BS2-006 - ilCATECUMENO.it

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6. Sentirete anche, e vedrete anche, parlare di guerre e di rumori di guerre e vi diranno:
«Sono i segni della fine». Non turbatevi. Non sarà la fine.
6.1 Anche nell’Apocalisse pare che i periodi si confondano, ma non é cosi’…
Matteo – da ‘buon cronista’ – deve aver fatto del suo meglio per appuntare magari in tempo reale sulle sue tavolette di cera, o su papiro o sulle pergamene, alcuni dei concetti espressi da Gesù, per trascriverli successivamente basandosi sulla sua buona memoria.
Non così la Valtorta che in visione trascrive interamente e nei minimi particolari il discorso del ‘suo’ Gesù.
Nel brano di Matteo se è chiaro comunque il riferimento alla distruzione di Gerusalemme, è anche chiaro il riferimento ad un successivo periodo di guerre che fanno pensare alla fine del mondo, ma Gesù avverte che non sarà ancora la fine, perché la vita nel mondo continua.
E la vita continua - dice Gesù - perché il Vangelo dovrà essere predicato e diffuso in tutto il mondo.
Israele - dice San Paolo - dovrà convertirsi al Cristianesimo, e solo dopo di allora - dove è da intendere non come ‘subito dopo’ ma semplicemente come ‘dopo’ quella conversione - ci potrà essere, alla fine del Tempo, anche la fine del mondo.
Ma se la conversione di Israele rappresenta uno spartiacque, ci si può domandare quando questa avverrà e dopo quanto tempo ci sarà la fine del mondo.
Nel brano del Vangelo di Matteo sembra proprio che i periodi si accavallino l’uno sull’altro.
Avevamo già detto che la prima ‘tribolazione’ della distruzione di Gerusalemme del 70 d.C. si confonde in Matteo con la seconda tribolazione che precede il ritorno di Gesù nella cosiddetta venuta intermedia, nell’epoca che molti chiamano ‘fine dei tempi’, intendendo con questo termine la fine di un’epoca che apre la porta all’inizio di un’altra.
Questa seconda tribolazione’ si confonde però a sua volta con una terza tribolazione, ancora maggiore, che - secondo l’Apocalisse1 - ci sarà nella storia quando Satana (non più attraverso l’Anticristo finito all’Inferno da tempo immemorabile al momento della sua sconfitta in occasione della venuta intermedia del Signore) scenderà in campo di persona per combattere l’ultima guerra contro il popolo dei ‘figli di Dio’.2
L’ultima ‘guerra’ spirituale è quella che nell’Apocalisse viene chiamata di Gog e Magog, successiva alla fine del ‘millenario’ periodo di pace universale instaurato dopo l’avvento del Regno di Dio in terra.
Durante tale periodo di ‘mille anni’ - dice l’Apocalisse - Satana sarà ‘incatenato’ da Dio, cioè messo in condizione di non nuocere.
Sembra dunque che tutte queste varie tribolazioni e venute siano come delle scatole cinesi, dove - apertane una - se ne trova dentro un’altra simile, e così via.
Il Gesù valtortiano che nell’Opera di vita evangelica delle visioni della mistica vediamo parlare con quel suo particolare stile solenne ed aulico, sapeva parlare alla mistica anche un linguaggio ‘moderno’, come ad esempio nei ‘dettati’ degli anni ’40 contenuti nell’opera ‘I Quaderni’. 3
Proprio a proposito di questi avvenimenti escatologici che pare si confondano l’uno nell’altro, ricordo che una volta il Gesù valtortiano  riferendosi a quelle che sembrano ‘sovrapposizioni’ temporali degli avvenimenti nell’Apocalisse (che pure rieccheggiano nel Cap. 24 di Matteo)  aveva spiegato alla mistica in uno dei suoi dettati del 1943 (le sottolineature in grassetto sono sempre le mie):4
27.8.43
Dice Gesù:
Anche nell’Apocalisse pare che i periodi si confondano, ma non è così.
Sarebbe meglio dire: si riflettono nei tempi futuri con aspetti sempre più grandiosi.
Ora siamo al periodo che Io chiamo: dei precursori dell’Anticristo. Poi verrà il periodo dell’Anticristo che è il precursore di Satana.
