo ‘sotto processo’ per questa sua attività esorcistica dagli organi della Chiesa ma venne poi 'riabilitato', da Papa Giovanni Paolo II° che non gli proibì - egli precisa - di continuare a fare preghiere per la guarigione e la liberazione degli indemoniati.
Mi hanno colpito, fra l'altro, alcune pagine del suo libro citato che preferisco trascrivere di seguito integralmente (pagg. 183/187):
Sono ortodosso
Io mi sento perfettamente e oggettivamente dentro l'insegnamento ecclesiastico. Respingo le accuse e le insinuazioni di essere un fanatico, un visionario, un disinformato. Non mi soffermo neppure a discutere con coloro che, nell'esplicito tentativo di screditarmi, dicono che sono uno stregone, che la mia cultura religiosa è piena di retaggi di tradizioni animiste africane.
Una persona non dovrebbe mai essere costretta a parlare di se stessa. È sempre antipatico farlo. Ma in certe occasioni si è costretti. Ebbene per quanto riguarda le mie credenze e le mie informazioni teologiche su Satana, sulla sua attività e su come si deve combatterlo io mi sento calato dentro l'ortodossia cattolica come un blocco di cemento. Ho studiato e meditato il tema in tutti i suoi particolari. Conosco a memoria tutti i passi della Scrittura che lo riguardano e tutti gli interventi del Magistero ecclesiastico. Credo che pochi cristiani possano dire di conoscere questo argomento come lo conosco io.
Il Nuovo Testamento parla 63 volte di demoni e 37 volte di Satana.
Matteo (capitolo 4, versetto 3) lo chiama 'il tentatore'; Giovanni (Prima lettera, capitolo 4, versetto 6), 'spirito della menzogna'; San Paolo (Prima lettera ai Corinzi, Capitolo 10, versetto 10) , 'lo sterminatore'; San Pietro (Prima lettera, Capitolo 5, versetto 8) paragona il diavolo ad un 'leone affamato che gira per il mondo cercando qualcuno da divorare'.
I Vangeli danno grande rilievo ai contrasti fra Gesù e i demoni. Essi temono Gesù. Al suo passaggio gridano che è il 'santo di Dio' venuto a rovinare il regno dei demoni. Gesù caccia gli spiriti cattivi dagli ossessi. Per cacciarli si serve soltanto della parola, mentre raccomanda ai discepoli la fede, la preghiera, il digiuno.
Il 'corpo mistico' satanico
Proprio perchè il regno di Dio si affermi sul regno di Satana, Gesù dà ai predicatori del Vangelo il potere di cacciare i demoni (Matteo 10,1; Marco 3,15; Luca 9,1); svela come essi agiscono contro gli uomini impedendo che la predicazione del regno penetri nei cuori; esorta a temere l'azione diabolica; prega perchè Satana non trionfi sulla fede di Pietro e promette che i demoni non prevarranno mai contro la sua Chiesa.
Dagli Atti degli Apostoli risulta che la Chiesa primitiva esercitava attivamente il potere promessole da Cristo contro i demoni. Molto significativi sono i testi riportati ai capitoli 10,30; 5,16; 8,7; 16,16-18; 19,12-16. Anche negli Atti, come nei Vangeli, si parla di preghiera per cacciare i demoni, quindi di esorcismo. Nella Prima lettera di San Giovanni, l'umanità viene divisa in due settori: i figli di Dio e i figli del diavolo. 'Chi pecca è del diavolo, perchè il diavolo è peccatore fin dal principio. Il Figlio di Dio è apparso per distruggere le opere del diavolo'.
Uno dei dogmi fondamentali e più belli della Fede cristiana è costituito dal 'Corpo mistico di Cristo'. Gesù è il Capo, noi siamo le membra. Attraverso Gesù, tutta la Chiesa nei suoi vari stati, trionfante (i santi del Paradiso), purgante (le anime in attesa della Gloria), militante (i viventi in questo mondo), forma una sola realtà, strettamente connessa, legata, comunicante. San Paolo scrisse: 'Nella comunione dei santi nessuno di noi vive per se stesso e nessuno muore per se stesso... Se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme e se un membro è onorato tutte le membra gioiscono con lui'. Il catechismo insegna che 'poichè tutti i credenti formano un solo corpo, il bene degli uni è comunicato agli altri'.
