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7. Proviamo ad approfondire – anche alla luce del Vangelo – il tema della ‘seconda venuta’ (2)
7.1 La grande tribolazione e la seconda venuta intermedia nel Vangelo di Matteo
È bene continuare l’approfondimento di questo brano escatologico del Cap. 24 del Vangelo di Matteo, perché il Gesù - che sul Monte degli Ulivi parlava ai discepoli che lo interrogavano sulla sua prossima venuta e sulla fine del mondo – così prosegue:1
Quando, dunque, vedrete l’abominazione della desolazione predetta dal profeta Daniele, posta nel luogo santo, comprenda chi legge, allora quelli che saranno nella Giudea fuggano ai monti; chi si troverà sulla terrazza, non scenda a prendere nessuna cosa di casa sua; e chi si troverà nel campo, non torni indietro a prendere il mantello. Guai alle donne incinte e allattanti, in quei giorni!
Pregate che la vostra fuga non debba avvenire d’inverno o di sabato, perché vi sarà allora una tribolazione sì grande, quale non vi fu mai dal principio del mondo fino ad ora, né mai vi sarà.
E se quei giorni non fossero abbreviati, non scamperebbe anima viva: ma, in grazia degli eletti quei giorni saranno abbreviati.
Allora, se qualcuno vi dirà: ‘Ecco, il Cristo è qui!’ oppure: ‘E’ là!’, non gli credete; perché sorgeranno falsi Cristi  e falsi profeti che faranno grandi portenti e prodigi da sedurre anche gli eletti, se fosse possibile.
Ecco, ve l’ho predetto.
Se, dunque, vi diranno: ‘Ecco, è nel deserto’, non vi andate; ‘Ecco, è nell’interno della casa’, non ci credete; perché, come il lampo esce dal levante e si mostra fino a ponente, così pure sarà la venuta del Figlio dell’uomo.
Dovunque sarà il cadavere, quivi si raduneranno le aquile.
La domanda iniziale fatta a Gesù seduto sotto gli alberi del Monte degli Ulivi era sui segni, cioè quali sarebbero stati i segni della (seconda) venuta e (ripeto:e) i segni della fine del mondo.
I primi trattati nel Cap. 24 e i secondi nel Cap. 25.
Gesù continua il suo discorso sulla seconda venuta (che non sarebbe stata quella della fine perché anzi il Vangelo avrebbe dovuto essere prima predicato in tutto il mondo) e precisa che quando si vedrà dunque il segno della abominazione della desolazione predetto dal Profeta Daniele posta nel ‘luogo santo’ allora – a causa dei disastri provocati dall’uomo – ci sarà  un ‘fuggi-fuggi’ generale perché molti posti diventeranno insicuri e guai a non cercar scampo.
Vi sarà da sperare che questa ‘fuga’ non debba avvenire nel mezzo dei rigori stagionali o quando la gente sarà tranquilla e inavvertita in festa, perché veramente accadranno cose catastrofiche quali mai sono state viste fino ad ora (cioè fino al tempo di Gesù e degli apostoli) né mai più vi saranno (cioè mai più sino alla fine del mondo).
Per inciso, se di tali cose catastrofiche collegate alla sua venuta mai più ve ne saranno sino alla fine del mondo, significa che esse intervengono nel corso della Storia, e non alla sua fine. No?
E se i giorni della ‘Grande Tribolazione’ non fossero abbreviati continua Gesù - l’Umanità intera perirebbe.
Questa è una ulteriore conferma che qui non si parla della fine del mondo ma di una fase intermedia della Storia tale da far pensare ad un finimondo ma che non lo è perché l’Umanità continuerà a sopravvivere.
Anzi Gesù al riguardo precisa che quei giorni saranno abbreviati, perché altrimenti nessuno sarebbe scampato.
Siamo dunque sempre in linea con l’Apocalisse di San Giovanni che parla anch’egli di ‘grande tribolazione’, di sconfitta delle due Bestie e di un terzo dell’Umanità che perisce ma con la vita che continua per i cosiddetti mille anni.
È dunque chiaro al di là di ogni ragionevole dubbio che – a voler prestar fede al Vangelo - Gesù  accenni in forma velata ad avvenimenti che devono accadere nel corso della Storia e non alla fine del Tempo.
Ora finalmente voi potete capire che solo l’equivoco di Sant’Agostino con la sua ‘retrodatazione’ della venuta di Ap 19 al momento della Resurrezione (con conseguente ‘eliminazione’ della ‘grande tribolazione’ dell’Apocalisse con la venuta intermedia ed il conseguente millennio di pace) possono aver determinato un ‘accecamento’ pregiudiziale di tal genere da parte dei teologi ‘ufficiali’ nell’interpretazione del Vangelo di Matteo.
Accecamento che peraltro non deve stupire – in questo momento di Apostasia nelle stesse gerarchie - perché è ciò che avvenne anche in merito alla prima venuta di Gesù nei confronti di  Scribi e Dottori della Legge. E’ la Storia che si ripete.