Questo sarà aiutato dalle manifestazioni di Satana: le due bestie nominate nell’Apocalisse.
Sarà un periodo peggiore dell’attuale. Il Male cresce sempre di più.
Vinto l’Anticristo, verrà il periodo di pace per dare tempo agli uomini,  percossi dallo stupore delle sette piaghe e della caduta di Babilonia, di raccogliersi sotto il segno mio.
L’epoca anticristiana assurgerà alla massima potenza nella sua terza manifestazione, ossia quando vi sarà l’ultima venuta di Satana.
Avete capito? Credere occorre, e non cavillare. Veramente tu avevi capito, appunto perché non cavilli.
I dettati non si contraddicono fra loro. Occorre saperli leggere con fede e semplicità di cuore.
Come uno a cui prema di far intendere una cosa, Io vado sempre dritto alla cosa che più importa e che qui è il mio Regno.
Perché nel Regno è la giustificazione del mio essermi incarnato e morto.
Perché nel Regno è la prova della mia infinita potenza, bontà, sapienza.
Perché nel Regno è la prova della vita eterna, della risurrezione della carne, del mio potere di Giudice.
Perciò quando ho parlato per spiegare l’Apocalisse ho, ai singoli punti spiegati, messo quasi sempre a corona il mio Giudizio, il mio trionfo, il mio Regno, la sconfitta di Satana in se stesso, nella sua creatura, nei precursori.
Leggete bene e vedrete bene che non vi è contraddizione.
Quello che ho detto ho detto.
E poi - un mese dopo, sempre nel 1943 - le chiarirà ancora: 5
16.9.43
«… Dopo le guerre tremende che Satana avrà portato alla Terra attraverso al suo Messo di tenebre: l’Anticristo, verrà il periodo della tregua in cui, dopo aver mostrato la cruenta prova di che doni può essere autore Satana, cercherò di attirarvi a Me colmandovi di doni miei.
Oh! I miei doni! Saranno la vostra dolcezza! Non conoscerete fame, stragi, calamità.
I vostri corpi e più le vostre anime saranno pasciute dalla mano mia, la Terra sembrerà sorgere per una seconda creazione, tutta nuova nei sentimenti che saranno di pace e concordia fra i popoli e di pace fra Cielo e Terra, perché farò dilagare su voi lo Spirito mio che vi penetrerà e vi darà la vista soprannaturale dei decreti di Dio.
Sarà il Regno dello Spirito. Il Regno di Dio, quello che voi chiedete – e non sapete quello che chiedete perché non riflettete mai – col Pater noster.
Dove volete che avvenga il Regno di Dio se non nei vostri cuori?
E’ lì che deve iniziarsi il Regno mio sulla Terra. Regno grande ma sempre limitato.
Dopo verrà il Regno senza confini, né di terra, né di tempo. Il Regno eterno che farà di voi degli eterni abitatori dei Cieli, poiché, è naturale, Io parlo a coloro che sono miei sudditi e non ai reprobi che hanno già il loro re orrendo: Satana».
Dunque il ‘Regno di Dio’ nel cuore degli uomini sarà il Regno dello Spirito.
Nel Vangelo di Matteo il brano del Cap. 24 è seguito subito dopo da un altro brano, quello del Cap. 25 in cui Gesù continua il discorso.
Tuttavia - mentre nel Cap. 24 si è visto che Gesù, rispondendo sul Monte degli ulivi alla prima domanda degli apostoli  parla della cosiddetta venuta ‘intermedia’ dove Egli dichiara che la vita continua, in quest’ultimo brano del Cap. 25 Egli risponde alla seconda domanda concernente la fine del mondo: ‘…‘Spiegaci, quando avverranno queste cose, e quale sarà il segno della tua venuta e della fine del mondo?’.
È nel Cap. 25 che si parla senza alcun dubbio della fine del mondo, con la vita che cessa ed il Giudizio universale.
Della distruzione di Gerusalemme, e della tribolazione che precederà la seconda ‘venuta’, Gesù ha dunque riferito nel Cap. 24, mentre sulla fine del mondo Egli risponderà con il discorso che in Matteo è riportato separatamente nel Cap. 25 dove Gesù infatti dirà:
Mt 25, 31-46:
Quando verrà il Figlio dell’uomo nella sua maestà con tutti gli Angeli, si assiderà sul trono della sua gloria.