Pochi però sanno che esiste anche un 'Corpo mistico satanico'. I Padri greci e latini hanno scritto moltissimo su questo tema. Sant' Ambrogio: 'Le membra del diavolo sono empie, così come sono sante le membra di Cristo'. Sant' Ilario: 'Infatti come Cristo è capo di tutti i santi, così il diavolo è capo di tutti i malvagi'.
'Se il diavolo', scrisse Sant' Agostino, 'di sua iniziativa potesse fare quello che vuole, non resterebbe un solo vivente sulla terra'. E San Bonaventura: 'È tanta la crudeltà del demonio che ci inghiottirebbe ad ogni momento se la divina protezione non ci custodisse'.
Verità di fede
Il problema dell'esistenza di Satana e della sua attività malefica tra gli uomini è fondamentale per il cristiano. Per questo la Chiesa propone l'esistenza del demonio e della sua opera distruttrice come 'verità di fede', che il cristiano deve assolutamente accettare se vuole essere partecipe attivo del 'popolo di Dio'. Sacra Scrittura e Tradizione della Chiesa, che sono le due fonti della Rivelazione, sono concordi nell'affermare l'esistenza di Satana.
La prima vera dichiarazione dogmatica in proposito viene fatta nel 1215 durante il Concilio Ecumenico Lateranense IV. Conferma quanto la Chiesa ha sempre insegnato su Satana e ne precisa l'origine di creatura creata. 'Si dichiara', afferma quel Concilio, 'che il diavolo e gli altri demoni sono stati creati da Dio buoni e sono diventati cattivi per propria colpa e che l'uomo ha peccato per colpa del demonio'.
La Chiesa non ha mai tralasciato di insegnare questa verità. Solo in tempi moderni, alcuni teologi hanno cominciato a metterla in dubbio. Soprattutto negli anni dell'immediato dopoguerra.
Nel 1948, un celebre autore francese, Henri Marrou, scrisse sulla rivista 'Etudes Carmélitains': 'È raro trovare oggi dei cristiani che credono veramente nel diavolo.Se non a patto di dare subito una interpretazione simbolica alle loro credenze'.
Dubbi deleteri
Constatazione tremenda. Rispecchiava la mentalità che, a poco a poco, si era andata formando fra i cristiani. Molti cattolici, sopratutto intellettuali, contagiati dallo spirito revisionista che serpeggiava nelle università e negli ambienti protestanti, avevano smarrito il senso profondo della tradizione cattolica e il peso specifico delle verità dogmatiche. Ritenevano che molti insegnamenti, tramandati per secoli dalla Chiesa nella sua unità, fossero da scartare o almeno da 'aggiornare'. In particolare proprio quelli che riguardavano Satana e le forze del male. Se un teologo sosteneva la dottrina tradizionale, veniva chiamato ignorante, disinformato, vecchio, superato. E tutti i teologi tradizionali avevano paura di esprimere le loro opinioni. Si diffuse così una confusione serpeggiante. Ormai più nessuno credeva a Satana. Tanto che lo stesso Concilio Vaticano II, agli inizi degli anni Sessanta, non ritenne opportuno affrontare apertamente il tema. Impegnato a perseguire lo scopo fondamentale che si era proposto, quello di glorificare Cristo e di proclamarlo il Centro della Fede, non si fermò su temi specifici, tra i quali quello del Male e del Demonio.
Tuttavia non poteva ignorarli. Il Concilio confermò l'insegnamento tradizionale. Dall'insieme dei documenti conciliari si ricava che 'nessuna realtà tocca l'esistenza dell'uomo in maniera così profonda come quella del Male'. Il Concilio ha affermato che l'opera salvifica di Cristo è diretta sostanzialmente contro il Demonio e che quindi il Maligno è un protagonista di primo ordine della storia.
Tutto questo discorso dell’Arcivescovo esorcista Milingo mi sembra interessante, come pure lo è la storia che ho letto della sua vita.
Certo però che a combattere Satana ci vuole un bel 'fegato'...
