RiPAR-052 - ilCATECUMENO.it

Vai ai contenuti
52. Non temere... ma chiamami: "Vieni Santo Spirito, Creatore del Cielo e della Terra..."
Torno a riflettere sul mistero della Trinità.
Il 'Figlio' me lo posso immaginare.
Il 'Padre' me lo devo immaginare come un vero e proprio padre: il migliore.
Lo Spirito Santo - dicevo invece - non riesco ad immaginarmelo come una 'colomba' e, quel che è peggio, non riesco neanche a pregarlo.
Non è che io preghi tanto, anzi prego poco, ma pregare lo Spirito Santo è addirittura una cosa che mi spaventa.
Che cosa si chiede infatti allo Spirito Santo?
Di darci i suoi 'doni'. E quali sono i suoi doni ?
Bene. Io l'ho letto in un 'saggio'  intitolato 'Vieni, o Spirito Santo!' scritto dal quel sacerdote 'carismatico' di cui ho già parlato, Padre Dolindo Ruotolo.
Egli spiega che i 'doni' dello Spirito vennero enumerati dal Profeta Isaia che - annunziando il futuro Redentore come figlio di Maria, discendente della famiglia di Davide - disse:
'Spunterà un rampollo dalla radice di Jesse (Jesse è lo stesso che Isai, padre di Davide) e si alzerà un fiore dalla sua radice (il rampollo e il fiore fu Gesù Cristo, figlio di Maria). E sopra di Lui riposerà lo Spirito del Signore, spirito di sapienza e d'intelletto, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di scienza e di pietà, e lo riempirà lo spirito del timore del Signore (11, 1-3).
Fin qui niente di male, ma quando poi - nel libro del Ruotolo – se andate a vedere nei particolari in che cosa consistono più esattamente questi doni che si invocano, fnisce che vi passa la voglia.
È una cosa da far paura. È uno snaturamento completo dell'uomo.
Con quei doni, se te li dà sul serio, non sei più un uomo, ma un santo, anzi più ancora se li ebbe Gesù nella loro pienezza.
Non riuscirò mai – a parte il fatto che io, già normalmente, non prego – a pregare lo Spirito Santo.
Luce:
Vieni o Spirito Santo, vieni.
Creatore del Cielo e della Terra,
Santissimo Dio che mi illumini,
Datore di ogni Bontà,
Forgiatore delle anime e delle coscienze,
Spirito di Amore,
Dolcezza infinita,
Fuoco che brucia e arde sull'Altare del Signore,
Acqua che disseti,
Forza che rigeneri,
Vita che alimenti l'anima,
Vieni, Spirito Santo, vieni.
Ecco, tu dirai questa preghiera ed Io ogni volta verrò. Non temere, non temermi. Io sono Amore e mai farei di te qualcosa che tu non voglia sia fatto.
Io sono Dolcezza e Abbandono e desidero che tu ti abbandoni nelle mie braccia, nella mia Luce affinchè Io possa trasformarti lasciandoti qual sei.
Io non violento la personalità, ma la esalto, valorizzandola agli occhi di Dio.
Non temere, dunque. Non mi tenere fuori dalla tua porta, la porta del cuore.
Aprila e vedrai che Io entrerò in punta di piedi e non mi farò neanche sentire, come si fa quando qualcuno dorme e non deve essere svegliato. Ma tu in realtà vivrai in Me ed Io vivrò in te, solo che tu apra quella porta che ora hai socchiuso tenendola ferma con il piede.
Lascia che la Luce entri da quella fessura e vedrai che stanza luminosa diventerà la tua anima.
E allora rilassati. Abbandonati e non pensare a niente, sapendo, essendo certo, che non farò niente che tu  - anche in maniera inespressa - non voglia.
Ma chiamami: 'Vieni, Spirito Santo, Creatore del Cielo e della Terra...'

Torna ai contenuti