E tutte le nazioni saranno radunate davanti a lui, ma egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri; e metterà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra.
Allora il Re dirà a quelli che sono alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, prendete possesso del Regno preparato per voi sin dalla creazione del mondo. Perché ebbi fame e mi deste da mangiare; ebbi sete e mi deste da bere; fui pellegrino e mi albergaste; ero nudo e mi rivestiste; infermo e mi visitaste; carcerato e veniste a trovarmi’.
Allora i giusti gli risponderanno: ‘Signore, quando mai ti vedemmo affamato e ti demmo ristoro; assetato e ti demmo da bere? Quando ti vedemmo pellegrino e ti alloggiammo, o nudo e ti rivestimmo? Quando ti vedemmo infermo o carcerato e siam venuti a visitarti?’
E il Re risponderà loro: ‘ In verità vi dico: ogni volta che avete fatto questo a uno dei più piccoli di questi miei fratelli, l’avete fatto a me’.
Infine dirà anche a quelli che saranno alla sua sinistra: ‘Andate lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per gli angeli suoi.  Perché ebbi fame e non mi deste da mangiare; ebbi sete e non mi deste da bere; fui pellegrino e non mi albergaste; nudo e non mi rivestiste; infermo e carcerato e non mi visitaste’.
Allora anche questi gli risponderanno: ‘Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato, o assetato, o pellegrino, o nudo, o infermo, o carcerato, e non ti abbiamo assistito?’
Ma egli risponderà loro: ‘In verità vi dico: ogni volta che non lo avete fatto ad uno di questi più piccoli, non l’avete fatto a me’.
E costoro andranno all’eterno supplizio, i giusti invece alla vita eterna’.
6.2 Si solleverà popolo contro popolo, regno contro regno, nazione contro nazione, continente contro continente e seguiranno pestilenze, carestie, terremoti in molti luoghi. Ma questo non sarà che il principio dei dolori.
A noi interessa molto conoscere la personalità e la psicologia dell’Uomo-Dio, ed è anche per questo che ogni tanto trascrivo le sue parole così come traspaiono dall’Opera e dalle visioni di Maria Valtorta.
Abbiamo prima commentato il discorso di Gesù basandoci sulla trascrizione di Matteo - che dal punto di vista della fede è l’unico che conta - ma per chiarirci meglio le idee, vediamo come il discorso - composto da queste due parti dei Capp. 24 e 25 del Vangelo di Matteo - viene invece fatto dal Gesù di Maria Valtorta su quel Monte degli ulivi: 6
….Gesù tace pensoso. Quando riparla è per ordinare: «Sediamoci qui a riposare un poco».
Si siedono su un pendio del monte Uliveto, di faccia al Tempio baciato dal sole calante. Gesù guarda fisso quel luogo, con mestizia. Gli altri con orgoglio per la sua bellezza, ma sull'orgoglio è steso un velo di cruccio, lasciato dalle parole del Maestro.
E se quella bellezza dovesse proprio perire?
Pietro e Giovanni parlano fra di loro e poi sussurrano qualcosa a Giacomo d'Alfeo e ad Andrea, loro vicini, i quali annuiscono col capo. Allora Pietro si rivolge al Maestro e gli dice: «Vieni in disparte e spiegaci quando avverrà la tua profezia sulla distruzione del Tempio. Daniele ne parla, ma se fosse come lui dice e come Tu dici, poche ore avrebbe ancora il Tempio. Ma noi non vediamo eserciti né preparativi di guerra. Quando dunque avverrà? Quale sarà il segno di esso? Tu sei venuto. Tu, dici, stai per andare via. Eppure si sa che essa non sarà che quando Tu sarai fra gli uomini. Tornerai, allora? Quando, questo tuo ritorno? Spiegaci, perché noi si possa sapere ...».
«Non occorre mettersi in disparte. Vedi? Sono rimasti i discepoli più fedeli, quelli che saranno a voi dodici di grande aiuto. Essi possono sentire le parole che dico a voi. Venitemi tutti vicino! », grida in ultimo per radunare tutti.