Luce:
Anche l'esorcista è un 'combattente spirituale', il 'combattente' per eccellenza, come per eccellenza 'esorcista' fu il Cristo venuto da Liberatore per liberare il mondo dal Demonio. Ed è per questo che la vera missione che ha dato ai cristiani che, come Lui Liberatore, vogliano essere combattenti, è quella di esorcizzare, cioè combattere il nemico innanzitutto con la santità della propria vita e quindi con la preghiera, perchè è sempre il Padre che - grazie al Sangue del Cristo - abbatte l'Altro e lo scaraventa nel più profondo dell'Inferno.
Non ti spaventare. Così come - tu hai letto- ogni corpo ha tante membra, tutte egualmente utili, e quelle che sembrano meno importanti non sono da meno delle altre, così nel mio Corpo Mistico ho tante membra che - come in un esercito ben organizzato - svolgono ognuna la propria funzione che è indispensabile al corpo ... d' armata nel suo complesso.
Vi sono quelli che 'ricevono' e 'trasmettono', come i radiotelegrafisti che ricevono e portano messaggi. Vi sono quelli che 'discernono' , cioè ne decrittano il contenuto, vi sono quelli che decidono la strategia da adottare, vi sono infine quelli che 'eseguono'. E, come in un esercito, vi sono quelli in seconda linea, e gli addetti alla 'logistica', e guai se le loro preghiere mancassero a sostenere quelli in prima linea, come ad esempio i missionari e coloro in genere che fanno apostolato. Vi sono poi - fra quelli di prima linea - le 'truppe d' assalto', quelle che voi chiamate 'corpi speciali', uomini particolarmente decisi, particolarmente addestrati, particolarmente 'coraggiosi' (ma quello - credimi - coraggio non è) che con sprezzo del pericolo attaccano il 'caposaldo' avversario per distruggerlo e consentire a quelli che sono  dietro di venire avanti, di avanzare.
Ecco, l'esorcista è un combattente speciale, uno che deve attaccare i caposaldi nemici (quelli da dove 'nidi' di mitragliatrici fanno strage fra i poveri normali soldati che avanzano) ed eliminarli, riducendo i danni. E anche gli esorcisti, pur superaddestrati, periscono - come hai visto nel film - per imprudenza o perchè lo strapotere avversario li annienta.
Ma la loro fine è Gloria, perchè hanno accettato la loro sorte e sono periti non per 'coraggio' ma per amore, chè è questo invece il vero coraggio, perchè solo per amore del prossimo e per l'onore e la Gloria di Dio si può accettare un 'combattimento spirituale' di questo tipo. Perchè, ricorda, ricorda, ricorda, tutto devi sempre analizzare alla luce dello spirito, e così come ti sembra irreale una materia fatta di atomi, ma è fatta di atomi questa realtà che tocchi!,così la Vera Realtà è fatta di Bene e di Male, dove il Male non è un principio astratto che si oppone al Bene  un principio cioè che - come taluni vorrebbero - si oppone su di un piano di parità al Bene) ma è il 'Male' della Preghiera del Pater Noster, cioè il Maligno, che - per invidia e per odio - vuole distruggere i figli di Dio.
Rimango pensieroso a ponderare su tutto questo.
Mi abbandono allo schienale della mia sedia, guardo lo schermo grigio del mio computer e scrivo queste parole che leggete riandando con il pensiero a quanto avevo letto anni fa sul saggio di Carl Gustav Jung, il celebre 'psicanalista'  contemporaneo di Freud, dal titolo: 'Inconscio, Occultismo e Magia'.
Jung, ricordo, si 'scontrò' con il suo 'collega' e contemporaneo Freud - del quale non condivideva il modo di concepire l'inconscio, il metodo di interpretazione dei sogni e la visione sulla 'libido'  - e si dedicò poi in modo particolare alla sua nuova 'dottrina', la 'psicologia analitica', dedicandosi interamente alle ricerche sulla natura e sulla fenomenologia dell'inconscio e sui problemi del comportamento psichico.
Jung, morto nel 1961, ricevette ogni sorta di riconoscimenti ed i suoi studi sulla psicologia, sulla religione, le sue intuizioni sull'inconscio collettivo, ecc. sono state considerate come un grandissimo contributo alla psicologia ed alla cultura contemporanea.
