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(M. Valtorta: 'Il Poema dell'Uomo-Dio', Cap. 33, pagg. 202/206)
- Centro Editoriale Valtortiano -
49. Dio da agli uomini doni dell'anima uguali, a parte le «missioni»...
Leggo un brano della Valtorta in cui la mistica vede nuovamente in visione Gesù che pronuncia il lungo e fondamentale discorso delle 'beatitudini'.
La mistica - lo sottolineo- riporta, in più capitoli successivi, un discorso veramente magistrale dal punto di vista letterario, spirituale e - credo di poter dire - anche teologico.
C'è un punto che mi colpisce, e cioè quello in cui Gesù invita a far buon uso delle 'ricchezze', o meglio dei 'beni' che ognuno di noi ha materialmente nella vita.
Egli precisa che Dio dà agli uomini delle ricchezze, a chi tanto, e a chi - invece -  quanto appena basta per vivere, dopo di che - per riconoscenza dei 'doni' che Dio ha dato all'uomo -  Egli invita l'uomo a far fruttare i suoi 'beni'  non per farne del  male ma in funzione della vera Patria, quella di Dio.
Rifletto ma mi confondo un poco.
In sostanza - mi ripeto cercando di riordinare i miei pensieri - Dio dà agli uomini delle 'ricchezze' per vivere, chi bene e chi non tanto bene, e poi li invita a farle fruttare…
Ma…, mi dico, chi nasce ricco è avvantaggiato rispetto a chi nasce povero.
Dove è dunque la 'giustizia' di Dio, e il merito o demerito dell'uomo, se è Dio stesso quello che ha dato 'doni' diseguali?
Luce:,
   Dio dà i 'doni', ma doni dell'anima!
   L'anima, spirituale ed intelligente, viene 'inserita' nel corpo umano embrionale. L'anima intelligente è composta – sostanzialmente - dallo 'spirito dell'anima'  e dall'anima-io. L'anima-io si sviluppa (siamo - ricorda - a livello di Psiche, perchè l'anima l'abbiamo definita 'psiche') sulla base delle esperienze prodotte dal 'vivere'. Esperienze fornite all'anima dai  cinque sensi, per esprimerci così. Sulla base di queste esperienze, l'io sviluppa rapporti con l'esterno e sviluppa ulteriormente l'anima-psiche. Questo 'sviluppo' - diciamo -   dell'io,  non è uguale per tutti gli uomini, anche se in partenza l'anima è uguale per tutti, nel senso che è 'ugualmente' intelligente per tutti, a parte la diversità delle 'missioni' che non è un fatto di intelligenza.
L'anima intelligente è uguale per tutti, dunque. Ma poichè essa viene inserita in un corpo nel quale poi si forma il cervello - che è lo 'strumento' attraverso il quale l'intelligenza si accresce, e ciò perchè il cervello è uno strumento che serve ad analizzare il mondo esterno degli stimoli più diversi ed a 'sintetizzare', cioè a 'capire' - ecco che, poichè il cervello è un organo materiale, esso riproduce le 'tare' più o meno grandi che derivano dai 'geni' corrotti dal Peccato d'origine.
La riproduzione delle tare nel cervello, come più in genere in tutti gli altri organi del corpo umano, non è determinata da Dio - che è 'Dio di Libertà’, ricordi? - ma è un fatto 'naturale', frutto naturale dell'evoluzione (qui sì che si può parlare di 'evoluzione') della vita di padre in figlio. E sono le 'tare' più o meno grandi che determinano la maggiore o minore 'capacità di successo' nella vita. Parlo di successo umano. Ogni uomo però, intendo dire ogni 'anima', ha la capacità - sol che lo voglia - di 'autogestirsi' per indirizzare il proprio 'io' - e l'io è un insieme di 'qualità', come ad esempio la 'volontà' - nella direzione che l'io preferisce.
Ma l'io, ricordalo, non è cosa diversa dall'anima, cosa che si contrappone all'anima. L'io fa parte dell'anima, esso è l'estremità del 'bilico' che ti feci disegnare e che fa pendere la bilancia dell'anima intera da una parte piuttosto che dall'altra, in tutta libertà, perchè Io sono Dio di Libertà: figli sono, non schiavi, nel Bene come nel Male.
Ora hai capito il perchè di quello che stavi leggendo

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