I discepoli, sparsi sul pendio, si avvicinano, fanno un mucchio compatto, stretto intorno a quello principale di Gesù coi suoi apostoli, e ascoltano.
«Badate che nessuno vi seduca in futuro. Io sono il Cristo e non vi saranno altri Cristi. Perciò, quando molti verranno a dirvi: 'Io sono il Cristo" e sedurranno molti, voi non credete a quelle parole, neppure se saranno accompagnate da prodigi.
Satana, padre di menzogna e protettore dei menzogneri, aiuta i suoi servi e seguaci con falsi prodigi, che però possono essere riconosciuti non buoni perché sempre uniti a paura, turbamento e menzogna.
I prodigi di Dio voi li conoscete: danno pace santa, letizia, salute, fede, conducono a desideri e opere sante. Gli altri no.
Perciò riflettete sulla forma e le conseguenze dei prodigi che potrete vedere in futuro ad opera dei falsi Cristi e di tutti coloro che si ammanteranno nelle vesti di salvatori di popoli e saranno invece le belve che rovinano gli stessi.
Sentirete anche, e vedrete anche, parlare di guerre e di rumori di guerre e vi diranno: "Sono i segni della fine".
Non turbatevi.
Non sarà la fine.
Bisogna che tutto questo avvenga prima della fine, ma non sarà ancora la fine.
Si solleverà popolo contro popolo, regno contro regno, nazione contro nazione, continente contro continente, e seguiranno pestilenze, carestie, terremoti in molti luoghi.
Ma questo non sarà che il principio dei dolori.
Allora vi getteranno nella tribolazione e vi uccideranno, accusandovi di essere i colpevoli del loro soffrire e sperando di uscirne col perseguitare e distruggere i miei servi.
Gli uomini fanno sempre accusa agli innocenti di esser causa del male che essi, peccatori, si creano. Accusano Dio stesso, perfetta Innocenza e Bontà suprema, di esser causa del loro  soffrire, e così faranno con voi, e voi sarete odiati per causa del mio Nome.
E’ Satana che li aizza. E molti si scandalizzeranno e si tradiranno e odieranno a vicenda. E’ ancor Satana che li aizza.
E sorgeranno falsi profeti che indurranno molti in errore. Ancora sarà Satana il vero autore di tanto male. E per il moltiplicarsi dell'iniquità si raffredderà la carità in molti. Ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvo.
E prima bisogna che questo Vangelo del Regno di Dio sia predicato in tutto il mondo, testimonianza a tutte le nazioni.
Allora verrà la fine.
Ritorno al Cristo di Israele che lo accoglie e predicazione della mia Dottrina in tutto il mondo.
E poi un altro segno.
Un segno per la fine del Tempio e per la fine del mondo.
Quando vedrete l'abominazione della desolazione predetta da Daniele - chi mi ascolta bene intenda, e chi legge il Profeta sappia leggere fra le parole - allora chi sarà in Giudea fugga sui monti, chi sarà sulla terrazza non scenda a prendere quanto ha in casa, e chi è nel suo campo non torni in casa a prendere il suo mantello, ma fugga senza volgersi indietro, ché non gli accada di non poterlo più fare, e neppure si volga nel fuggire a guardare, per non conservare nel cuore lo spettacolo orrendo e insanire per esso.
Guai alle gravide e a quelle che allatteranno in quei giorni! E guai se la fuga dovesse compiersi in sabato! Non sarebbe sufficiente la fuga a salvarsi senza peccare.
Pregate dunque perché non avvenga in inverno e in giorno di sabato, perché allora la tribolazione sarà grande quale mai non fu dal principio del mondo fino ad ora, né sarà mai più simile perché sarà la fine.
Se non fossero abbreviati quei giorni in grazia degli eletti, nessuno si salverebbe, perché gli uomini-satana si alleeranno all'inferno per dare tormento agli uomini.
E anche allora, per corrompere e trarre fuori della via giusta coloro che resteranno fedeli al Signore, sorgeranno quelli che diranno: "Il Cristo è là, il Cristo è qua. E’, in quel luogo. Eccolo".
Non credete.