Ma, tornando al saggio di Jung, mi avevano colpito le sue descrizioni 'cliniche' su quelle che lui chiamava - se ricordo bene - 'personalità sonnamboliche', cioè di certi  soggetti che - specie nel corso di sedute 'spiritiche'  o sotto ipnosi - mutavano di personalità assumendo quella delle più diverse persone, con caratteri completamente diversi l'una dall'altra.
Mi ritorna in mente il film L'esorcista, dove un analogo fenomeno viene rappresentato con grande maestria e suggestività scenica, fin troppo!, e non posso non ripensare all'episodio molto circostanziato raccontato nel Vangelo di Marco (5, 1-20: L'indemoniato di Gerasa) dove si descrive quella scena in cui Gesù si vede venire incontro un uomo posseduto da uno 'spirito immondo', che aveva la sua dimora nei sepolcri e che spezzava le catene ed i ceppi con i quali lo legavano.
L'indemoniato lo apostrafa urlando a gran voce: 'Che hai tu in comune con me, Gesù, figlio del Dio Altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!...'.
Al comando di Gesù: 'Esci , spirito immondo, da quest' uomo !' e alla domanda 'Come ti chiami?', l'indemoniato risponde 'Legione, perchè siamo in molti...' .
Dopo la 'liberazione'  gli spiriti 'scacciati' si 'impossessano' di un branco di porci che si buttano giù da un dirupo, nel mare...
Beh, non so se Jung abbia mai conosciuto un 'esorcista', ma ora sono sicuro  che uno di costoro gli avrebbe detto che - a parte tanti casi di patologia mentale - almeno talune delle sue cosiddette personalità multiple o sonnamboliche potevano essere dei banalissimi casi di 'possessione multipla', del tipo 'Legione', che solo una mente 'ignorante' in materia spirituale oppure una mente 'materialista', che rifiuta quindi a priori l'ipotesi religiosa e spirituale, non  poteva  o non avrebbe accettato di 'diagnosticare' come tali.
Anzichè una serie di costose e soprattutto inefficaci sedute psicoanalitiche - mi dico con un sorriso fra me e me - per guarirli sarebbe bastata una 'gratuita' preghiera di ... liberazione.
Tuttavia, così almeno ho capito, neanche queste preghiere, cioè questi esorcismi, 'funzionano' sempre. Talvolta si impiegano anni.
È ad esempio spesso necessario che l'esorcista sia una sorta di 'santo', viva cioè in stato di grande grazia, conducendo una vita di penitenza e di ascesi.
È pure importante la reale volontà di essere 'liberato' da parte dell'indemoniato, come pure la sua determinazione - dopo il dono della 'liberazione' - di mantenersi su una strada di fedele condotta cristiana.
Infine conta certamente la imperscrutabile volontà di Dio che può permettere (‘permettere’ e non provocare) queste possessioni affinchè inducano alla conversione - oltre allo stesso posseduto – anche famigliari ed amici, di fronte alla presa di coscienza traumatizzante della inoppugnabile realtà ‘spirituale’ che si manifesta proprio davanti ai loro occhi.
Faccio infatti queste riflessioni mentre guardo sulla mia scrivania il libro (Edizioni Segno,1994)  che ho appena letto di Padre Pellegrino Ernetti:  'La Catechesi di Satana' (sottotitolo 'Il demònio: oggi esiste - L'era di Satana: la nostra  / Dall'esperienza pluridecennale di un esorcista '.)
Nella introduzione vi è riprodotta una sorta di 'attestazione'  (Roma 30 settembre 1993,  con firma autografa del Cardinale Pio Laghi nella sua qualità di 'Prefetto della Congregazione per l'Educazione cattolica' )  che dice testualmente :
"La Catechesi di Satana", scritto dal Rev.do P. Pellegrino Ernetti OSB, mette in rilievo - secondo una dottrina sana ed ortodossa - il mistero della presenza e dell'azione del Demonio nel mondo: è un libro di facile ed utile lettura."
Dopo una  prima «presentazione» del libro da parte del giornalista e noto scrittore "specializzato" Piero Mantero, che definisce Padre Ernetti  'il più preparato esorcista del nostro tempo', ve ne è un'altra tecnicamente e spiritualmente molto 'autorevole' da parte di Padre Gabriele Amorth ( che, come credo di aver già detto,  ha scritto vari libri dedicati  ai malefici, alle presenze malefiche ed agli esorcismi ).
