… alla luce delle Rivelazioni a Maria Valtorta

 

5 - I NUOVI EVANGELIZZATORI

Gesù (che appariva quasi giornalmente e parlava a lungo alla mistica Maria Valtorta, anima-vittima, chiamandola affettuosamente ‘piccolo Giovanni’ dal nome dell’Apostolo da Lui tanto amato) nell'agosto del 1943 aveva dunque detto che, in quell’epoca di guerre tremende che lei stava vivendo, c’erano degli ‘anticristi’ Precursori del vero Anticristo ma che in quel momento erano già nati[1] molti che avrebbero conosciuto i ‘flagelli’ della futura epoca anticristiana.

Già nati dunque allora, il cui ‘seme’ (e cioè i loro figli e nipoti) sarebbe stato ‘sette volte sette più demoniaco’ di essi,  e per i quali - continuava Gesù - non restava che pregare affinché in quel tempo di orrore la loro forza non naufragasse in essi e non passassero a far parte della turba di coloro che sotto la sferza del flagello non avrebbero conosciuto penitenza e avrebbero bestemmiato Iddio in luogo di chiamarlo in loro aiuto…

Gesù aggiungeva che se neanche dopo tale flagello la razza umana avesse riconosciuto Cristo come Redentore e Dio, invocando la sua Misericordia, Egli avrebbe fermato l’attimo dell’eternità, fermato il tempo e dato inizio anticipato[2] al Giudizio.

Nei primi decenni dell’era cristiana, correndo voce che dopo una qualche grande ‘tribolazione’ il Signore sarebbe ‘tornato’, e vivendo appunto i primi cristiani in un’epoca di grandi persecuzioni, si era diffusa la speranza che tale ‘ritorno’ del Signore fosse imminente per portare la pace e dare inizio al Regno di Dio. Un ‘Regno pacifico’ spirituale …[3], precisa però Gesù alla mistica, cioè un periodo in cui - dopo la sconfitta dell’Anticristo - lo spirito umano, sia nel bene come nel male, avrebbe raggiunto un grado di evoluzione ‘spirituale’ per la quale spontaneamente gli uomini si sarebbero separati in due parti: i ‘vivi’ nello spirito al seguito del Signore, i ‘morti’ nello spirito al seguito di Satana. Non esiste infatti solo la spiritualità del Bene, ma anche quella del Male.

San Paolo mise tuttavia in guardia quei suoi contemporanei dalla aspettativa di un cambiamento imminente precisando (2 Tessalonicesi 2,8) che il ‘giorno del Signore’ avrebbe dovuto essere prima preceduto dalla apostasia, cioè dall’abbandono delle fede da parte dei cristiani, e quindi dalla manifestazione dell’uomo dell’iniquità: cioè l’Anticristo.

Noi cristiani - seguendo le parole dei Vangeli - dobbiamo dunque stare oggi molto vigili ed attenti ai ‘segni’ attuali, quali ad esempio quelli a cui si é accennato fin dall’inizio.

Osservando peraltro insieme a voi il ‘clima’ generale in cui il mondo vive, questi segni sembrerebbero oggi veramente troppo forti anche perché riferibili - per la prima volta nella storia bimillenaria della Cristianità - non solo ad una  diffusissima e profonda apostasia delle masse ma persino, cosa inaudita, di una parte importante di clero secolarizzato.

Nell’Opera valtortiana - parlando dei tempi futuri dell’Anticristo - si invitano con particolare forza sacerdoti e fedeli ad una rievangelizzazione perché già allora rimaneva ‘poco tempo’ mentre molta Parola avrebbe dovuto essere elargita.[4]

Gesù, appariva spesso e parlava alla Sua anima-vittima che aveva accettato di soffrire per collaborare con Lui nell’opera continua di ‘corredenzione’ - poiché l’Umanità non cessa di peccare - per la salvezza dei peccatori.

Nell’Opera viene anche spiegato che il Verbo del Padre non sarebbe venuto personalmente per una ‘seconda’ Redenzione, essendo stata sufficiente e perfetta la prima, né per una seconda Evangelizzazione, eppure avrebbe evangelizzato suscitando nuovi evangelizzatori[5] che lo avrebbero fatto in suo nome. Essi lo avrebbero fatto «in una forma nuova, consona ai tempi, forma nuova che sostanzialmente non cambierà il Vangelo eterno, né la grande Rivelazione, ma li amplierà, completerà e renderà comprensibili e accettabili anche a coloro che, a causa del loro ateismo o della loro incredulità sui Novissimi e su molte altre verità rivelate, adducono la ragione che ‘non possono credere cose che non comprendono, né amare esseri di cui si conosce troppo poco, e quel poco è tale da spaurire e sconfortare in luogo di attirare e incoraggiare’».

Gesù diceva anche che l’Opera da Lui donata alla mistica e all’Umanità: «[…] è più per i maestri che per le folle. I maestri daranno alle folle il succo[6] dell’opera. Ma essi, per dare quel miele, hanno bisogno di nutrirsi dei fiori di verità che Io ho dato. Tutto è verità nella Religione. Solo che da millenni e millenni alcune verità sono date e dette con figure o simboli. E questo non basta più ora, in questo secolo di razionalismo e di positivismo e - perché non dirlo? - di incredulità e dubbio che penetrano anche nei miei ministri»

L’Opera - spiegava ancora Gesù - è Gesù stesso che parla[7] ed Egli l’aveva data perché molti, allora preda di Satana, avessero invece la gloria celeste. L’onda d’odio contro la Chiesa docente e militante sarebbe avanzata, come pure sarebbe avanzata la guerra alla «più santa delle libertà dell’uomo, a quelle libertà che Dio stesso non viola: il libero arbitrio, la libertà di coscienza, la libertà di fede e di azione» perché «tutta la Terra sta diventando la grande e meretrice Babilonia, madre delle fornicazioni e abominazioni, e troppi mettono se stessi al servizio di essa, divenuta Bestia d’Abisso.[…]». 

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[1] Cfr. Maria Valtorta, I Quaderni del 1943, 20.8.43, ed. C.E.V. Vedi Appendice 1.

[2] Ibidem. Vedi Appendice 1.

[3] Ibid., 12.11.43, ed. C.E.V. Vedi Appendice 3.

[4] Ibid., 16.11.43, ed. C.E.V. Vedi Appendice 4.

[5] Cfr. Maria Valtorta, I Quaderni del 1945/1950 - L’Apocalisse (Colui che ha da venire…), ed. C.E.V. Vedi Appendice 5.

[6] Ibid., 04.11.47, ed. C.E.V. Vedi  Appendice 6.

[7] Cfr. Maria Valtorta, I Quadernetti, 17.04.48, ed. C.E.V. Vedi Appendice 7.


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Movimento per una Nuova Evangelizzazione ... alla luce delle Rivelazioni a Maria Valtorta - 2011

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