Nessuno creda, perché sorgeranno falsi Cristi e falsi profeti che faranno prodigi e portenti tali da indurre in errore, se fosse possibile, anche gli eletti, e diranno dottrine in apparenza così confortevoli e buone a sedurre anche i migliori, se con loro non fosse lo Spirito di Dio che li illuminerà sulla verità e l'origine satanica di tali prodigi e dottrine.
Io ve lo dico. Io ve lo predico perché voi possiate regolarvi. Ma di cadere non temete. Se starete nel Signore non sarete tratti in tentazione e in rovina.
Ricordate ciò che vi ho detto: "Vi ho dato il potere di camminare su serpenti e scorpioni, e di tutta la potenza del Nemico nulla vi nuocerà, perché tutto vi sarà soggetto". Vi ricordo anche però che per ottenere questo dovete avere Dio in voi, e rallegrarvi dovete, non perché dominate le potenze del Male e le venefiche cose, ma perché il vostro nome è scritto in Cielo.
State nel Signore e nella sua verità. Io sono la Verità e insegno la verità.
Perciò ancora vi ripeto: qualunque cosa vi dicano di Me, non credete. Io solo ho detto la verità.
Io solo vi dico che il Cristo verrà, ma quando sarà la fine.
Perciò, se vi dicono: “E’ nel deserto”, non andate. Se vi dicono: "E’ in quella casa", non date retta. Perché il Figlio dell'uomo nella sua seconda venuta sarà simile al lampo che esce da levante e guizza fino a ponente, in un tempo più breve di quel che non sia il batter di una palpebra. E scorrerà sul grande Corpo, di subito fatto Cadavere, seguito dai suoi fulgenti angeli, e giudicherà.
Là dovunque sarà corpo là si raduneranno le aquile.
E subito dopo la tribolazione di quei giorni ultimi, che vi fu detta - parlo già della fine del tempo e del mondo e della risurrezione delle ossa, delle quali cose parlano i profeti - si oscurerà il sole, e la luna non darà più luce, e le stelle del cielo cadranno come acini da un grappolo troppo maturo che un vento di bufera scuote, e le potenze dei Cieli tremeranno.
E allora nel firmamento oscurato apparirà folgorante il segno del Figlio dell'uomo, e piangeranno tutte le nazioni della Terra, e gli uomini vedranno il Figlio dell'uomo venir sulle nubi del cielo con grande potenza e gloria.
Ed Egli comanderà ai suoi angeli di mietere e vendemmiare, e di separare i logli dal grano, e di gettare le uve nel tino, perché sarà venuto il tempo del grande raccolto del seme di Adamo, e non ci sarà più bisogno di serbare racimolo o semente, perché non ci sarà mai più perpetuazione della specie umana sulla Terra morta. E comanderà ai suoi angeli che a gran voce di trombe adunino gli eletti dai quattro venti, da un'estremità all'altra dei cieli, perché siano al fianco del Giudice divino per giudicare con Lui gli ultimi viventi ed i risorti.
Dal fico imparate la similitudine: quando vedete che il suo ramo si fa tenero e mette le foglie, voi sapete che vicina è l'estate. Così anche, quando vedrete tutte queste cose, sappiate che il Cristo sta per venire. In verità vi dico: non passerà questa generazione che non mi volle, prima che tutto ciò avvenga.
La mia parola non cade. Ciò che dico sarà. Il cuore e il pensiero degli uomini possono mutare, ma non muta la mia parola. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.              
Quanto poi al giorno e all'ora precisa, nessuno li conosce, neppure gli angeli del Signore, ma soltanto il Padre li conosce.
Come ai tempi di Noè, così avverrà alla venuta del Figlio dell'uomo.
Nei giorni precedenti al diluvio, gli uomini mangiavano, bevevano, si sposavano, si accasavano, senza darsi pensiero del segno sino al giorno in cui Noè entrò nell'arca e si aprirono le cataratte dei cieli e il diluvio sommerse ogni vivente e ogni cosa.
Anche così sarà per la venuta del Figlio dell'uomo. Allora due uomini saranno accosto nel campo, e uno sarà preso e uno sarà lasciato, e due donne saranno intente a far andare la mola, e una sarà presa e una lasciata, dai nemici della Patria e più ancora dagli angeli separanti il buon seme dal loglio, e non avranno tempo di prepararsi al giudizio del Cristo.