Quest’ultimo, per inciso, è un sacerdote che - basta sentirlo parlare alla Radio  nelle sue 'conferenze' su questo tema  e  leggerlo nei suoi scritti - sembra trasmettere un certo 'non so che', una sorta di 'emozione'  che oserei senz’altro definire 'spirituale'.
Padre Ernetti - dice dunque nella sua 'Presentazione' Padre Gabriele Amorth - è un monaco benedettino dell'Abbazia di S. Giorgio Maggiore di Venezia - ove riceve settimanalmente dalle 400 alle 500 persone dall'Italia e dall'estero - nominato  24 anni fa esorcista della Diocesi di Venezia (come - preciso io - Padre Amorth lo è di quella di Roma) dal Cardinale Patriarca Urbani, ed è uno dei massimi competenti a livello internazionale, anche per la sua preparazione culturale nel campo della medicina, della psicologia, della parapsicologia.
'Mi auguro – continua Padre Amorth - che siano tanti i lettori di queste pagine. È urgente che il popolo cristiano sia istruito in questo campo, ultimamente abbandonato. È necessaria la giusta informazione per fugare stupide paure, per combattere ogni forma di superstizione che porta a errori perniciosi. Si pensi a quanti oggi frequentano maghi e cartomanti, a quanti partecipano a sedute spiritiche o a culti satanici, a quanti cercano nell'occultismo o in riti orientali un riempitivo per il vuoto lasciato in loro dalla perdita della fede. Il titolo, La Catechesi di Satana, ha un doppio significato.Talvolta Dio obbliga anche il padre della menzogna a dire cose vere. In questo caso, dietro opportuno discernimento, è possibile imparare dal Demonio cose utili. Ma è sopratutto la presenza stessa del demònio ad istruirci facendoci toccare con mano il mondo invisibile ed evidenziando il potere di Cristo che, come afferma S. Giovanni, 'è venuto a distruggere le opere di Satana' (I Giov 3,8).
Scrive invece l'autore Padre Ernetti nella 'sua' nota introduttiva:
...In questo scritto si vuol presentare sopratutto la vera fede nel demònio, così come ci viene presentata dalla S. Scrittura, dalla Tradizione e dal Magistero vivente della nostra santa Chiesa. Infatti, dopo un triste vento soffiato da altrettanto tristi teologastri che hanno negato la esistenza del demònio con la morte di Dio, pensando unicamente al fatto che tutto si possa spiegare clinicamente, troppi sacerdoti ancora oggi non credono a questo dogma biblico e di fede ecclesiale.Ma non credendo al demònio e alla sua nefasta  e continua azione. è chiaro che non si crede neppure a Gesù Cristo, nostro Salvatore che è 'sceso sulla terra per distruggere le opere del diavolo' come ci insegna S.Giovanni.
Ne segue - continua l'autore - che tutti i seguaci di Gesù devono continuarne l'opera. Per il Battesimo sono tutti costituiti 'LOTTATORI E SOLDATI' di Cristo e con Cristo contro le opere del maligno, con le armi dateci da S.Paolo, dalla fede alla Parola divina sino alla carità, dalla preghiera sino alle opere della giustizia, dalla santità personale sino alle opere ascetiche. È questa la catechesi e la pastorale da rilanciare con lo slogan: LOTTA AL DEMONIO INSIEME A CRISTO NOSTRO SALVATORE.'

Beh! - mi dico  con un sospiro - a parte le fotografie a corredo del libro in cui si vedono a confronto il monaco e vari  esorcizzati che hanno delle espressioni terrificanti e sono  'abbrancati' e  tenuti fermi da manipoli di persone - il libro di Padre Ernetti (come anche gli altri tre che avevo letto di Padre Amorth) è notevole e di grande chiarezza dal punto di vista dottrinario, medico, psicologico, parapsicologico.