E viene allora il dubbio se questo accecamento non sia proprio un ‘segno’ che ci deve far pensare al rischio di una venuta prossima dell’Anticristo, visto anche l’andamento odierno della società umana a livello mondiale.
In questo secondo brano si introduce poi il concetto della ‘abominazione della desolazione’ introdotta nel Tempio santo, il che non può non far pensare per analogia a quel passo dell’Apocalisse che avevamo già menzionato dove si parlava della ‘città santa’ (dove peraltro c’è oggi la Basilica di San Pietro e la sede del Vaticano) rimasta per quarantadue mesi in balìa dei ‘pagani’, con l’inevitabile corollario che avrebbe fatto da contorno ad una tale situazione.
Nel suddetto brano di Vangelo la ‘grande tribolazione’ non può infatti non richiamare all’attenzione quell’analoga ‘grande tribolazione’ dell’Apocalisse che si conclude con la distruzione della ‘gran città’: Babilonia la Grande.
Ma come nell’Apocalisse le due Bestie vengono sconfitte e inizia il millennio di pace, qui in Matteo, Gesù dice che una tribolazione di quel genere non vi sarà mai più forse perché inizierà - con la sconfitta dell’Anticristo e soprattutto con l’incatenamento di Satana – il Regno di Dio in terra, nel cuore degli uomini.
Quindi questo significa che Gesù non allude qui alla fine del mondo, perché di quella – in Matteo – Gesù parlerà, e con estrema chiarezza che non lascia adito a dubbi interpretativi, solo nel capitolo successivo dove anziché di grande tribolazione Gesù parla della resurrezione dei morti e del Giudizio universale..
Bisogna tenere conto del fatto che in questa profezia Gesù parla con lo stile tipico con cui parlava ai profeti dell’Antico Testamento.
Al riguardo, i ‘teologi’ positivisti dell’Ottocento, alla Renan e alla Loisy, tentavano di demolire la divinità di Gesù e lo schernivano dicendo che Gesù nei suoi discorsi non aveva fatto altro che ‘copiare’ le parole dei Profeti dell’Antico Testamento.
È un concetto che rivela la superficialità ideologica della loro analisi.
Era il Verbo, Parola di Dio, quello che parlava ai Profeti.
Gesù, l’Uomo-Dio, nel quale il Verbo si era successivamente incarnato non faceva altro che ripetere Se stesso, parlando ancora meglio dei Profeti.
7.2 Le scatole cinesi della ‘grande tribolazione’ e la confusione delle varie venute del Signore
Questa della ‘grande tribolazione’ e della venuta di Gesù per l’instaurazione del suo Regno in terra  é una profezia velata, tanto è vero che gli apostoli non ne comprenderanno appieno il senso né i tempi perché successivamente – dopo la Resurrezione - essi vorranno ritornare sull’argomento per ulteriori chiarimenti come si evince ancora dalla parte iniziale degli Atti degli apostoli.2
Questa profezia del Gesù di Matteo racchiude in sé come un ‘enigma’, un gioco di scatole cinesi, per cui - aperta una scatola - anziché trovare quel che si cerca se ne trova dentro un’altra da aprire e così via.
Qui, l’una dentro l’altra, vi sono racchiuse tre profezie: quella sul futuro della Gerusalemme ebraica che verrà distrutta, quella sulla grande tribolazione dell’Umanità e sulla ‘venuta’ intermedia di Gesù e infine quella sulla venuta della fine del mondo che anche se non espressamente esplicitata vi è però adombrata in figura.
Ecco perché fra gli esegeti vi è chi l’interpreta in un modo e chi nell’altro. Essi hanno tutti ragione ma ciascuno vede solo il lato della medaglia o del poliedro che preferisce vedere.
I tre periodi si confondono e si sovrappongono l’uno nell’altro, come appunto le scatole cinesi.
Il Gesù che – negli anni quaranta del secolo scorso, fra gli orrori della seconda guerra mondiale - parlava giornalmente in ‘dettato’ e in visione alla mistica Maria Valtorta le spiegava al riguardo (i ‘grassetti’ sono i miei):3
27.8.43
Dice Gesù:
Anche nell’Apocalisse pare che i periodi si confondano, ma non è così.
Sarebbe meglio dire: si riflettono nei tempi futuri con aspetti sempre più grandiosi.
Ora siamo al periodo che Io chiamo: dei precursori dell’Anticristo. Poi verrà il periodo dell’Anticristo che è il precursore di Satana.
Questo sarà aiutato dalle manifestazioni di Satana: le due bestie nominate nell’Apocalisse.
Sarà un periodo peggiore dell’attuale. Il Male cresce sempre di più.
Vinto l’Anticristo, verrà il periodo di pace per dare tempo agli uomini,  percossi dallo stupore delle sette piaghe e della caduta di Babilonia, di raccogliersi sotto il segno mio.
L’epoca anticristiana assurgerà alla massima potenza nella sua terza manifestazione, ossia quando vi sarà l’ultima venuta di Satana.