Vegliate dunque perché non sapete a che ora verrà il vostro Signore.
Ripensate a questo: se il capo di famiglia sapesse a che ora viene il ladro, veglierebbe e non lascerebbe spogliare la sua casa. Quindi vegliate e pregate, stando sempre preparati alla venuta, senza che i vostri cuori cadano in torpore, per abuso e intemperanza di ogni specie, e i vostri spiriti siano fatti distratti e ottusi alle cose del Cielo dalle eccessive cure per le cose della Terra, e il laccio della morte non vi colga improvviso quando siete impreparati. Perché, ricordate, tutti avete a morire. Tutti gli uomini, nati che siano, devono morire, ed è una singola venuta del Cristo questa morte e questo susseguente giudizio, che avrà il suo ripetersi universale alla venuta solenne del Figlio dell'uomo.
Che sarà mai di quel servo fedele e prudente, preposto dal padrone ad amministrare il cibo ai domestici in sua assenza?
Beata sorte egli avrà se il suo padrone, tornando all'improvviso, lo trova a fare ciò che deve con solerzia, giustizia e amore. In verità vi dico che gli dirà: "Vieni, servo buono e fedele. Tu hai meritato il mio premio. Tieni, amministra tutti i miei beni". Ma se egli pareva, e non era, buono e fedele, e nell'interno suo era cattivo come all'esterno era ipocrita, e partito il padrone dirà in cuor suo: "Il padrone tarderà a tornare! Diamoci al bel tempo”, e comincerà a battere e malmenare i conservi, facendo usura su loro nel cibo e in ogni altra cosa per avere maggior denaro da consumare coi gozzovigliatori e ubriaconi, che avverrà? Che il padrone tornerà all'improvviso, quando il servo non se lo pensa vicino, e verrà scoperto il suo malfare, gli verrà levato posto e denaro, e sarà cacciato dove giustizia vuole. E ivi starà.
E così del peccatore impenitente, che non pensa come la morte può essere vicina e vicino il suo giudizio, e gode e abusa dicendo: "Poi mi pentirò". In verità vi dico che egli non avrà tempo di farlo e sarà condannato a stare in eterno nel luogo del tremendo orrore, dove è solo bestemmia e pianto e tortura, e ne uscirà soltanto per il Giudizio finale, quando rivestirà la carne risorta per presentarsi completo al Giudizio ultimo come completo peccò nel tempo della vita terrena, e con corpo ed anima si presenterà al Giudice Gesù che egli non volle per Salvatore.
Tutti là accolti davanti al Figlio dell'uomo. Una moltitudine infinita di corpi, restituiti dalla terra e dal mare e ricomposti dopo essere stati cenere per tanto tempo. E gli spiriti nei corpi.
Ad ogni carne tornata sugli scheletri corrisponderà il proprio spirito, quello che l'animava un tempo. E staranno ritti davanti al Figlio dell'uomo, splendido nella sua Maestà divina, seduto sul trono della sua gloria sorretto dai suoi angeli.
Ed Egli separerà uomini da uomini, mettendo da un lato i buoni e dall'altro i cattivi, come un pastore separa le pecorelle dai capretti, e metterà le sue pecore a destra e i capri a sinistra.
E dirà con dolce voce e benigno aspetto a quelli che, pacifici e belli di una bellezza gloriosa nello splendore del corpo santo, lo guarderanno con tutto l'amore del loro cuore: "Venite, o benedetti dal Padre mio, prendete possesso del Regno preparato per voi sino dall'origine del mondo. Perché ebbi fame e mi deste da mangiare, ebbi sete e mi deste da bere, fui pellegrino e mi ospitaste, fui nudo e mi rivestiste, malato e mi visitaste, prigioniero e veniste a portarmi conforto".
E i giusti gli chiederanno: "Quando mai, Signore, ti vedemmo affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti vedemmo pellegrino e ti abbiamo accolto, nudo e ti abbiamo rivestito? Quando ti vedemmo infermo e carcerato e siamo venuti a visitarti?".