Una cosa mi colpisce però particolarmente, ed è la spiegazione -  dottrinaria - del fatto che tutti i normali 'cristiani' - purchè adeguatamente 'competenti',  in grazia di Dio, con santità di vita, pratica della penitenza e  condotta di vita 'ascetica' - possono compiere proficuamente una vasta gamma di azioni di tipo 'esorcistico'
In altre parole possono pronunciare delle particolari 'preghiere' con le quali si 'ordina' - nel nome del Signore - la 'liberazione' della persona colpita incluso il caso delle cosiddette 'possessioni' ed escluso invece il caso delle 'ossessioni' (cioè in pratica la forma di possessione più grave) che -  come spiega Padre Ernetti - vengono riservate dal Diritto canonico a dei sacerdoti che abbiano  però qualità e santità di vita adatte a combattere questa pericolosa battaglia.
Io  che - come avevo detto - ero veramente convinto che la questione del 'demònio' fosse  un retaggio di cultura medioevale  devo ora ammettere che tutto quello che ho letto mi dà  veramente da riflettere, profondamente.
Se tutto quello che spiegano questi sacerdoti esorcisti fosse vero (e non vedo come potrei mettere in dubbio le affermazioni di personaggi spiritualmente e moralmente così autorevoli e che sopratutto spiegano e documentano in maniera così razionalmente convincente quello che esperimentano) noi uomini siamo come un popolo di ciechi che si muovono fra pericoli invisibili.
Come si fa a sopravvivere? Che sia allora vero  ciò che dicono i Padri della Chiesa e cioè che il buon Dio ha comunque 'pensato' a noi, pur peccatori di nostro, mettendoci a fianco un  Angelo Custode per  illuminarci, 'aggiustare' le cose al meglio e guidarci - solo che impariamo ad 'ascoltare' dentro di noi la sua 'voce' e a seguirla - compatibilmente con la nostra libera volontà?
E chi ci crede all'Angelo Custode?
Ma se crediamo ad un Dio spirituale che possa aver creato l'universo, perchè non credere all'angelo custode? E se si comincia a credere che esista davvero Satana perchè non credere allora all'angelo custode?
Perchè mai - di fronte allo 'strapotere' di Satana, alla sua enorme intelligenza rispetto a quella dell'uomo, ai suoi 'poteri' naturali e soprannaturali - Dio non avrebbe potuto metterci vicino un 'angelo custode' che - compatibilmente con la nostra volontà di agire autonomamente - vegliasse su di noi lasciandoci liberi di sbagliare, in virtù del nostro  'libero arbitrio' che, oltre che dono grandissimo di libertà, costituisce anche il nostro 'banco' di prova sul quale Dio poi ci 'giudica'?
E se la 'voce' che sentiamo talvolta dentro di noi e che ci dice 'non fare questo' oppure 'fai quest'altro' - e che noi spesso 'liquidiamo' sbrigativamente come un fastidioso 'scrupolo', come la 'voce'  intrigante della nostra 'coscienza morale' - fosse invece sovente la voce 'telepatica' e 'discreta' del nostro Angelo Custode che - per rispettare appunto il nostro libero arbitrio e lasciarci libertà di 'decidere' in piena autonomia - ci 'sussurra' i suoi consigli mormorandoceli al  nostro 'orecchio' spirituale, che altro non è se non la nostra mente?
Che sarebbe se 'lui' ci 'gridasse' i suoi suggerimenti? Non saremmo più 'liberi', come non sarebbe più libera una persona che - ad esempio sul posto di lavoro - si sentisse 'urlare' qualcosa da un' altra persona più autorevole che è sopra di lei.
Quante volte - mi viene in mente - non mi sono trovato a respingere questa voce 'silenziosa' che avvertivo dentro?
Caccio via - infastidito - questo pensiero, quasi un 'rimprovero', che  si insinua nella  mia mente.
Questo sì che  deve essere il mio 'scrupolo morale' che si fa sentire, non il mio 'angelo custode'...!
Lasciando questa mia ennesima divagazione e ritornando a Padre Ernetti, mi sembra che dal suo libro (arricchito da circostanziate citazioni dei Vangeli, dei Padri della Chiesa, della Dottrina ) emerga comunque il quadro seguente che vi espondo.