Avete capito? Credere occorre, e non cavillare. Veramente tu avevi capito, appunto perché non cavilli.
I dettati non si contraddicono fra loro. Occorre saperli leggere con fede e semplicità di cuore.
Come uno a cui prema di far intendere una cosa, Io vado sempre dritto alla cosa che più importa e che qui è il mio Regno.
Perché nel Regno è la giustificazione del mio essermi incarnato e morto.
Perché nel Regno è la prova della mia infinita potenza, bontà, sapienza.
Perché nel Regno è la prova della vita eterna, della risurrezione della carne, del mio potere di Giudice.
Perciò quando ho parlato per spiegare l’Apocalisse ho, ai singoli punti spiegati, messo quasi sempre a corona il mio Giudizio, il mio trionfo, il mio Regno, la sconfitta di Satana in se stesso, nella sua creatura, nei precursori.
Leggete bene e vedrete bene che non vi è contraddizione. Quello che ho detto ho detto.
Prima di continuare attiro la vostra attenzione su alcuni particolari che riguardano la figura dell’Anticristo e le sue manifestazioni.
Vi avevo detto che l’Anticristo andava inteso innanzitutto come una sorta di ‘spirito dell’Anticristo’ cioè una cultura, una impostazione della vita e una visione dei valori del mondo essenzialmente anticristiana, cioè contraria ai dettami evangelici.
Poi avevo però aggiunto che l’Anticristo andava anche inteso come una progressione storica di singoli ‘uomini’ che di volta in volta sul piano politico ma anche  filosofico, ideologico e religioso, ne avrebbero incarnato lo spirito. Per costoro si sarebbe trattato di una vera e propria ‘possessione’.
L’ultimo Anticristo della serie avrebbe incarnato in sé il peggio.
Infine avevamo in qualche modo identificato le due Bestie come l’Anticristo finale, cioè la ‘Bestia’ per eccellenza.
Ecco, in questo brano valtortiano, le due Bestie - più che rappresentare l’Anticristo stesso (e poi, lo ripeto, vedremo meglio come queste ‘bestie’ devono essere intese) - appaiono in prima istanza come emananazioni demoniache di Satana che caratterizzeranno l’epoca anticristiana e – in simbiosi con il loro Mandante – areranno e fertilizzeranno il terreno in cui opererà l’Anticristo finale inteso come persona umana.
Finito il periodo dell’ultimo Anticristo-uomo – sconfitto e precipitato all’Inferno – verrà il millennio di pace che consentirà agli uomini di riprendersi dallo shock tremendo della ‘grande tribolazione’  e di raccogliersi sotto le bandiere di Dio.
Non ci sarà ancora un ‘Paradiso in terra’, contrariamente a quanto sperano in molti, perché se è vero che gli uomini non subiranno più le tentazioni di Satana, essi avranno pur sempre le proprie tentazioni derivanti dai ‘fomiti’ del Peccato originale, i ‘fomiti’, cioè le conseguenze della ‘ferita’ originaria in termini di egoismo, aggressività, orgoglio e superbia, ecc. ecc.
L’uomo dovrà purtroppo sopportare le conseguenze negative del Peccato originale fino alla fine del mondo, in quanto ormai connaturate alla sua ‘natura’ e trasmesse attraverso la riproduzione.
Tuttavia – rispetto a prima del millennio, quando Satana non era ‘incatenato’ e soffiava continuamente sulle braci – la Terra, anche per via della tribolazione passata e del ‘rinsavimento’ degli uomini, sembrerà un piccolo Paradiso, insomma la ‘Nuova Terra’ da molti profetizzata che è figura della Nuova Terra in Cielo dopo la resurrezione dei corpi alla fine del mondo.
A conferma tuttavia del fatto che l’Anticristo va anche inteso come ‘spirito anticristiano’, qui, in questo brano valtortiano, si precisa che – pur senza più l’Anticristo-uomo – alla fine del ‘millennio’, vi sarà una terza manifestazione anticristiana, quella di Satana liberato che sobillerà nuovamente gli uomini e indurrà Dio a punirli decretando la fine del mondo.
Se ne deduce che la prima manifestazione anticristiana è quella che caratterizza il periodo di tempo storico del primo Anticristo-Giuda e degli Anticristi-uomo successivi.
La seconda è verosimilmente quella della fase storica, culturale, filosofica, ideologica e politica dell’Ottocento e del Novecento che culminerà in futuro nella manifestazione dell’ultimo degli Anticristi-uomo.
La terza sarà invece quella della fine del mondo quando Satana interverrà direttamente, nella guerra di Gog e Magog, e non  più attraverso un Anticristo-uomo.

1  Mt 24, 15-28
2  Atti, 1, 6-8
3  M.V. ‘I Quaderni del 1943 ’ . Dettato del 27.8.43 – Centro Ed. Valtortiano, nonché dell’autore: ‘Alla scoperta del Paradiso perduto’ – Vol. II, Cap. 13.8 – Ed. Segno, 2001

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