E il Re dei re dirà loro: "In verità vi dico: quando avete fatto una di queste cose ad uno di questi minimi fra i miei fratelli, allora lo avete fatto a Me".
E poi si volgerà a quelli che saranno alla sua sinistra e dirà loro, severo nel volto, e i suoi sguardi saranno come saette fulminanti i reprobi, e nella sua voce tuonerà l'ira di Dio: 'Via di qua! Via da Me, o maledetti! Nel fuoco eterno preparato dal furore di Dio per il demonio e gli angeli tenebrosi e per coloro che li hanno ascoltati nelle loro voci di libidine triplice e oscena. Io ebbi fame e non mi sfamaste, sete e non mi dissetaste, fui nudo e non mi rivestiste, pellegrino e mi respingeste, infermo e carcerato e non mi visitaste. Perché non avevate che una legge: il piacere del vostro io".
Ed essi gli diranno: "Quando ti abbiamo visto affamato, assetato, nudo, pellegrino, infermo, carcerato? In verità noi non ti abbiamo conosciuto. Non eravamo, quando Tu eri sulla Terra".
Ed Egli risponderà loro: “E’ vero. Non mi avete conosciuto. Perché non eravate quando Io ero sulla Terra. Ma avete però conosciuto la mia Parola e avete avuto i poveri fra voi, gli affamati, i sitibondi, i nudi, i malati, i carcerati.
Perché non avete fatto ad essi ciò che forse avreste fatto a Me? Perché non è già detto che coloro che mi ebbero fra loro fossero misericordiosi col Figlio dell'uomo. Non sapete che nei miei fratelli Io sono, e dove è uno di essi che soffra là sono Io, e che ciò che non avete fatto ad uno di questi miei minori fratelli lo avete negato a Me, Primogenito degli uomini?
Andate e ardete nel vostro egoismo. Andate, e vi fascino le tenebre e il gelo perché tenebra e gelo foste, pur conoscendo dove era la Luce e il Fuoco d'Amore".
E costoro andranno all'eterno supplizio, mentre i giusti entreranno nella vita eterna.
Queste le cose future...
Ora andate. E non dividetevi fra voi. Io vado con Giovanni e sarò a voi a metà della prima vigilia, per la cena e per andare poi alle nostre istruzioni».
«Anche questa sera? Tutte le sere faremo questo? Io sono tutto indolenzito dalle guazze. Non sarebbe meglio entrare ormai in qualche casa ospitale? Sempre sotto le tende! Sempre veglianti e nelle notti, che sono fresche e umide...», si lamenta Giuda.
«E’ l'ultima notte. Domani... sarà diverso».
«Ah! Credevo che volessi andare al Getsemani tutte le notti. Ma se è l'ultima...».
«Non ho detto questo, Giuda. Ho detto che sarà l'ultima notte da passare al campo dei Galilei tutti uniti. Domani prepareremo la Pasqua e consumeremo l'agnello, e poi andrò Io solo a pregare nel Getsemani. E voi potrete fare ciò che volete».
«Ma noi verremo con Te, Signore! Quando mai abbiamo voglia di lasciarti?», dice Pietro.
«Tu taci, che sei in colpa. Tu e lo Zelote non fate che svolazzare qua e là appena il Maestro non vi vede. Vi tengo d'occhio. Al Tempio... nel giorno... nelle tende lassù ... », dice l'Iscariota, lieto di denunciare.
«Basta! Se essi lo fanno, bene fanno. Ma però non mi lasciate solo... Io ve ne prego ... ».
«Signore, non facciamo nulla di male. Credilo. Le nostre azioni sono note a Dio ed il suo occhio non si torce da esse con disgusto», dice lo Zelote.
«Lo so. Ma è inutile. E ciò che è inutile può sempre essere dannoso. State il più possibile uniti».
Poi si volge a Matteo: «Tu, mio buon cronista, ripeterai a costoro la parabola delle dieci vergini savie e delle dieci stolte, e quella del padrone che dà dei talenti ai suoi tre servi perché li facciano fruttare, e due ne guadagnano il doppio e l'infingardo lo sotterra. Ricordi?7».
«Sì, Signor mio, esattamente».