Dio aveva creato gli angeli buoni e 'perfetti'  ma questi,  dotati di libero arbitrio,  potevano peccare - essendo spiriti - nell'orgoglio (o rifiuto di assoggettarsi a Dio) e nell'invidia (o 'tristezza' per il bene altrui). Essi non potevano commettere peccati carnali - diceva Tomaso d' Aquino - perchè, contrariamente agli uomini, non avevano corpo. Una parte di questi, con a capo Lucifero, si ribellò ai progetti di Dio e venne punita con l'inferno. Quando Dio creò l'uomo, Satana lo circuì facendogli perdere la 'Grazia', cioè lo stato di amicizia con Dio, fomentando in lui quello  stesso peccato di superbia e di orgoglio che aveva provocato la  sua precedente caduta. Lucifero fece ciò in odio a Dio e agli uomini, creature di Dio fatte ad immagine e somiglianza di Dio. Da allora l'uomo ha perso la sua primitiva perfezione (a causa del peccato originale e delle conseguenti debolezze fisiche, morali e spirituali che ne sono derivate) e - di generazione in generazione - sobillato da Satana ha continuato a peccare sempre più, perdendosi e andando ad impinguare le schiere dei dannati, cioè il popolo di Satana che questi - invidioso e quindi 'scimmiottatore' di Dio -  vuole contrapporre a quello dei figli di Dio. Da allora Satana è il 'Principe di questo mondo' e gli uomini sono rimasti praticamente in sua balìa. Cristo, Figlio di Dio, si è quindi incarnato e fatto uomo per insegnare agli uomini la sua dottrina, far loro conoscere la loro figliolanza divina, insegnare loro la 'via' - attraverso la pratica dello spirito del Vangelo - per raggiungere dopo la morte fisica, con il proprio spirito o anima immortale dataci da Dio, il Paradiso e divenire 'popolo di Dio'. Cristo è dunque sceso in terra per combattere principalmente il demònio e le sue opere, e 'liberare' l'uomo dal Maligno, come è detto nella preghiera del 'Padre nostro' insegnata da Gesù agli apostoli, la preghiera per eccellenza, e che sarebbe una preghiera di per se stessa già 'esorcistica'.  
Il demònio fa però di tutto per non farsi sottrarre le sue vittime, già 'pregustate'. Infatti da un lato egli si sforza di far credere agli uomini - facendo leva sulla mentalità 'razionalista'  e ispirando loro ideologie materialiste - di non esistere (perchè se 'Dio' non esiste, se l'anima o lo 'spirito' non esistono, è 'chiaro' che neanche 'Satana' esiste e l'unico 'Male' che esiste è il 'male' che si fanno gli uomini da soli fra di loro...!) inducendoli così ad abbassare la 'guardia' (quale uomo, che non volesse proprio farlo 'coscientemente', vorrebbe 'peccare' se veramente si rendesse conto di questa realtà spirituale?), dall'altro lato il demònio fa leva sugli stessi istinti naturali 'cattivi' dell'uomo - quelli prodotti dal peccato originale, quali egoismo, avidità, invidia, odio, orgoglio, superbia, etc. - per fomentare e provocare  - proprio grazie all'uomo stesso, che diventa così anche un 'suo' inconsapevole 'strumento' - sofferenze agli altri uomini, portandoli alla disperazione, alla reazione, alla ribellione, in ultima analisi a peccare anch' essi e quindi a  perdersi.
Tutto chiaro?
L' attività 'ordinaria' del demònio - spiega ancora Padre Ernetti - è vastissima e tocca tutti i campi del vivere politico, sociale, famigliare e individuale.