«Allora ripetile a questi. Non tutti le conoscono. E anche quelli che le sanno avranno piacere a riascoltarle. Passate così in sapienti discorsi il tempo sino al mio ritorno. Vegliate! Vegliate! Tenete desto il vostro spirito. Quelle parabole sono appropriate anche a ciò che dissi. Addio. La pace sia con voi».
Prende Giovanni per mano e si allontana con lui verso la città... Gli altri si avviano verso il campo galileo.
Dice Gesù: «Metterai qui la seconda parte del faticosissimo Mercoledì Santo. Notte (1945). Ricordati di segnare in rosso i punti che ti ho detto. Danno luce quelle parolette. Tanta luce, per chi la sa vedere».
Profezia velata, dunque…, ma non troppo.
Bene, voi avete letto il brano di Matteo e ora avrete letto anche quello dell’Uomo-Dio valtortiano…
Vi starete forse chiedendo come mai il Gesù valtortiano parla in quel modo tanto affascinante.
La risposta è semplice, non parla da uomo ma da Uomo-Dio.
Tuttavia è anche un linguaggio ‘strano’ e si esprime talvolta in maniera non sempre facile da interpretare.
Mi pare di avere già accennato al fatto che questo linguaggio velato è tipico di quello dei profeti dell’Antico Testamento che profetavano ma nello stile che già allora il Verbo, che è Parola, usava con loro.
Tipico delle profezie velate - dove si capisce e non si capisce o si capisce solo al momento dell’avveramento - è ad esempio la profezia messianica di Daniele sulle ‘settanta settimane’ data al giovane profeta con 490 anni di anticipo rispetto alla venuta di Gesù.8
Credo però che il Signore con quello stile valtortiano e con quel livello intellettuale e spirituale voglia farci intendere che a parlare alla mistica è proprio Lui, e non il di lei umano e modesto subconscio, e che con quel linguaggio non sempre del tutto comprensibile voglia avvisarci come usava fare con gli antichi profeti ma lasciarci un poco nell’incertezza per lasciarci liberi di capire o non capire e non schiacciarci con il peso di una troppo chiara rivelazione del nostro futuro.
Infine, poiché la profezia è un grande dono, Egli vuole stimolarci a studiarla, ad approfondirla, perché lo studio della Parola di Dio, oltre che gratificante è Amore per Lui e premio per noi.
Questo che abbiamo letto del Gesù valtortiano - lo avrete notato anche voi - è comunque un discorso potente che non richiede commenti.
Anzi un solo commento, per ora, da parte mia.
Vedete che in questo libro ho fatto bene a scegliere – dei tre vangeli sinottici – soprattutto i brani di quello di  Matteo?  
L’ho fatto perché – dei tre vangeli sinottici -  quello di Matteo mi sembrava il più preciso e completo, e non mi sono sbagliato.   
È infatti Gesù stesso che gli dà del ‘bravo’, anzi gli dà la ‘botta’ del ‘buon cronista’!


1  Ap 20, 1-10
Per una illustrazione sintetica della struttura e dei contenuti dell’Apocalisse, vedere i primi tre capitoli del libro dell’autore: ‘VIAGGIO NELL’APOCALISSE VERSO L’ANTICRISTO PROSSIMO VENTURO’ - Ed. Segno, luglio 2007 - oppure sito internet dell’autore
2  Ap 20, 7-10
3  Vedere - di Maria Valtorta - i tre volumi di dettati nei ‘Quaderni’ ( 1943, 1944, 1945/1950) editi dal Centro Editoriale Valtortiano.
4  M.V. ‘I Quaderni del 1943’ . Dettato del 27.8.43 – Centro Ed. Valtortiano. Vedere anche  dell’autore: ‘Alla scoperta del Paradiso perduto’ – Vol. II, Cap. 13.8 – Ed. Segno, 2001
5  Maria Valtorta: ‘Quaderni del 1943’ – Dettato del 16.9.43 – Pag. 353 – Centro Edit. Valtortiano
6  M.V. ‘Il Vangelo come mi è stato rivelato’ – Vol. IX, Cap. 596.43 - Centro Ed. Valtortiano
7  Mt 25, 1-30
8  Dn 9, 20-27
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