Accanto a questa ve ne è però un'altra di tipo 'straordinario', che è appunto quella che viene combattuta dagli 'esorcisti', che viene dagli 'esperti' catalogata come 'soggezione diabolica' (es. patti con Satana, magia, sètte sataniche, etc.), 'disturbi esterni' ( es. sofferenze fisiche quali battiture, bastonature, flagellazioni, cadute di oggetti e pietre sulle persone, urti, etc, una parte di ciò subite anche da tanti santi quali ad esempio S.Benedetto, S.Francesco, il Curato d' Ars, Padre Pio..., etc.) 'infestazioni diaboliche' (cioè assalti del demònio non rivolti direttamente contro l'uomo ma ai suoi averi, come case, stanze, campi, autovetture, cuscini, materassi, animali, etc.), 'vessazioni diaboliche' (forme e manifestazioni più o meno gravi che possono colpire persone o gruppi famigliari e sociali nella salute, nel comportamento, negli affetti, nel lavoro, nei rapporti reciproci anche coniugali), 'invasioni diaboliche' (sindromi intellettuali e sdoppiamento intellettivo, ma non volitivo, dove una persona viene portata - a causa di una distorsione della 'luce intellettuale' che presenta un certo fatto alla 'volontà'  dell'uomo in maniera distorta - a commettere una cosa cattiva che in condizioni normali la 'volontà' non avrebbe accettato), 'possessioni diaboliche' (gravi forme di presenza demoniaca dove il demònio si impossessa del corpo, ma non dell'anima, e gli fa fare e dire cose e fatti che mai farebbe se non fosse in quello stato possessivo: tipico il caso del Beato Giovanni Calabria che bestemmiava Gesù e, terminata la crisi di possessione diabolica, 'cadeva dalle nuvole senza minimamente ricordarsi di nulla'), infine 'ossessioni diaboliche' (che sono la forma diabolica più grave che comporta la presenza permanente del demonio in un corpo umano, con blocco mentale intellettivo, volitivo ed affettivo. Possono esserci manifestazioni esterne terrificanti come: conoscenza di lingue ignorate dalla persona, conoscenza di cose occulte, forza inumana, conoscenza dell'altrui intelligenza, ecc...).
Rimango a riflettere su tutta questa casistica, che termina con il livello più alto delle 'OSSESSIONI', e mi domando se  sarà proprio vero che un 'normale' cristiano, sia pur dotato delle idonee qualità morali e di vita, possa in sostanza - escluso il caso più grave delle 'OSSESSIONI' - intervenire, anzi combattere spiritualmente contro il Nemico.
Mi sembra un'enormità oltre a sembrarmi terrificante...
Riprendo - per maggior sicurezza - il libro di Padre Ernetti, paragrafo delle 'ossessioni diaboliche', pagina 185, che recita testualmente:
"...Il nuovo Codice di Diritto Canonico, giustamente (del resto era così anche nel Rituale Romanum), al canone 1172 stabilisce testualmente: 'Nessuno può legittimamente pronunciare esorcismi sugli OSSESSI, se non abbia ottenuto dall'Ordinario del luogo la peculiare ed espressa licenza. Questa licenza sia concessa dall'Ordinario del luogo, soltanto ad un presbitero dotato di pietà, di scienza, di prudenza e di integrità di vita'.
Perchè tanto rigore per l'esorcismo sugli OSSESSI? L' esperienza della Chiesa è plurisecolare: inizia con Gesù e gli Apostoli. Troppe volte infatti questi OSSESSI parlano liberamente, conoscendo bene quel sacerdote che li vuole scacciare e rinviare nel regno dell'inferno; con molta facilità e precisione dicono i peccati commessi dall'esorcista e tante altre marachelle dei presenti...Gli OSSESSI dunque vanno trattati dall'esorcista autorizzato dall'Ordinario. Egli infatti dovrebbe essere il vero esorcista...!
Per tutti gli altri casi precedenti, ogni cristiano battezzato e cresimato è un lottatore contro il demònio, un lottatore nato; prerogativa che gli proviene appunto dal carattere battesimale e dalla cresima. Anzi la cresima 'imprime il carattere di soldato' di Cristo, contro il demònio. Tutti siamo dei lottatori contro il nemico di Cristo, perchè la sua Redenzione aumenti sempre più nelle singole anime e si estenda ovunque il Regno di Gesù. Gesù stesso, come ultimo messaggio, prima di salire al Cielo, ci ha lasciato questo mandato: 'Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demoni...imporranno le mani ai malati e questi guariranno' (Mc: 16,17-18)...
Sì, non c' è dubbio.
Avevo letto e capito bene: tutti i cristiani, proprio in quanto cristiani battezzati e cresimati, possono - tranne il caso particolare e più grave della 'ossessione' - scacciare i dèmoni.
O meglio, mi correggo,  'potrebbero' se ne avessero le 'qualità' e... il coraggio!!!
Basta, sono stanco, ho un'idea nella testa che non riesco a mettere a fuoco.
Per oggi mi pare proprio di aver scritto abbastanza, riposo il libro di Padre Ernetti sulla scrivania e mi accingo - finalmente - a spegnere il mio 'computer'.

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